Napoli. Questa mattina, anche a Napoli, presso la caserma “Salvo D’Acquisto”, sede del Comando Legione Carabinieri “Campania”, per celebrare il 207° annuale di fondazione dell’Arma dei Carabinieri, il Comandante della Legione Carabinieri “Campania” Generale di Divisione Maurizio Stefanizzi, accompagnato dal Comandante Provinciale Carabinieri di Napoli Generale di Brigata Canio Giuseppe La Gala, ha accolto il Prefetto di Napoli Marco Valentini e con lui ha deposto una corona di alloro al Sacrario ai Caduti.
La cerimonia – officiata rispettando le prescrizioni imposte dalla normativa anti-contagio – è proseguita con la lettura del rituale messaggio del Presidente della Repubblica.
Il Generale Stefanizzi ha poi esaltato l’importanza della ricorrenza e premiato i militari che si sono particolarmente distinti in operazioni di servizio.
Sono stati diversi i militari del Comando Provinciale di Napoli, alla presenza del Generale La Gala, a ricevere attestazioni di merito, testimonianza dell’intenso impegno profuso su ogni fronte, grazie alla capillarità territoriale delle 100 Stazioni e Tenenze Carabinieri, le 16 Compagnie con i Nuclei Radiomobili e i Reparti Investigativi di tutto il Comando Provinciale.
Nell’ambito del contrasto alla criminalità organizzata, i militari del Comando Provinciale di Napoli hanno colpito duramente – sotto il coordinamento della DDA partenopea – i clan operanti in città e provincia.
Intenso l’impegno dei Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli, da sempre impegnati su più fronti, grazie alla capillarità sul territorio ove è presente con 16 compagnie e 100 tra Stazioni e Tenenze Carabinieri.
Tra le operazioni più importanti e recenti quella dell’aprile scorso che ha consentito di colpire duramente gli appartenenti del clan Sibillo (sodalizio denominato, in gergo cinematografico, “Paranza dei Bambini”) operante nel centro storico di Napoli. 21 le persone arrestate dai Carabinieri della Compagnia Napoli Centro in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia per associazione di tipo mafioso, “estorsione”, “ricettazione”, “spaccio di sostanze stupefacenti”, “detenzione e porto abusivo di armi da fuoco” e “sfruttamento della prostituzione”, aggravati dalle “finalità mafiose”. In quella stessa circostanza il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli ha eseguito un decreto di sequestro, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, con contestuale rimozione di un “altarino celebrativo” abusivamente edificato in onore del promotore del sodalizio Emanuele SIBILLO, deceduto in un agguato di stampo camorristico nel 2015.
51 le persone arrestate invece a maggio nelle province di Napoli, Avellino, Benevento, Bergamo, Caserta, Cosenza, Forlì, Imperia e Isernia nel corso di un operazione condotta dal Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna coordinati dalla DDA di Napoli: gli indagati, chiamati a rispondere, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, tutti aggravati dalle finalità mafiose, sono ritenuti appartenenti a un’organizzazione dedita all’approvvigionamento ed alla commercializzazione su scala regionale e nazionale di sostanze stupefacenti con base logistica nel Parco Verde di Caivano.
Nel marzo del 2020, invece, a Castellammare e Gragnano, il Nucleo Investigativo di Torre Annunziata ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP di Napoli, su richiesta della locale DDA, nei confronti di 16 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione illegale di armi, tutti aggravati dalle finalità mafiose.
L’attività investigativa – durante la quale è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo, di beni mobili, immobili e quote societarie per un valore complessivo di 6 milioni di euro – ha consentito di documentare l’attuale articolazione territoriale dello storico clan D’Alessandro, egemone in Castellammare di Stabia, definendone la composizione di vertice.
Ancora il Nucleo Investigativo di Napoli, questa volta insieme alla Compagnia di Napoli Bagnoli, che il 7 maggio scorso ha inferto un duro colpo alla criminalità organizzata. In un negozio di ortofrutta i Carabinieri hanno trovato 10 pistole, 6 kalashnikov, 5 pistole mitragliatrici, 2 giubbetti anti-proiettili, 1 bomba carta e diverso munizionamento. Rinvenuti e sequestrati anche 13 chili di droga. 2 le persone incensurate che vennero arrestate.
Il Comando Provinciale, attraverso le sue articolazioni rappresentate dai Nuclei Investigativi, Nuclei Informativi e soprattutto dalla fitta rete di “sentinelle” sul territorio costituita dalle 100 Stazioni e Tenenze Carabinieri, coordinate dalle 16 Compagnie, effettua una costante attività di monitoraggio sui movimenti di denaro anche per quanto concerne acquisti e vendite di attività commerciali e turistiche, in sintonia con la DDA. I Carabinieri – con costante impegno e scrupolosa determinazione – hanno operato e continuano ad operare un monitoraggio e una mappatura delle attività imprenditoriali in odore di crisi. Nei confronti di questi imprenditori possono emergere indicatori di rischio ed esposizione ad infiltrazioni criminali. Per tale motivo il Comando Provinciale di Napoli sta fornendo il proprio qualificato contributo alle attività della cabina di regia coordinata dal Prefetto e finalizzata all’emissione di interdittive antimafia.
Incisiva l’azione di attacco ai patrimoni illecitamente accumulati: 226 i beni mobili e immobili sequestrati e confiscati nell’ultimo anno per un valore che raggiunge i 79 milioni di euro.
L’impegno del Comando Provinciale di Napoli è evidente nel contrasto al traffico di stupefacenti: sottratti alla criminalità oltre 112 chili di hashish, 23 di cocaina, 5 chili di eroina e 161 chili di marijuana.
Sequestrate anche numerose armi da fuoco ed esplosivi: 330 tra pistole, fucili, mitragliatori e kalashnikov. Tra queste anche 55 armi bianche.
Alta l’attenzione per le fasce deboli e sul fenomeno delle truffe ai danni degli anziani. Negli ultimi mesi, complice l’attività di sensibilizzazione messa in atto dal Comando Provinciale di Napoli, sono state arrestate ben 30 persone.
E ancora fasce deboli con la violenza di genere il cui contrasto impegna con determinazione i Carabinieri napoletani. Numerosi gli interventi in abitazioni private per litigi, estorsione da parte di familiari tossicodipendenti, tentati omicidi e maltrattamenti in famiglia.
Ed è proprio per sconfiggere questo reato odioso che l’Arma dei Carabinieri è in prima linea con attività preventive e repressive e iniziative di sensibilizzazione in città e provincia. Esiste a Capodimonte la “stanza tutta per sé”, un ambiente realizzato in collaborazione con Soroptimist Italia e dedicato all’ascolto di vittime di violenze o abusi. In programma l’inaugurazione di una seconda “stanza”, questa volta in provincia, nella città di Caivano.
