Indagini su diversi appalti del valore complessivo di quasi 85milioni di euro per la raccolta dei rifiuti. I militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata (guidati dal colonnello Gennaro Pino) stamane erano per questa ragione in tre Comuni della provincia: Marigliano, Pompei e Mugnano di Napoli per acquisire atti come predisposto dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Contestualmente venivano perquisite (e dunque veniva sequestrata ulteriore documentazione) sia la sede della società aggiudicataria degli appalti che le abitazioni sia di colui che, allo stato delle indagini, appare essere l’occulto amministratore di fatto che dei suoi figli, che invece risultano ricoprire formalmente la qualifica di soci della società che in due occasioni diverse e da due prefetture diverse è stata destinataria di un provvedimento interdittivo antimafia. Si indaga per il reato di turbata libertà degli incanti relativo appunto agli appalti per i rifiuti.
In particolare le indagini, svolte dai militari agli ordini del colonnello Pino e coordinate dalla Procura oplontina “hanno posto in evidenza come la società Win Ecology S.r.l., attuale affidataria del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani presso i Comuni di Pompei, Mugnano di Napoli e Marigliano- destinataria a maggio scorso di un provvedimento interdittivo antimafia emesso dall’Autorità di Governo di Padova”, spiega in una nota il procuratore Nunzio Fragliasso, “ove insiste la sede legale della stessa – sarebbe di fatto la prosecuzione della società New Ecology S.r.l., precedente affidataria del medesimo servizio pubblico nel Comune di Pompei, anch’essa destinataria di analogo provvedimento interdittivo emesso dalla
Prefettura di Napoli nel 2018.
La continuità tra le due società su indicate sarebbe dimostrata dalla circostanza che le stesse – oltre ad avere i medesimi beni strumentali e la stessa forza lavoro – sono amministrate di fatto dallo stesso soggetto, anch’egli destinatario in prima persona di provvedimento interdittivo, il quale, per assicurarsi comunque gli appalti di cui trattasi, eludendo le interdittive antimafia, avrebbe modificato la compagine sociale e
la denominazione sociale della società, ponendo al vertice della neocostituita società un soggetto con il compito di mera rappresentanza “di facciata”.
Le predette attività, finalizzate alla verifica della regolarità dell’affidamento degli appalti pubblici e all’accertamento di eventuali indebite percezioni di provvidenze pubbliche ad opera dei soggetti aggiudicatari, sono tuttora in corso di esecuzione”.
L’accesso di questa mattina ha, dunque, l’obiettivo di acquisire la documentazione inerente agli appalti, del valore complessivo di 84.746.704,82 di euro che i citati Comuni hanno stipulato nel settore della gestione dei rifiuti urbani con la medesima società.
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