NAPOLI. Parte dal porto di Mergellina una delle tappe della manifestazione nazionale #liberidifare nei giorni 3,4 e 5 novembre dalle 15 alle 16. Scopo della mobilitazione la promozione e sensibilizzazione dell’autonomia delle persone non autosufficienti.
Parte la mobilitazione #liberidifare, che sarà sincronizzata in diverse città d’ Italia e comprenderà una serie di manifestazioni atti a promuovere l’autonomia e l’assistenza delle persone disabili. L’evento si terrà nei giorni 3,4 e 5 novembre dalle 15 alle 16, a Napoli l’incontro è al porto di Mergellina e terminerà al Castel dell’Ovo. Questa manifestazione nazionale avrà l’obbiettivo principale di informare la cittadinanza l’importanza e la necessità di un sostegno più concreto alla vita indipendente delle persone non autosufficienti. L’idea nasce proprio dall’omonimo movimento #liberidifare, frutto di una lettera aperta di due sorelle disabili Maria Chiara e Elena Paolini, divulgata sui network, da sempre attive nella battaglia per il diritto all’assistenza e all’abolizione delle barriere architettoniche e mentali che possono ostacolare la vita delle persone non autosufficienti. Il fine del movimento è quello di promuovere l’idea di una vita indipendente mediante l’autogestione dei fondi destinati all’assistenza personale, sistema già applicato negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei come Svezia, Inghilterra e Filandia. Infatti la persona diversamente abile in questo modo si trasforma da soggetto passivo di cure standardizzate a soggetto attivo, in grado di assumere direttamente gli assistenti sanitari (possibilità estesa anche al tutore legale) e pianificare insieme uno stile di vita adeguato alle proprie esigenze. Purtroppo per mancanza di fondi in Italia, l’assistenza alle persone disabili ha ancora delle notevoli carenze, che portano alla limitazione del normale svolgimento delle loro attività quotidiane, in virtù di questo la manifestazione #liberidifare ha proprio come scopo quello di informare l’opinione pubblica sulla gravità delle incompletezze socio assistenziali e chiedere a gran voce risposte e soluzioni alle “politiche sociali”.
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