Di grande utilità si è dimostrato lo smartwatch “mobile angel”, un dispositivo affidato alle vittime di stalking o violenza che consente di attivare l’intervento del 112 con un semplice click.
Realizzato anche un poster nel quale si sensibilizzano le vittime di violenza di genere a denunciare: un’iniziativa semplice, ma d’impatto con un poster affisso nelle 100 stazioni e tenenze Carabinieri del territorio napoletano.
Ma in quest’ultimo anno che ha visto i Carabinieri impegnati a fronteggiare un nemico invisibile ma quanto mai pericoloso come il Covid-19, i militari del Comando Provinciale di Napoli si sono distinti – oltre che nelle operazioni di polizia giudiziaria – anche nel sociale e nell’assistenza al cittadino.
D’intesa con Poste Italiane S.p.A. i Carabinieri hanno consegnato 330 pensioni a tutti quegli anziani di Napoli e provincia che durante il lockdown non potevano uscire ed avevano i propri cari lontano. I militari delle 100 Stazioni e Tenenze Carabinieri sparse in tutta la provincia hanno fatto sentire la propria vicinanza al cittadino anche solo per una visita, per consegnare loro la spesa o per acquistare dei farmaci. I Carabinieri della centrale operativa hanno fornito consigli o anche solo una parola di conforto in quella obbligata solitudine. In sintonia con gli istituti scolastici sono stati consegnati i tablet agli studenti per le lezioni in DAD.
In questo anno così difficile per tutti bisogna ricordare anche i singoli episodi dove i Carabinieri – in attività di istituto o liberi dal servizio – si sono distinti.
Basti pensare al Maresciallo addetto alla Stazione Scampia che durante il primo lockdown, come tanti altri militari, ha consegnato dei farmaci ad una famiglia colpita dall’epidemia. In quell’occasione non sapevano a chi rivolgersi e pensarono bene di contattare i Carabinieri. A rispondere il sottufficiale che si prodigò nel consegnare loro i medicinali di cui necessitavano ed incarnando così la missione dell’altruismo che tutti i Carabinieri debbono sentire propria.
Oppure il Comandante della Stazione di Napoli Capodimonte che aiutò una famiglia che – positiva al covid – era rimasta senza denaro per poter acquistare la spesa a domicilio. Fu il Maresciallo, contattato in Caserma – a mettersi a disposizione della famiglia bisognosa sì di un semplice gesto di solidarietà ma anche di una persona di fiducia alla quale consegnare una carta bancomat come fosse un padre o un amico.
Se torniamo indietro di qualche mese, in una sera di agosto dello scorso anno, l’Appuntato dei Carabinieri addetto alla Stazione di Gragnano fu aggredito a Castellammare di Stabia da un branco di giovani, tutti poi arrestati. Era intervenuto libero dal servizio per sedare una rissa, fu picchiato selvaggiamente e colpito con uno sgabello alla testa davanti agli occhi atterriti dei suoi familiari e del suo bambino. Un intervento che altro non è che parte integrante di quel senso del dovere che contraddistingue tutti i Carabinieri.
Ancora agosto, questa volta in città, nella centrale via Tribunali a Napoli. Una coppia di turisti con il proprio bambino di 9 anni sta pranzando. Un Carabiniere 23enne è di pattuglia e vede che qualcosa non va. Il bambino è cianotico, quasi non respira più. Il militare non ci pensa 2 volte e scende dall’auto. Pratica al piccolo la manovra di Heimlich e lo sottrae alla morte.
Era metà novembre dell’anno scorso quando un Maresciallo del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli si stava recando a lavoro a bordo di un vagone della linea Cumana. Un ragazzo non indossava la mascherina, i passeggeri si lamentarono ma ottennero un netto rifiuto. Intervenne il Sottufficiale e, presentandosi, chiese al giovane di indossare la mascherina. Per tutta risposta ottenne un pugno che gli causò la rottura del setto nasale e un dente spezzato. Il ragazzo venne arrestato e il Maresciallo fu ricoverato in ospedale.
Sacrificio è la parola d’ordine, un concetto che è comune denominatore di ogni comportamento del Carabiniere. Impossibile non pensare a quei militari che si sono ammalati di Covid o che addirittura hanno perso la vita durante il servizio finalizzato alla limitazione del fenomeno epidemico. Questi episodi rappresentano l’apice dell’essenza del Carabiniere nel “servire” la popolazione: continuare ad esserle vicini sulle strade ogni giorno e contro ogni difficoltà.
Elenco delle operazioni di rilievo:
Il 29 luglio 2020, in Napoli e provincia, militari della Compagnia di Nola hanno dato esecuzione a una misura cautelare emessa dal Gip di Nola, su richiesta della locale Procura, nei confronti di 7 indagati (6 in carcere e 1 agli arresti domiciliari), ritenuti responsabili, a vario titolo, di “rapina aggravata” e “furto aggravato”.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Nola e condotta dalla Stazione di Palma Campania tra aprile a giugno 2019, ha permesso di raccogliere elementi in ordine a:
- una rapina a mano armata in danno di un cittadino bengalese
- un furto in un’abitazione ad Ottaviano (NA), per un valore di circa 2.000 euro, e due in aziende manifatturiere in Piazzolla di Nola (NA) e Poggiomarino (NA), ove i malfattori si erano introdotti con la c.d. tecnica del buco, asportando merce per un valore di circa 10.000 euro.
Nel corso delle investigazioni è stata recuperata l’intera refurtiva sottratta all’azienda di Poggiomarino, consistente in 8 bancali su cui erano imballati 744 contenitori del tipo pouf in tessuto rinvenuti in Sarno (SA).
Il 21 settembre 2020, in Sassari, Saluzzo (CN), Larino (CB) ed Oristano, militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Napoli hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere – emessa dal GIP del Tribunale partenopeo su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia – nei confronti di 4 indagati (già detenuti per altra causa), appartenenti al clan Di Lauro (operante nei quartieri di Scampia e Secondigliano), ritenuti responsabili di “omicidio” e “detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo”, aggravati dal “metodo mafioso”.
L’indagine, condotta dal citato reparto dal marzo 2019, ha consentito di:
- raccogliere univoci indizi di colpevolezza a carico degli indagati in relazione all’omicidio di MAISTO Ciro, affiliato al clan Di Lauro, commesso in Napoli il 6 agosto 2008 ricondurre l’azione omicidiaria ad un atto di epurazione interna al citato gruppo camorristico.
