NOLA. Il nuovo spettacolo di Thomas Mugnano e dei suoi “I Matt…Attori”, “Quell’assordate urlo nel silenzio”, sarà presentato al teatro “Umberto” di Nola (Na) il 5 e il 6 aprile prossimo. Trattasi della nuova commedia scritta, diretta ed anche interpretata dallo stesso autore.
Il debutto stagionale è avvenuto sul palcoscenico della decima edizione della rassegna teatrale “Città di Saviano”, con ottimi consensi, testimoniati da tre serate con tre pienoni! Con replica, sinora, al teatro Carratù di Montoro Inferiore (Av). Lo spettatore crede in lui, nella sua arte teatrale e lo segue ad occhi chiusi. E lui non lo delude, anzi, sa di poter osare proponendo temi sempre più scottanti ed attuali della società di oggi. Che fanno ridere, piangere, ma soprattutto riflettere.
Stavolta a imbandire psicologicamente lo spazio scenico, la toccante tematica dell’aborto provocato, giudicata dallo stesso “Matt…attore” principe, delicata, impegnativa e austera. A rendere meglio l’idea, l’artista poliedrico ci pensa nelle note di regia.
“Erano nove anni che, un po’ per stile ed un po’ per scaramanzia, attingevo il titolo delle mie rappresentazioni sceniche da noti aforismi italiani e napoletani”, spiega. “In altre occasioni bastavano poche parole del titolo scelto per rendere istantaneamente l’idea allo spettatore quale fosse il tema trattato. Stavolta non è stato così. Tutto era decisamente diverso … non si poteva fare sarcasmo su una tematica delicata, impegnativa ed austera come <<l’aborto provocato>>. Il canovaccio si era istantaneamente palesato in modo difforme rispetto a tutte le altre commedie da me scritte negli anni scorsi. Rileggendo la trama, (malgrado le tantissime gags comiche reali e surreali in essa contenuta), l’argomentazione trattata restava comunque troppo seria, impegnativa e gravosa per poterci giocare su. Il solo pensiero di farlo mi faceva sembrare l’idea troppo impavida ed ardita. E pensavo tra me e me: <<che titolo devo usare>>? Uno che non faccia capire nulla ma che tenga nel contempo stesso alta la curiosità? O è meglio optare per uno semplice e diretto? E se ne creo uno ermetico? …Uhm, ermetico, niente male l’idea di sceglierne uno così! Ed è proprio “l’ermetismo”, corrente poetica volta all’essenzialismo, a me tanto cara, che ebbe come suo maggiore maestro Giuseppe Ungaretti, che mi ha conquistato ancora una volta … ed ecco allora che un “ossimoro” comincia sempre più frequentemente a balenare nella mia mente. Penso … ripenso … ed ecco, allora, sbucare un titolo <<dicotomico>> che nasconde una trama molto divertente, ma nel contempo fortemente seriosa e toccante. Ed è sempre da Ungaretti che prendo in <<prestito>> un suo verso eccelso che si sposa ad hoc con la morale che la commedia intende elargire: <<La morte si sconta vivendo>>”.
E conclude: “Inutile dire che esilaranti dialoghi accompagnano ed arricchiscono la trama di questa mia commedia, ma queste varianti, in modo più che lapalissiano, avranno perpetuamente come fulcro il delicato e tanto discusso tema: “l’aborto”. La vita nella vita quando si piega al dramma, rappresenta un tracciato in veste sperimentale che squarcia e sposa perfettamente uno stile inconfondibile, uno stile tragi-comico che ormai da anni cerco – spero non indegnamente – di delineare e definire con le mie opere teatrali”.
L’interruzione della gravidanza volontaria è considerata da più parti una “strage d’innocenti”, gesto estremo che spesso si verifica dopo momenti d’amore che prendono il corpo e l’anima dei protagonisti di tante storie destinate alla drammatica finalità, che tocca maggiormente giovanissimi, affatto abituati a servirsi di precauzioni, forse bruciati dalla passione che finisce per spegnere in loro, nel loro atto sessuale, il lume della ragione.
Eppure come condannarli?!?! Come addebitare loro “colpe” in questo mondo che reclama amore a piene mani e che non vorrebbe essere servo d’inganni o falsità?!
Nella finzione scenica la cruda realtà si tinge d’enigmaticità, celando e rivelando situazioni che l’autore ha tessuto a regola d’arte, fino ad approdare in un contesto onirico ed irrazionale, di profondo pathos . Esempio per tutte il feto che parla e dialoga con la madre.
Originalissime scenografie accompagnano la narrazione supportate da una musica suadente e allo stesso tempo vibrante che, insieme, assemblano la scorrevolezza del dialogo. Uno zampillare di eventi attenua magicamente l’intensità strisciante della materia prima, approdando ad una consapevole ed esilarante comicità. Cosicché, situazioni psicologiche contrastanti avanzano già all’apertura del sipario con le note della colonna sonora del film di Dario Argento, il classico trilling “Profondo rosso”.
Alla fine emozione, rabbia, pentimento, rammarico, tristezza, esaltazione … convogliano nell’animo umano e, a mo di catarsi, nello sguardo e nel cuore dello spettatore. Un coinvolgimento strano a raccontarsi, anche se vissuto intensamente dal primo all’ultimo respiro, soprattutto dopo aver udito, a fine recita, dalla voce mal celatamente emozionata del Mugnano: “Che fino fanno tutti quei bimbi mai nati? Che viaggio compiono allo stato embrionale, prima di essere ‘spediti’ in Paradiso?
Per saperne di più, ripetiamo, sabato 5 e domenica 6 aprile prossimi al teatro “Umberto” di Nola (Na) per ribadire ancora un applauso a Thomas e al suo cast di attori: Maria Luisa Gremito, Carmine Cavezza, Antonio Alfano, Mirko Mugnano, Luigi Esposito, Giuseppe Tudisco, Marianna Riccardi, Marianna Coppola, Michela Russo, Carmelo Caccavale, Rosa Miele, Giovanni D’Onofrio, Brigida Galluccio, Ciro Mascolo, Nicola Blocco, Giuseppe Russo, Luigi Russo, Bina Casoria, Filippo De Simone e Elisiana D’Onofrio.
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