venerdì 20 Settembre 2024
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Alla Fiat di Pomigliano cassaintegrazione prolungata

Pomigliano. Che questo Natale fosse austero, i dipendenti Fiat di Pomigliano lo avevano messo in conto. Che fosse l’anticamera di un 2009 ancora più fosco pure. Ma che addirittura i cancelli della loro fabbrica riaprissero direttamente il 9 febbraio, anziché il 12 gennaio come stabilito, probabilmente no. Sono momenti di tensione e malinconia per gli 8000 dipendenti, diretti indiretti, che gravitano intorno al gruppo guidato da Sergio Marchionne. E non solo per loro visto che, come nei più classici dei domino, a risentirne sarà tutta l’economia della nostra Regione. Si perché lo stabilimento crea ricchezza. Innanzitutto a Pomigliano d’Arco. Infatti è stato calcolato in ben 12 milioni di euro mensili il giro d’affari (dal caffè mattutino agli affitti) prodotto dai lavoratori. Inoltre ci sono i 180mila euro circa di aliquota regionale Irpef più 80mila che si spartiscono i comuni da cui provengono i dipendenti.
Questi i dati che emergono dalle dichiarazioni di Gerardo Giannone, segretario del Pdci Fiat, il quale ha cominciato una campagna di sensibilizzazione a favore della difesa del lavoro nella Fiat Pomiglianese.
“Mentre gli altri siti hanno lavorato fino al 12 dicembre per poi ritornare il 12 gennaio- afferma il segretario- noi abbiamo lavorato solo dal 1 al 5 dicembre per avere stamattina la notizia che torneremo il 9 febbraio. Questo quadro cosi desolante esce fuori dal fatto che mentre Cassino produce 3 modelli nuovi (CROMA, BRAVO EDELTA ) e altri siti comunque hanno modelli nuovi come MITO e restilyng di altri, noi produciamo ancora l’Alfa 147 che sta da 9 anni sul mercato e l’Alfa 159 che seppur sta da soli 3 anni sul mercato e però destinata ad una clientela di alto reddito. La futura ALFA 149, che sostituirà l’attuale 147, sembra che venga assegnata a Cassino mentre per Pomigliano non si prospetta niente di nuovo all’orizzonte. Marchionne- conclude Giannone- tra pochi giorni dovrebbe convocare le parti a Roma per presentare il piano triennale ( 2009-2010-2011 ) e dunque assegnare le missioni produttive e purtroppo sembra che per pomigliano se ne riparli solo a giugno 2009”.
Ma non è l’unico timore per i dipendenti Pomiglianesi. Infatti continua Giannone “I 300 dipendenti con il contratto in apprendistato vedranno il loro capolinea contrattuale a marzo”. Questi a tutti gli effetti si aggiungeranno ai 120 a cui non è stato rinnovato il contratto a termine.
“Per non parlare dell’indotto- annuncia in modo a dir poco apocalittico il segretario Pdci- che rischia di perdere circa 3000 addetti dislocati nelle 27 aziende operanti”.
Insomma il futuro sembra lastricato di ostacoli per questi dipendenti che già operano in regime di cassa integrazione a 850 Euro mensili e per i quali il tanto temuto 2009 già sembra essere arrivato, senza botti ne spumante

Gaetano Di Matteo

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