Tra gli arrestati figura, in qualità di mandante, DI LAURO Marco, elemento di vertice dell’omonimo clan, già nell’elenco dei “latitanti di massima pericolosità – Programma Speciale di Ricerche” ed arrestato nel marzo 2019 dopo 15 anni di irreperibilità
Il 25.9.2020, in Torre Annunziata, militari del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata (Na), unitamente alla Squadra Mobile di Napoli hanno dato esecuzione ad una misura cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 15 indagati (14 liberi e 1 già detenuto per altra causa), di cui 5 eseguiti dall’Arma, ritenuti responsabili a vario titolo di “associazione di tipo mafioso”, “tentata estorsione”, “danneggiamento”, “porto e detenzione di materie esplodenti”, tutti aggravati dal metodo mafioso.
Il provvedimento scaturisce da autonome e convergenti acquisizioni del citato Reparto e della Polizia di Stato che hanno consentito di:
- riscontrare l’operatività di una nuova organizzazione camorristica, denominata “Quarto Sistema”, composta da giovani di età ricompresa tra 25 e 35 anni, nata in contrapposizione alle storiche consorterie camorristiche operanti sul territorio torrese (Gallo-Cavalieri e Gionta);
- raccogliere elementi in ordine ad attività estorsive poste in essere dagli indagati in danno di un’attività commerciale (concessionaria) ed una impresa edile, anche con l’uso di ordigni esplosivi
La Compagnia di Giugliano in Campania, delegata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP di quel Tribunale, nei confronti di 3 indagati (di cui 1 già detenuto per altra causa), ritenuti responsabili di “estorsione continuata”, aggravata dalle finalità mafiose.
Le indagini, condotte dalla Sezione Operativa della Compagnia di Giugliano in Campania, hanno consentito, anche grazie alle dichiarazioni rese dalle vittime, di:
- documentare 4 richieste estorsive, ai danni rispettivamente di 2 imprenditori edili (costretti a consegnare delle somme di denaro al fine di poter proseguire lavori di ristrutturazione presso private abitazioni) e di 2 commercianti (settore casalinghi e alimentari), operanti tutti nell’area del comune di Qualiano (NA);
- ricondurre la menzionata attività estorsiva al clan camorristico “De Rosa”, egemone in quel territorio.
Il 9 ottobre 2020, in Marano di Napoli (NA), Nuoro (NU) e Tolmezzo (UD) militari del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione a n.2 distinte ordinanze di custodia cautelare in carcere – emesse dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia – nei confronti di:
- 7 soggetti (di cui n.2 già ristretti per altra causa, nonché n.2 soggetti già irreperibili) indiziati a vario titolo di “associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti aggravata del metodo e delle finalità mafiose” (artt. 74 D.P.R. 309/1990 – 416 bis.1 C.P.) e “associazione di tipo mafioso” (art. 416 bis. C.P.);
- 1 soggetto per “trasferimento fraudolento di valori” (art. 512 bis C.P.), “impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita” (art. 648 ter C.P.) e “autoriciclaggio” (art. 648 ter 1 C.P.), con il contestuale sequestro preventivo di una società operante nel settore della commercializzazione di autovetture.
Le due attività investigative, avviate rispettivamente nel febbraio 2017 e nel novembre del 2018, hanno permesso di delineare l’assetto criminale e le attività imprenditoriali riconducibili a un gruppo criminale attivo nel traffico di sostanze stupefacenti, operante nel comune di Marano e collegato allo storico clan “Orlando – Nuvoletta”, egemone in quell’area.
Il 13 ottobre 2020, a Villaricca, Calvizzano, Mugnano di Napoli e Giugliano in Campania, militari della Compagnia Carabinieri di Marano di Napoli hanno dato esecuzione ad una misura cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli Nord su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 15 indagati (14 in carcere e 1 agli arresti domiciliari, di cui 1 già ristretto presso la casa circondariale di Napoli Poggioreale), ritenuti responsabili di “detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti”.
L’indagine, condotta dalla Stazione di Villaricca dal febbraio al maggio 2018, ha consentito di:
- delineare ruoli e funzioni degli indagati, i quali effettuavano cessioni di sostanze stupefacenti in vari comuni dell’hinterland partenopeo;
- recuperare, nel corso delle attività investigative, complessivamente 1.3 kg di hashish, marijuana e cocaina, arrestando in flagranza n. 6 soggetti.
Il 20 ottobre 2020, in Napoli, militari della Compagnia Napoli Vomero hanno dato esecuzione a 24 ordinanze di custodia cautelare (19 in carcere, 2 agli arresti domiciliari e 3 divieti di dimora nella provincia di Napoli) emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale D.D.A., nei confronti di 24 indagati (18 liberi, 5 già ristretti per altra causa, 1 deceduto per omicidio) ritenuti responsabili di “associazione di tipo mafioso”, “associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti”, “estorsione” e “detenzione di armi e munizioni”.
L’indagine, condotta nel 2018 dal Nucleo Operativo della Compagnia Napoli Vomero, ha consentito di:
- individuare i vertici e gli affiliati del clan Cifrone egemone nei quartieri partenopei di Miano, Marianella, Chiaiano, Piscinola, Don Guanella, Colli Aminei, Sanità;
- definire la struttura e i ruoli svolti dagli indagati nell’ambito di un’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, gestita da alcuni degli appartenenti al citato clan Cifrone;
- ricostruire le dinamiche criminali con cui il gruppo criminale sottoponeva 11 attività commerciali ad attività estorsive, imponendo inoltre la fornitura di alcune tipologie di generi alimentari.
Il 20 ottobre 2020 i militari del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna (NA) hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di due indagati (di cui uno già ristretto per altra causa), responsabili di “omicidio volontario”, “porto e detenzione illegale di arma da fuoco” e “ricettazione”, tutti i cit. reati aggravati dalle modalità e finalità mafiose.
L’indagine, condotta dal citato Nucleo Investigativo, ha consentito di,:
- individuare nei predetti gli esecutori dell’omicidio di TORTORA Pasquale, esponente apicale dell’omonimo clan, avvenuto in Acerra il 20 maggio 2020
- inquadrare l’evento nell’ambito della conflittualità tra opposti gruppi criminali operanti nell’area acerrana.
