ERCOLANO. Il bimbo non respira, il padre è disperato. Due giovani marescialli intervengono per salvarlo: “Siete degli angeli”.
Si tratta dei marescialli Emily Cannata (25 anni di Rosolini provincia di Siracusa), Ludovico Mattei (29 anni di Monterotondo (RM)
Sono le 14.30 in corso Resina. Il turno di lavoro è finito e si prospetta finalmente un giorno di riposo.
Esce dall’abitacolo ed è in quel momento che sente urlare. La voce arriva da una pizzeria sul marciapiede opposto.
Conosce quell’uomo e conosce il suo piccolo di due anni.
Il primo ha il volto straziato dal dolore, il bimbo ha il viso viola. Sta soffocando.
Ha gli occhi socchiusi, le braccia penzoloni.
Il maresciallo, l’auto ancora accesa e una foglia ingiallita appiccicata sulle mani, corre verso di loro.
Il papà chiede aiuto. Altri parenti affollano la strada. I curiosi aumentano e c’è chi allunga il collo dalle auto per capire cosa stia accadendo.
Non è ancora chiaro. E’ tutto così veloce.
Il maresciallo prende il bambino in braccio.
Qualcuno le dice che non respira.
Inizia a praticargli la manovra di Heimlich, pensando che avesse qualcosa ad ostruirgli la gola.
Nulla. Nessun segnale. Chiede agli altri presenti di chiamare il 118 e intanto continua.
Passano minuti interminabili, dell’ambulanza nessuna traccia.
Torna correndo in caserma, chiede aiuto ad un altro maresciallo che aveva appena montato.
Anche lui tenta la manovra di soccorso ma quello che il bimbo rigetta è solo bolo e muco.
Qualcuno parla di febbre, di un antipiretico appena assunto. L’adrenalina accelera il pensiero e intanto la sirena dell’ambulanza non si sente.
Così i due sottufficiali decidono di saltare nell’auto del maresciallo e parte una corsa forsennata, con padre e figlio sui sedili posteriori.
“Aiutatemi vi prego”, ripete.
Il cambio non vedrà marce più alte della terza e i circa 5 chilometri fino all’ospedale Maresca di Torre del Greco saranno coperti in poco più di 3 minuti. Senza sirena, senza lampeggianti. Col maresciallo lato passeggero ad urlare dal finestrino per spianare la strada alla collega col piede pigiato sull’acceleratore e le braccia tese.
Il navigatore ricalcola il percorso come un nastro, confuso per quella previsione sballata che ipotizzava un viaggio di oltre 10 minuti.
Il pronto soccorso è in vista.
Il piccolo è ancora incosciente ma finirà immediatamente nelle braccia dei medici.
Pare si tratti di una reazione allergica così lo spostano al Santobono, in ambulanza.
Saranno ore di angoscia ma trascorreranno in fretta. Il bimbo si è salvato. I soccorsi sono stati tempestivi e sta bene. Di quel pomeriggio resteranno solo la gioia di rivedere il sollievo di una famiglia e quella frase che vale più di una medaglia: “Siete degli angeli”.
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