Libri. Incalzata dalla giornalista e scrittrice Gioconda Marinelli, la grande autrice
mette a nudo la propria anima attraverso 250 parole.
“Alfabeto quotidiano. Le parole di una vita”: Dacia Maraini con Gioconda Marinelli.
Disponibile nelle librerie e store online, il volume è pubblicato da Marlin editore, la casa
editrice di Tommaso e Sante Avagliano (collana La camera del fuoco, 128 pp., 13,50 euro).
In un confronto con Gioconda Marinelli, scrittrice e giornalista, l’autrice di successi di critica
e pubblico come “La lunga vita di Marianna Ucrìa” e vincitrice dei premi Strega e Campiello
rivela squarci significativi del proprio mondo interiore. Appena raggiunta dal Premio
Hemingway, un riconoscimento dedicato a una figura particolarmente speciale per una casa
editrice che deve il suo nome al pescespada Marlin del classico “Il vecchio e il mare”,
Maraini si racconta in “Alfabeto quotidiano” e affronta senza remore sentimenti, valori,
emozioni, piccole debolezze, convincimenti, ferite, abitudini ed esperienze.
Frutto di una lunga amicizia, questo testo raccoglie, attraverso 250 parole, un’ampia
conversazione tra la grande scrittrice e Gioconda Marinelli sui più svariati argomenti: da
quelli quotidiani alle passioni e alle battaglie di sempre, presentati in ordine alfabetico.
Nella sua introduzione, dal titolo “Volare con le parole”, Dacia Maraini definisce il libro
dotato del ritmo di una partita di ping pong: «Gioconda Marinelli mi ha proposto questo
gioco dei vocaboli e io, dopo varie perplessità, l’ho accettato. E devo dire che mi sono
divertita. Ci siamo divertite. Il ritmo è sempre stato un motivo di allegria per me: il ritmo
delle parole, il ritmo del pensiero, il ritmo del ballo, il ritmo del respiro, il ritmo dei passi. (…)
Il ritmo quindi è volo. Le parole scappano dalle mani e prendono a volteggiare per la pura
gioia di tenersi sospesi per aria. È un sogno che faccio spesso. Ecco io spero che leggendo
questo libro si sia presi dalla voglia di giocare e di volare da un tetto all’altro solo per il
piacere di farlo». Dalla conversazione emergono interrogativi esistenziali: domande sul senso della vita, sull’amore, la sofferenza, la violenza, la morte. Né mancano temi scottanti e attuali come l’inquinamento e la pandemia o, in relazione al passato, riferimenti all’infanzia difficile, con l’internamento per due anni in Giappone, e a figure centrali del Novecento come il padre
Fosco, Moravia, Pasolini, Morante, Piera Degli Esposti. «La memoria è anche una presa di
coscienza e quindi comporta responsabilità etica. Per questo è importante ricordare»,
evidenzia l’autrice di “Bagheria”, “Voci”, “Colomba” e “Trio”. Non manca l’amore per la lettura: «Ovunque vado mi porto appresso un libro da leggere, magari anche piccolo, da nascondere in una tasca. In ogni occasione lo tiro fuori: un’attesa, un tragitto in autobus o in metropolitana, anche sul taxi leggo, salvo che sia buio. Una volta ho fatto ridere tutti perché mi sono messa a leggere sullo skilift. Divento svogliata e triste se non ho una storia che mi catturi e mi porti per mano in paesaggi sconosciuti, dentro stanze non mie, in tempi lontani e seducenti. Non potrei vivere senza leggere». La romanziera, oltre che drammaturga e saggista sempre attenta ai conflitti contemporanei, non dimentica neppure il tema a lei caro della libertà della donna: «Se un uomo dice “voglio essere libero” si pensa alla libertà di parola, di pensiero, di azione. Se una donna dice “voglio essere libera”, si pensa immediatamente alla libertà sessuale. Vede che anche le parole
sono misogine?». Le domande si susseguono incalzanti e le risposte e le considerazioni sono sicure, rapide, sempre sincere, mai elusive. Il libro si può leggere ad apertura di pagina, ricavandone insegnamenti e materia di riflessioni. Si tratta di un’occasione per conoscere i pensieri più reconditi e i moti dell’anima di una personalità che ha dedicato la propria esistenza alla scrittura, partendo dal presupposto di “non avere niente nella propria vita di cui non si
possa parlare pubblicamente”. «Chi conosce l’impegno letterario di Dacia Maraini, il suo linguaggio semplice, trasparente, sincero e allo stesso tempo profondo e ricco di vibrazioni, sa che i suoi pensieri sono incisivi e acuti e le riflessioni penetranti. In questo dialogo serrato e coinvolgente sugli argomenti più vari, da quelli quotidiani alle passioni e alle battaglie di una vita, si affrontano grandi temi e tutto ciò che ci appartiene: i valori, le emozioni, le aspirazioni, le regole, le nostre parole. “La realtà, come scrive Dacia, è complicata e sempre sorprendente”. Ed è un piacere ascoltarla, perché so che dirà sempre qualcosa di unico», sottolinea Gioconda Marinelli.
Dacia Maraini è nata a Fiesole (Firenze) e vive a Roma. È autrice di romanzi, racconti, opere
teatrali, poesie e saggi, editi da Rizzoli e tradotti in oltre venti Paesi. Ha vinto i premi
Campiello, Strega, Napoli, Fregene, Brancati-Zafferana, Flaiano, Scanno, Hemingway. Tra i
suoi romanzi ricordiamo: La vacanza, L’età del malessere, Memorie di una ladra, Donna in
guerra, Isolina, La lunga vita di Marianna Ucrìa (dal quale è stato tratto il film di Roberto
Faenza Marianna Ucrìa), Bagheria, Voci, Un clandestino a bordo, Dolce per sé, Buio, La nave
per Kobe, Colomba, Il treno dell’ultima notte, La bambina e il sognatore, Tre donne, Corpo
felice, Trio. Nel 2020 ha ricevuto il premio Viareggio alla carriera. In edizione Marlin: Dentro
le parole (2005) e Dacia Maraini in cucina (2007), entrambi a cura di Gioconda Marinelli.
Gioconda Marinelli è nata ad Agnone (Isernia) e vive a Napoli. Naturalista e biologa,
scrittrice e giornalista, ha pubblicato biografie di artisti, tra cui Tina Pica, Luisa Conte, Anna
Campori, Mario Lanza, Miranda Martino, Sandra Milo, Katia Ricciarelli; saggi su scrittori
come Michele Prisco, Maria Orsini Natale, Sibilla Aleramo, Dacia Maraini; poesie (con la
prefazione di M.L. Spaziani e D. Maraini), testi teatrali e romanzi: L’uomo che fondeva le
campane, Quale amore, Nel nome del vino e L’ospite inatteso.
Ha firmato monografie sull’arte antica delle campane, che la sua famiglia di fonditori
continua a praticare con passione in Molise.
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