Nella mattina del 2 novembre 2020, i militari della Stazione di Afragola e della Sezione Operativa della Compagnia di Casoria hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli Nord su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 3 soggetti ritenuti responsabili di tentata rapina in concorso, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, nonché di danneggiamento aggravato
Le indagini, avviate nell’immediatezza il 4 ottobre u.s., hanno consentito di individuare nei predetti:
- i responsabili del tentativo di furto di un’autovettura in sosta presso l’area di parcheggio del centro commerciale IKEA di Afragola avvenuto nella serata del 4 ottobre u.s
- gli occupanti del veicolo che, nel darsi alla fuga dopo essere stato intercettato da una pattuglia della Stazione di Afragola – impegnata in servizio di prevenzione al fenomeno dei furti e delle rapine in quella stessa area commerciale – aveva investito un militare effettivo alla Stazione di Afragola, il quale, appiedato, aveva cercato di impedirne l’uscita dal parcheggio.
Nella mattina del 2 novembre 2020, in Agerola (NA), Castellammare di Stabia (NA), Pompei (NA) e San Fele (PZ), militari della Compagnia di Castellammare di Stabia hanno eseguito una misura cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 6 indagati (3 in carcere e 3 agli arresti domiciliari, di cui 5 liberi e 1 in regime di detenzione domiciliare), ritenuti responsabili a vario titolo di “estorsione” aggravata dalle modalità mafiose.
L’attività investigativa, condotta dal maggio 2018 a settembre 2019, ha consentito di documentare come gli indagati, in forza dell’appartenenza al clan “GENTILE” – operante in Agerola e sui Monti Lattari – , abbiano imposto a numerosi commercianti e imprenditori locali, l’acquisto di gadget e capi di abbigliamento a prezzi sensibilmente maggiorati.
Nella mattina del 7 novembre 2020, in Marano di Napoli (NA), militari della locale Compagnia hanno eseguito una misura cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 6 indagati (4 in carcere e 2 agli arresti domiciliari, di cui 5 liberi e 1 già in regime di detenzione domiciliare), ritenuti responsabili di “associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti”.
L’attività investigativa, condotta dalla Sezione Operativa di Marano da gennaio ad ottobre 2018, ha consentito di:
- individuare un gruppo criminale dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti, operante nei territori di Marano di Napoli, Villaricca e Giugliano in Campania;
- delineare ruoli, funzioni e compiti degli indagati nell’ambito del sodalizio;
- recuperare, nel corso delle attività investigative, complessivi Kg 0,5 di sostanze stupefacenti (cocaina, hashish e marijuana), arrestando 4 persone in flagranza
Il 23 novembre 2020, in Napoli, militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale partenopeo su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 5 indagati (uno dei quali già irreperibile), ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di “porto e detenzione illegale di armi”, “violenza privata” e “estorsione”, aggravati dal metodo mafioso.
Le indagini, condotte dal citato Reparto, dal gennaio 2018 all’ottobre 2019, hanno consentito di:
- accertare la responsabilità di due tra gli indagati, in qualità di appartenenti al clan “De Luca Bossa – Minichini – Rinaldi” (operante nei quartieri di Ponticelli, Barra e San Giovanni a Teduccio), in ordine ad una condotta estorsiva commessa nei confronti del “gestore” di una “piazza di spaccio” attiva nel quartiere “Mercato” e riconducibile all’avverso clan dei Mazzarella (operante nel quartiere di Ponticelli, Barra e San Giovanni a Teduccio);
- attribuire a tre tra gli indagati, l’esplosione di colpi d’arma da fuoco, avvenuta il 12 gennaio 2018, all’indirizzo degli emissari del clan De Luca Bossa che tentavano di riscuote la somma di denaro richiesta;
- inquadrare le suddette azioni delittuose nell’ambito della violenta contrapposizione tra i citati gruppi camorristici dei Mazzarella e dei De Luca Bossa per il controllo delle attività illecite e delle piazze di spaccio dell’area orientale di Napoli.
Il 24 novembre 2020, la Stazione di Napoli Chiaia, nel capoluogo e nella provincia partenopea, hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di 8 persone (7 arresti domiciliari ed 1 obbligo di firma), emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura della Repubblica, in quanto ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata ai furti di autovetture ed alla ricettazione.
Le attività d’indagine, avviate ad aprile 2018 – a seguito del furto dell’autovettura del Console Onorario della sede di Napoli del Principato di Monaco, hanno consentito di:
- dimostrare l’esistenza di un’articolata associazione finalizzata al furto di auto di grossa cilindrata nelle province di Napoli, Caserta e Salerno;
- accertare la commissione di 45 episodi delittuosi, tra furti e ricettazioni di autovetture;
- sequestrare apparecchiature elettroniche per la codifica, clonazione e apertura dei veicoli.
Il 2 dicembre 2020, i militari del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna (NA) hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 8 indagati (5 in carcere e 3 agli arresti domiciliari), poiché gravemente indiziati, a vario titolo, di “associazione per delinquere”, “usura”, “estorsione” e “detenzione illegale di armi da fuoco”, tutti aggravati dalle modalità mafiose.
L’indagine, avviata a seguito dell’omicidio di MARINIELLO Vincenzo, capo dell’omonimo clan operante in Acerra.
- le modalità e le vittime dell’attività usuraria e estorsiva condotta da alcuni affiliati, nei confronti di artigiani e commercianti operanti nell’area di Acerra (tasso usuraio applicato dall’8% al 120% mensile);
- la disponibilità di armi da parte del sodalizio (2 pistole).
Il 3 dicembre 2020, in Napoli e presso gli Istituti Penitenziari di Benevento e Terni, i militari del Nucleo Investigativo di Napoli hanno eseguito una misura cautelare (5 in carcere e 1 agli arresti domiciliari) emessa dal G.I.P. del Tribunale partenopeo, nei confronti di 6 indagati (di cui 4 già detenuti per altra causa e 2 sottoposti agli arresti domiciliari per altra causa), ritenuti responsabili di “associazione di tipo mafioso”.
Le indagini, condotte dal citato Reparto dal 2018 al 2020 sulla base di dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno consentito di:
- delineare i ruoli dei predetti, prevalentemente dediti al traffico di stupefacenti ed alle attività estorsive, nell’ambito del clan “Puccinelli” – operante nell’area flegrea di Napoli (quartiere Rione Traiano e Fuorigrotta);
- accertare le modalità di gestione della “cassa comune” e di mantenimento dei familiari degli affiliati detenuti, attraverso il pagamento delle c.d. “mesate”.
