POMIGLIANO D’ARCO. Da un gruppo di tesserati e militanti storici del PD Pomigliano riceviamo una lettera che riguarda il tesseramento e che è stata inviata all’attenzione del Presidente del Partito Democratico, On. Matteo Orfini, all’On. Emanuele Fiano e al Presidente della Commissione Cogressuale, On. Lorenzo Guerini
Gentili Matteo Orfini, Emanuele Fiano, Lorenzo Guerini,
dalla sconfitta alle ultime elezioni amministrative del 2015 il circolo del Partito Democratico di Pomigliano d’Arco vive una condizione di sostanziale immobilismo.
Brevemente i fatti:
– dopo la sconfitta elettorale del maggio 2015, intervenivano le dimissioni del Segretario cittadino, di conseguenza la Segreteria Provinciale provvedeva a commissariare il circolo attraverso un dispositivo dichiarato, successivamente, illegittimo dalla Commissione di garanzia e da allora non si è provveduto né alla nomina di un regolare commissario né alla convocazione di un normale congresso.
– Lo scorso ottobre la Segreteria Regionale per supervisionare la fase di tesseramento ed accompagnare il Circolo al congresso aveva nominato due ‘’facilitatori’’, figura inedita allo Statuto del Partito Democratico, nella persona di Giuseppe Esposito e Toti Lange.
– Lo scorso 6 febbraio, i due facilitatori decidevano di convocare un’Assemblea con all’ordine del giorno il tesseramento al circolo PD di Pomigliano d’Arco. Questa assemblea deliberava la nomina dei due ‘’facilitatori’’ come garanti del tesseramento e l’apertura di una nuova sede del Partito Democratico sul territorio cittadino.
– Si apriva, quindi, il tesseramento ma negli ultimi due giorni si verificavano i soliti flussi anomali di tessere.
– Ed infatti, come denunciavano molteplici cittadini e come riportava puntualmente la stampa, il numero di adesioni al Circolo schizzava inspiegabilmente dalle circa 100 dello scorso anno ad oltre 600 iscritti.
Così veniva raggiunta la cifra di 596 richieste di iscrizioni e 100 richieste on line, a fronte di un circolo che meno di due anni fa raccoglieva 3044 voti alle elezioni comunali e 2400 votanti alle primarie che vedevano ben tre partecipanti.
Queste cifre da sole dovrebbero considerarsi allarmanti.
Ma vi è di più!
Altro fenomeno apparentemente inspiegabile è l’impressionante mobilitazione di un pezzo del ceto politico del centro-destra locale nel convincere elettori, familiari, sodali ed addirittura alcuni candidati nelle liste del centro-destra alle ultime elezioni amministrative ad iscriversi al Partito Democratico.
Il tutto nella giustificazione che se si vogliono incrementare le percentuali di consenso, è necessario coinvolgere chiunque anche al costo di ledere la credibilità dello stesso partito.
Tali elementi sono quanto basta per rovinare la reputazione di un circolo, già fortemente lesionato, per mortificare l’entusiasmo di chi in questo partito ci crede, per ostacolare il lavoro di opposizione che con enorme fatica militanti e consiglieri portano avanti.
Non è questo il metodo di costruzione del circolo, non è attraverso l’accaparramento di tessere che si può rilanciare una comunità politica.
Con il tesserificio, con il metodo sotteso ad esso, non si costruiscono partiti ma luoghi di consenso personale, che mortificano i democratici processi decisionali e la convinzione, che ciascun democratico dovrebbe avere, di poter realmente incidere sull’individuazione della linea politica da attuare.
A salvaguardia di questo basilare principio chiunque ha realmente a cuore la propria comunità politica dovrebbe preoccuparsi con forza di domandare, nell’interesse di tutti, un capillare controllo, ed invece anche in queste ore la preoccupazione più grande dei fiancheggiatori delle tessere è quella di sminuire la questione, nascondere la polvere sotto il tappeto perché la trasparenza va predicata ma non attuata.
Noi crediamo che l’iscrizione al partito Democratico sia un momento fondamentale nella vita di un militante o di un simpatizzante, in quanto è il momento in cui si sottoscrive l’appartenenza a una comunità politica, e con essa l’adesione ai suoi valori.
Noi crediamo che il PD non debba essere il partito dei padroni delle tessere ma il partito di chi crede nei valori descritti nel nostro Statuto.
Pertanto, con la presente, si richiede:
– di procedere ad una attenta verifica dell’elenco degli iscritti onde verificare che tutti siano in possesso dei requisiti previsti dal codice etico e dall’art. 2 dello Statuto;
– Di consentire l’accesso agli elenchi dei richiedenti, nel pieno rispetto dei dati sensibili e dei divieti di diffusione previsti dalla legge;
– Di coinvolgere nelle operazioni di controllo una delegazione territoriale;
– di sospendere l’efficacia delle adesioni al circolo del Partito Democratico di Pomigliano d’Arco fino all’esito delle operazioni di verifica;
– di rigettare le richieste di iscrizione prive dei requisiti;
– Di iniziare quanto prima una fase di ricostruzione del PD sul territorio, ove necessario con nuove e più qualificate figure di garanzia extraterritoriali, indipendenti rispetto a nuovi e vecchi gruppi dirigenti, che si adoperino per l’elaborazione di una nuova proposta politico-programmatica.
A Pomigliano la vera emergenza è l’elaborazione di una proposta politica alternativa al centro-destra e al populismo dilagante, questo obiettivo non potrà essere raggiunto dando priorità a squallide infornate di tessere, né rubando generali al centro-destra ma solo aprendo una discussione autentica sulle idee e i progetti.
Lì Pomigliano d’Arco
01/03/2017
Daniele Abbate
Rosa Barone
Giulia Bladier
Ester Cimitile
Vincenzo Esposito
Antonio Fico
Ciro Losa
Federica Madonna
Aldo Matrisciano
Luca Palmieri
Francesco Pulcrano
Feliciano Rega
Luigi Russo Spena
Antonietta Scafuro
Michele Tufano
Sostieni la Provinciaonline
Il nostro giornale è libero da influenze commerciali e politiche e così vogliamo restare. Voi con il vostro piccolo aiuto economico ci permettete di mantenere la nostra indipendenza e libertà. Un piccolo o grande aiuto che permetterà alla Provinciaonline di continuare ad informarvi su quello che tanti non vogliono dirvi. Clicca qui e aiutaci ad informare ⬇️.