“Dalle primarie del 2007 alle politiche del 2008”: questo il titolo dell’ultimo lavoro di ricerca di Michele Caiazzo, consigliere regionale del PD, realizzato sulla base dei dati
forniti dal Ministero dell’Interno e dall’UTAR. Il dislivello tra il numero dei partecipanti alle primarie del PD dello scorso ottobre e quello dei consensi ottenuti dal PD a seguito delle ultime elezioni è il punto su cui si focalizza la ricerca. L’obiettivo di Caiazzo, come lui stesso dichiara, “è quello di fornire un ulteriore e costruttivo contributo ai dirigenti ed ai militanti impegnati nella fase di costruzione del PD in Campania. I risultati emersi sono sorprendenti: in oltre 110 comuni della Campania ( 23 in provincia di Avellino, 10 a Benevento, 20 a Caserta , 13 a Napoli e 44 a Salerno) il Pd vanta un numero di partecipanti alle primarie di gran lunga superiore ai voti raccolti alle elezioni di Aprile. Tale dato porta ad un’unica conclusione: in molti comuni campani numerosi cittadini hanno partecipato alle primarie non perché credevano nel progetto ispiratore del PD, non per la volontà di dar vita al processo costituente del neo partito, ma solo per sostenere determinati candidati indipendentemente dal proprio “credo” politico. Questo è il dato relativo alla Campania , ma sarebbe molto utile appurare se il fenomeno si è verificato anche nelle altre regioni”. Per Caiazzo “è necessario avviare una riflessione attenta sulle modalità di utilizzo dello strumento delle primarie. Esse dovrebbero rappresentare uno strumento di democraticità nella vita interna del Pd; un momento di effettiva partecipazione collettiva della comunità dei democratici alle scelte del partito, a cominciare dalla formazione degli organismi dirigenti. Bisogna evitare che la legittima competizione interna al partito porti a far partecipare alle primarie cittadini non elettori del Pd che vanno ad alterare il libero confronto all’interno del partito stesso”. “Occorre , pertanto – conclude Caiazzo – introdurre opportuni correttivi e applicare regole certe al fine di evitare che le primarie perdano la loro essenza di momento di alta democrazia e diventino un sistema fuorviante , atto ad alterare, gli equilibri interni della nuova formazione politica. E’ necessaria, nella pratica politica , una forte e chiara coerenza con i principi ispiratori sulla base dei quali è stato promosso il progetto del Partito Democratico” . La versione integrale dello studio è disponibile sul sito www.michelecaiazzo.it
Mina Spadaro
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