Il 16 dicembre 2020, in Napoli, Castello di Cisterna, Pomigliano d’Arco, Giugliano in Campania, Pimonte (CE), Santa Maria Capua Vetere (CE), Castel Volturno (CE), Valle di Maddaloni (CE), Salerno e Cosenza, militari della Compagnia CC di Castello di Cisterna hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare (20 in carcere e 3 agli arresti domiciliari), emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 23 soggetti (7 già detenuti e 4 agli arresti domiciliari) indiziati, a vario titolo, di “associazione di tipo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, detenzione di armi, nonché di reati contro la persona”.
L’attività, condotta dall’ottobre 2016 al dicembre 2017, ha consentito di:
- documentare l’esistenza di una stabile struttura organizzativa di tipo camorristico, operante nei quartieri popolari della cd. “219” di Castello di Cisterna e Pomigliano d’Arco, dedita al traffico di sostanze stupefacenti;
- individuare il mandante e l’esecutore del ferimento, avvenuto il 26 ottobre 2016 mediante l’esplosione di colpi d’arma da fuoco, di un elemento di spicco di un sodalizio contrapposto
- sequestrare armi tra cui quattro pistole
Il 05 gennaio 2021, in Vico Equense (NA) e Castellammare di Stabia (NA), militari della Compagnia di Sorrento hanno eseguito una misura cautelare personale (5 in carcere e 1 obbligo di firma) e reale, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Torre Annunziata su richiesta della locale Procura, nei confronti di 6 indagati (5 liberi, 1 ai domiciliari), ritenuti responsabili di usura.
L’attività investigativa, svolta dalla Sezione Operativa della Compagnia di Sorrento da luglio 2019 a settembre 2020, ha consentito di:
- accertare la commissione, anche durante la fase iniziale della pandemia (febbraio-maggio 2020) di diverse condotte usurarie in danno di privati, imprenditori (operanti nel settore dell’edilizia e del commercio di prodotti ittici – arredamenti), con un tasso di interesse superiore al 10% mensile;
- individuare e sequestrare beni e denaro nella disponibilità di 3 indagati (immobili, conti correnti e autovetture) per un valore complessivo di oltre 350.000 euro.
Il 14 gennaio 2021, in Boscoreale (NA), militari della Compagnia di Torre Annunziata hanno eseguito una misura cautelare (3 in carcere, 2 agli arresti domiciliari) emessa dal G.I.P. del Tribunale di Torre Annunziata su richiesta della locale Procura, nei confronti di 5 indagati (tutti liberi), ritenuti responsabili di “coltivazione di sostanze stupefacenti” e “furto”.
L’attività investigativa, svolta dalla Stazione di Boscoreale nel mese di luglio 2020, ha consentito di accertare che gli indagati:
- avevano occupato abusivamente un terreno nell’agro di Boscoreale, per la coltivazione di piante di marijuana (oltre 100 per un peso di circa kg.24);
- si erano illecitamente allacciati alla rete elettrica, per illuminare un piccolo locale adibito a deposito dello stupefacente.
Il 19 gennaio 2021, nelle province di Napoli e Caserta, militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli hanno eseguito una misura cautelare (11 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 2 obblighi di presentazione alla p.g.), emessa dal G.I.P. del Tribunale partenopeo su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 16 indagati (di cui 5 già detenuti per altra causa), ritenuti responsabili a vario titolo di “associazione di tipo mafioso”, “omicidio”, “lesioni”, “armi” , “estorsione”, “procurata inosservanza di pena”, “ricettazione” ed altro.
Le indagini, condotte dal citato Reparto dal maggio 2016 al marzo 2018, hanno consentito di:
- ricostruire l’operatività, che si manifestava anche mediante il compimento delle c.d. “stese”, del clan “D’ausilio, operante nei quartieri di Cavalleggeri d’Aosta, Coroglio, Bagnoli ed Agnano, come articolazione territoriale dell’organizzazione camorristica “Alleanza di Secondigliano”;
- accertare le dinamiche criminali che regolavano le condotte del gruppo, nonché le modalità di gestione della “cassa comune” e di mantenimento dei familiari degli affiliati detenuti, attraverso il pagamento delle c.d. “mesate”;
- localizzare e catturare il latitante D’AUSILIO Felice, ergastolano evaso e poi resosi irreperibile, nonché ricostruire la rete dei fiancheggiatori
- documentare la commissione di dodici estorsioni in danno di attività imprenditoriali (due imprese edile) e commerciali (due bar ed una officina meccanica), un lido balneare, parcheggiatori abusivi, prostitute ed un ormeggio di barche, con il pagamento, con cadenza periodica o una tantum, di somme di denaro tra 100 euro e 50mila euro;
- acquisire elementi probatori in relazione ad una gestione “mafiosa” dei parcheggi abusivi nelle aree urbane, in prossimità dei locali notturni insistenti sull’area Flegrea;
- individuare i responsabili dell’omicidio di ARRIGO Gaetano, parcheggiatore abusivo, avvenuto il 17 giugno 2016), finalizzato ad affermare il dominio criminale del menzionato clan ed acquisire il controllo e la gestione dei parcheggi di Coroglio nell’area occidentale della città;
- arrestare, in esecuzione di provvedimenti emessi dall’A.g., sette soggetti per estorsione aggravate dal metodo mafioso
Il 2 febbraio 2021, in Napoli e Afragola (NA), i militari del Comando Compagnia di Casoria (NA) hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare, (9 in carcere e 5 ai domiciliari), emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 14 indagati (tutti liberi) in quanto ritenuti responsabili di “associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri”.
Le indagini, svolte dai militari della Stazione Carabinieri di Afragola dal luglio 2018 all’aprile 2019, hanno consentito di:
- accertare l’operatività di un gruppo criminale operante in Afragola dedito al traffico di T.L.E.;
- documentare l’approvvigionamento dei tabacchi e la loro commercializzazione in quel Rione Salicelle e nei pressi del cimitero del comune di Afragola;
- recuperare e sottoporre a sequestro T.L.E. per un peso complessivo di circa 200 kg.
Durante la fase esecutiva, sono state eseguite perquisizioni domiciliari nei confronti di ulteriori quattro indagati (non destinatari di misura cautelare).
Il 9 marzo 2021, in Napoli, militari della Compagnia Napoli Vomero hanno eseguito un provvedimento cautelare emesso dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale D.D.A., nei confronti di n. 8 indagati (3 liberi, e 5 già detenuti), ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di “rapina e tentata estorsione, aggravati dalle modalità mafiose”.
L’indagine condotta, dal settembre 2020 al febbraio 2021, dal Nucleo Operativo della Compagnia Napoli Vomero, ha permesso di:
- documentare l’operatività del clan “CIFRONE”, nei quartieri partenopei di Miano, Marianella e Chiaiano;
- individuare i sei responsabili di una rapina a mano armata avvenuta il 13 febbraio 2020, ai danni di un negozio di telefonia, per un valore di 9mila euro circa;
- specificare e delineare le circostanze con cui 6 indagati avanzavano richieste estorsive nei confronti di un patronato e di un esercizio commerciale del quartiere Vomero (episodi denunciati dagli interessati).
L’11 marzo 2021, in Casandrino (NA), militari della Compagnia di Giugliano in Campania hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare personale (7 provvedimenti di cui 2 in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 1 all’obbligo di presentazione alla P.G.), emessa dal GIP del Tribunale di Napoli – Nord su richiesta della locale Procura, nei confronti di 7 indagati (4 liberi e 3 ai domiciliari) ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati traffico di sostanze stupefacenti, furto, danneggiamento ed estorsione.
Le indagini, condotte dalla Stazione di Grumo Nevano dal settembre al dicembre 2019, hanno consentito di:
- identificare i membri di un gruppo criminale dedito allo “spaccio” di sostanze stupefacenti (hashish e cocaina), operante in Casandrino (NA);
- procedere al sequestro di numerosi dosi di stupefacenti (per un totale di 2.5 gr. di cocaina), documentazione di circa 50 cessioni di sostanza stupefacente;
- accertare le responsabilità di un indagato in ordine ad un furto e un danneggiamento ai danni di una sala scommesse del Comune di Casandrino (NA).
Il 23 Marzo 2021, in Castellammare di Stabia (NA) e Gragnano (NA), militari del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata (NA) hanno eseguito una misura cautelare personale (15 in carcere, 1 agli arresti domiciliari), emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta di quella Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 16 indagati (8 liberi, 7 detenuti e 1 agli arresti domiciliari), ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione illegale di armi, tutti aggravati dalle finalità mafiose.
L’attività investigativa, sviluppata da agosto 2017 a novembre 2020 dal Nucleo Investigativo di Torre Annunziata (in naturale prosecuzione dell’indagine che, il 3 giugno 2020, si concludeva con l’esecuzione di 27 provvedimenti cautelari e il sequestro di beni per 15 milioni di euro), ha consentito di:
- documentare l’attuale articolazione territoriale dello storico clan D’ALESSANDRO, egemone in Castellammare di Stabia, definendone la composizione di vertice;
- accertare reati di natura estorsiva commessi nei confronti di imprese locali (operanti nei settori edile e caseario);
- attribuire al sodalizio la disponibilità di due fucili (tra cui un AK47) e di due ordigni esplosivi.
Contestualmente, è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo, di beni mobili, immobili e quote societarie, nei confronti di 4 indagati, per un valore complessivo di 6 milioni di euro.
Il 2 Aprile 2021, in Torre del Greco, militari della locale Compagnia Carabinieri hanno eseguito una misura cautelare personale (4 agli arresti domiciliari e 1 divieto di dimora), emessa dal G.I.P. del Tribunale di Torre Annunziata su richiesta della locale Procura, nei confronti di 5 indagati (4 liberi e 1 agli arresti domiciliari), ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale ( in occasione delle elezioni comunali di Torre del Greco del 2018).
L’attività investigativa, sviluppata da settembre 2019 a gennaio 2020 dalla Compagnia di Torre del Greco, che costituisce il naturale sviluppo dell’indagine conclusasi il 2 aprile 2019 con l’esecuzione di 14 provvedimenti cautelari, ha consentito di:
- documentare la presenza di un sodalizio criminale in Torre del Greco, dedito a condizionare il voto di un numero indeterminato di elettori, ai quali venivano elargite somme di denaro o promesse altre utilità (tra cui posti di lavoro);
- definire ruoli e modalità di svolgimento della attività illecite di compravendita dei voti, accertando il coinvolgimento di un attuale consigliere comunale di maggioranza (destinatario della misura degli arresti domiciliari).
Il 14 aprile 2021, a Marano di Napoli, militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli hanno dato esecuzione ad una misura cautelare (2 in carcere e 1 agli arresti domiciliari), emessa dal G.I.P. del Tribunale partenopeo su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 3 indagati, ritenuti responsabili di “trasferimento fraudolento di beni”, aggravato dal “metodo mafioso”, con il contestuale sequestro preventivi di una società operante nel settore edile.
Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo dall’ottobre 2019, hanno consentito di:
- sequestrare preventivamente, nel quartiere cittadino di Montesanto, un cantiere edile relativo a un complesso immobiliare su due livelli, esteso su superfice di 800 MQ, costituito da 12 mini appartamenti, in assenza di autorizzazione sismica e in difformità al progetto presentato, per un valore di circa 3 milioni di euro
- documentare la riconducibilità di fatto di una società, impegnata nella ristrutturazione della citata struttura, a due soggetti, considerati espressione imprenditoriale del clan Polverino/Nuvoletta, operante a Marano di Napoli;
- accertare che la citata impresa, negli anni 2018-2019, aveva avuto, in varie quartieri cittadini, commesse per lavori per oltre 300.000 euro;
- sottoporre a sequestro preventivo la società, con l’intero assetto patrimoniale, per un valore complessivo di oltre 100.000 euro.
Il 15 aprile 2021, in provincia di Napoli e Piacenza, militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale partenopeo su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 6 indagati (di cui 2 già detenuti per altra causa), ritenuti responsabili del reato di “estorsione”, aggravato dal “metodo mafioso”.
L’indagine, avviata a marzo 2018 dal citato Nucleo, ha consentito di accertare:
- la responsabilità degli indagati in ordine ad una condotta estorsiva posta in essere da 3 affiliati al clan “D’Amico” (articolazione territoriale della confederazione camorristica dei “Mazzarella”, attivo nel quartiere cittadino di San Giovanni a Teduccio di Napoli), nei confronti di un imprenditore di Busto Arstizio (VA), originario del napoletano e operante nel settore della ristorazione;
- la riconducibilità della pretesa estorsiva ad un debito, contratto dal citato imprenditore con alcuni familiari (3 dei quali destinatari di misura), i quali si erano rivolti al sodalizio per ottenerne la restituzione (5.700 euro il credito vantato).
Il 16 aprile 2021, i militari della Compagnia di Castello di Cisterna (Na) hanno dato esecuzione a un provvedimento cautelare (5 arresti domiciliari e 1 divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima), emesso dal GIP del Tribunale di Nola su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 6 indagati (tutti attualmente in libertà) ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di “tentata estorsione aggravata e continuata”.
Le indagini, avviate a seguito della denuncia sporta il 26 gennaio 2020 da un imprenditore edile di Casalnuovo di Napoli, hanno consentito di:
- accertare le condotte estorsive poste in essere dagli indagati nei confronti del citato imprenditore, al quale erano stati commissionati alcuni lavori di ristrutturazione di un immobile sito in Napoli (di proprietà di uno dei destinatari di misura cautelare);
- ricondurre la pretesa estorsiva alla volontà degli indagati di ottenere la parziale restituzione della somma di denaro versata quale corrispettivo per gli interventi eseguiti (13.000 euro a fronte dei 16.000 euro versati).
Il 19 Aprile 2021, in Poggiomarino (NA), Gragnano (NA), Lettere (NA), Boscoreale (NA), Cercola (NA), Pagani (SA), Scafati (SA), Campagna (SA), Battipaglia (SA), Eboli (SA), Scalea (CS), Sanremo (IM), Tre Castelli (AN), Reggio Emilia, militari del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata (NA) hanno dato esecuzione a una misura cautelare (26 provvedimenti cautelari in carcere), emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 26 indagati (22 liberi, 1 in carcere, 3 agli arresti domiciliari), ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsione continuata, detenzione illegale di armi comuni da sparo, aggravati dalle finalità mafiose.
L’attività investigativa, sviluppata tra dicembre 2016 e febbraio 2020, ha consentito di:
- accertare l’operatività e la coesistenza – anche conflittuale – sul territorio di Poggiomarino, di due organizzazioni camorristiche riconducibili rispettivamente allo storico clan Fabbrocino e al clan Giugliano;
- documentare le attività di approvvigionamento e commercializzazione di sostanze stupefacenti da parte di appartenenti ad entrambi i gruppi mafiosi (rilevata la disponibilità complessiva di kg. 120 di marijuana e kg. 1 di hashish), traendo in arresto, nel corso dell’indagine, 4 persone;
- rilevare un collegamento, per la fornitura dello stupefacente, con esponenti delle ‘ndrine calabresi della Piana di Gioia Tauro;
- ricostruire episodi di intimidazione ed estorsione compiuti sul territorio di Poggiomarino da parte di esponenti del clan Giugliano.
Nella circostanza, è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo, nei confronti di nr. 15 indagati (riconducibili ad entrambi i sodalizi), relativamente a beni mobili, immobili, beni aziendali (trattasi di società operanti nel settore della ristorazione, distribuzione alimentare e Bar), rapporti finanziari, per un valore complessivo di Euro 50.000.000,00.
Il 26 aprile 2021, in Napoli e Trentola Ducenta (CE), militari del Nucleo Investigativo di Napoli e del Reparto Territoriale di Mondragone (CE) hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale partenopeo, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 5 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di “omicidio”, “tentato omicidio” e “porto e detenzione illegale di armi”, “aggravati dal metodo mafioso”.
L’ indagine, sviluppata nell’ambito dell’attività investigativa – in corso – condotta dal Nucleo Investigativo di Napoli sul clan Sorianiello (operante nel quartiere di Rione Traiano), ha consentito di:
- documentare nel dettaglio il movente e le modalità esecutive con cui è stata condotta l’azione omicidiaria, avvenuta il 10 settembre 2020 a Castel Volturno (CE), nei confronti dei cittadini nigeriani OVIAMWONYI Desmond e IADHOSA Morris Joe, (quest’ultimo ferito al piede);
- inquadrare l’evento quale atto di ritorsione (azione punitiva) nei confronti dei due extracomunitari, colpevoli di aver sottratto un rilevante quantitativo di sostanza stupefacente (marijuana e cocaina per un valore di circa 40.000 euro), rinvenuto casualmente all’interno di un giardino privato del parco della “99” – sito nel quartiere Rione Traiano – ove gli stessi erano stati incaricati di effettuare un servizio di pulizia.
Il 28 aprile 2021, in Napoli, militari della Compagnia Napoli Centro hanno eseguito una misura cautelare (16 in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 1 divieto di dimora nella provincia di Napoli), emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 21 indagati (di cui 8 già detenuti), appartenenti al clan Sibillo (sodalizio denominato, in gergo cinematografico, “Paranza dei Bambini”) operante nel centro storico cittadino e ritenuti responsabili, a vario titolo, di “associazione di tipo mafioso”, “estorsione”, “ricettazione”, “spaccio di sostanze stupefacenti”, “detenzione e porto abusivo di armi da fuoco” e “sfruttamento della prostituzione”, aggravati dalle “finalità mafiose”.
Le indagini, condotte dal citato Reparto dal gennaio al novembre 2019, hanno consentito di:
- ricostruire l’operatività del clan “Sibillo”, operante nel centro storico di Napoli, come articolazione territoriale dell’organizzazione camorristica denominata “Alleanza di Secondigliano”;
- accertare le modalità di gestione della “cassa comune” e di mantenimento dei familiari degli affiliati detenuti, attraverso il pagamento delle c.d. “mesate”;
- ricondurre a 7 indagati tre condotte estorsive in danno di attività commerciali del centro storico di Napoli (una pizzeria, un negozio di abbigliamento ed una cartoleria), di parcheggiatori abusivi e dei gestori delle “piazze di spaccio” presenti in quell’area cittadina;
- documentare un sistema di approvvigionamento e smistamento delle sostanze stupefacenti (cocaina, marijuana e hashish) attraverso una fitta rete di pusher, dislocati nel centro cittadino (quartiere Decumani).
Medesimo contesto operativo, il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli ha eseguito un decreto di sequestro, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, con contestuale rimozione di un cd. “altarino celebrativo”, abusivamente edificato in onore del promotore del sodalizio (SIBILLO Emanuele, deceduto in un agguato di stampo camorristico nel 2015), in quanto ritenuto strumento di affermazione della forza intimidatrice ed emulativa del clan.
In data 10 maggio 2021, nelle province di Napoli, Avellino, Benevento, Bergamo, Caserta, Cosenza, Forlì, Imperia, Isernia, e presso le case circondariali di Ascoli Piceno, Cuneo, Taranto, Terni e Rovigo, militari del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione a una misura cautelare personale (51 provvedimenti, di cui 47 in carcere, 1 in regime di arresti domiciliari e 3 divieti di dimora), emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 51 indagati (di cui 9 già ristretti in carcere e 8 agli arresti domiciliari), ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, tutti aggravati dalle finalità mafiose.
L’attività investigativa, svolta dal Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna ha permesso di:
- accertare l’esistenza di una organizzazione (riconducibile al clan Sautto – Ciccarelli, egemone in Caivano), dedita all’approvvigionamento ed alla commercializzazione su scala regionale e nazionale di sostanze stupefacenti, con base logistica nel Parco Verde di Caivano;
- documentare l’operatività all’interno del citato Parco Verde di 14 piazze di spaccio;
- procedere, nel corso delle indagini, all’arresto di 10 soggetti ed al sequestro di ingenti quantitativi di stupefacente (circa 1,5 kg di cocaina, 25 kg di eroina, 17 kg di marijuana, 900 gr di crack e 300 gr. di hashish), nonché di un’arma clandestina e di munizionamento.
Il provvedimento cautelare costituisce il naturale prosieguo dell’attività investigativa conclusasi il 12 novembre 2019 con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 21 appartenenti al menzionato clan Sautto – Ciccarelli (articolazione della confederazione criminale denominata Alleanza di Secondigliano, egemone su Napoli e provincia).
L’11 maggio 2021, in Napoli e Lanciano (CH), militari del Nucleo Investigativo di Napoli e della Compagnia Napoli – Bagnoli hanno dato esecuzione a una misura cautelare (10 in carcere, 2 agli arresti domiciliari e 1 obbligo di presentazione alla P.G.), emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 13 indagati (di cui 4 già detenuti), e indagati, a vario titolo, per “associazione di tipo mafioso”, “associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti”, “spaccio di sostanze stupefacenti”, “tentato omicidio” e “porto abusivo di armi”, tutti aggravati dalle “finalità mafiose”.
Le indagini, condotte dai citati Reparti da maggio 2019 a marzo 2020, hanno consentito di:
- ricostruire l’operatività del clan “Cutolo” (operante nel quartiere di Rione Traiano e Posillipo), considerato articolazione territoriale della confederazione criminale denominata “Alleanza di Secondigliano”;
- accertare le dinamiche che regolavano le condotte illecite del sodalizio (traffico di stupefacenti ed estorsioni), nonché le modalità di gestione della “cassa comune” e di mantenimento dei familiari degli affiliati detenuti;
- documentare un sistema di approvvigionamento e smistamento di sostanze stupefacente che, attraverso la gestione di “piazze di spaccio” ubicate nei quartieri Rione Traiano e Posillipo, permetteva di commercializzare al dettaglio ingenti quantitativi di droga (cocaina, marijuana e hashish);
- raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti di 4 indagati, in ordine al tentato omicidio di MINICHINI Francesco, avvenuto il 15 gennaio 2013, appartenente al contrapposto clan “Marfella” (operativo nel medesimo contesto territoriale), nell’ambito del conflitto armato tra i due sodalizi (Cutolo e Marfella) per il controllo delle attività illecite nel quartiere di Rione Traiano.
Il 13 maggio 2021, in Marano di Napoli (NA), Melito di Napoli (NA) e Calvizzano (NA), i militari della Compagnia di Marano di Napoli hanno dato esecuzione a una misura cautelare personale (5 provvedimenti di cui 4 in carcere, 1 agli arresti domiciliari), emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 5 indagati (di cui 2 già in detenzione domiciliare e 1 sottoposto all’obbligo di presentazione alla PG), ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
L’attività investigativa, condotta dalla Sezione Operativa della Compagnia di Marano di Napoli, ha consentito di:
- identificare i componenti di un gruppo criminale dedito allo “spaccio” di sostanze stupefacenti (cocaina, hashish e marijuana), operante in Marano di Napoli e Calvizzano;
- individuare le modalità con cui gli indagati conducevano l’attività illecita di approvvigionamento e commercializzazione della droga (le cessioni avvenivano, previo appuntamento telefonico, all’interno di 2 piazze di spaccio site nel centro di Marano, all’interno di un’enoteca nella disponibilità di uno degli indagati);
- procedere all’arresto in flagranza, nel corso delle indagini, di 3 soggetti con il contestuale sequestro di mezzo chilo di sostanza stupefacente.
Il 31 maggio 2021, nella provincia di Napoli e presso gli istituti penitenziari di Caserta, Salerno, militari della Compagnia di Nola (NA), hanno dato esecuzione a un provvedimento cautelare (18 misure, di cui 12 in carcere, 1 agli arresti domiciliari e 5 sottoposizioni al divieto di dimora), emesso dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia nei confronti di 18 indagati (10 liberi, 3 detenuti e 5 ai domiciliari), ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.
L’attività investigativa, svolta dalla Sezione Operativa della Compagnia di Nola (NA), da settembre 2016 ad aprile 2017, ha consentito di:
- documentare le dinamiche relative alla gestione dell’attività di spaccio di stupefacenti (cocaina, marijuana e hashish) nell’area nolana, identificando i responsabili di quattro piazze di spaccio, attive rispettivamente nei comuni di Nola (NA), Casamarciano (NA), San Gennaro Vesuviano (NA) e Cimitile (NA);
- individuare i canali di commercializzazione e approvvigionamento della sostanza, stupefacente, procedendo all’arresto in flagranza, nel corso delle indagini, di 5 soggetti con il sequestro di circa 800 gr. di droga.
Contestualmente sono state eseguite 17 perquisizioni delegate dall’A.G., finalizzate alla ricerca di sostanze stupefacenti nei confronti di altrettanti indagati, non destinatari di provvedimenti cautelari.
Il 03 giugno 2021, in Caivano (NA), e Giugliano in Campania (NA), i militari della Compagnia di Marano di Napoli hanno dato esecuzione a una misura cautelare personale (5 provvedimenti, tutti agli arresti domiciliari), emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli Nord su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord, nei confronti di 5 indagati (3 donne e 2 uomini, tutti liberi), ritenuti responsabili, a vario titolo, del reato di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione.
Contestualmente, verranno eseguite 4 perquisizioni delegate dalla Procura di Napoli Nord presso i luoghi del meretricio (tutte abitazioni private).
Le indagini, condotte dalla Tenenza di Melito di Napoli dal settembre 2019 al gennaio 2021, hanno consentito, attraverso intercettazioni telefoniche e video-ambientali, nonché servizi di osservazione e pedinamento, di:
- identificare i responsabili (tutti italiani del posto) di un gruppo criminale dedito allo sfruttamento della prostituzione, operante in vari comuni della provincia di Napoli e Aversa;
- individuare le modalità con cui gli indagati conducevano l’attività illecita (reclutamento dei clienti attraverso la pubblicazione di annunci su siti internet specializzati negli incontri, reperimento delle abitazioni ritenute idonee per lo svolgimento del meretricio, effettuato da donne del Sud America e dell’Est Europa – nel corso dell’attività ne sono state identificate dieci –nonché gestione dei proventi della prostituzione).
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