Abbiamo incontrato e intervistato Adriano Falivene, artista completo ed ecclettico che ha interpretato magistralmente Bambinella, il femminiello descritto nel Commissario Ricciardi della fortunata serie tratta dai romanzi di Maurizio de Giovanni. L’attore insieme ad Antonio Milo ed Elisabetta Mirra è impegnato presso il Teatro Diana fino al 21 novembre in “Mettici la mano” regia di Alessandro D’Alatri. Uno spettacolo dove evolvono i sentimenti, in un crescendo tra risate, superstizione ma anche tanto dolore e amarezza. L’intreccio narrativo si rivela man mano al pubblico, con dei colpi di scena. Nella fiction Bambinella è un informatore della giustizia, e spesso ha un ruolo rilevante nella chiusura delle indagini, riesce a carpire informazioni utili. Il pubblico potrà vedere in modo ravvicinato due personaggi tanto amati. Lo spettacolo proseguirà in tutta Italia, e la prossima tappa sarà ad Avezzano il 29 dicembre.
Nonostante il tanto trucco, la gente riesce a riconoscerla per strada e collegarla a Bambinella?
A volte sì, soprattutto quelle persone che hanno avuto la curiosità di scoprire chi ci fosse sotto quella maschera di Bambinella. È una trasformazione, ogni volta.
La superstizione è ancora molto radicata nel popolo napoletano, e Adriano Falivene lo è?
Voce di popolo voce di Dio si dice, deriva dal latino, quindi qualcosa che si è radicato nel tempo, come un germoglio di verità. Spesso si fa riferimento a episodi veramente accaduti, addirittura ripetuti, che si è portati a dire: se si fa questa cosa può accadere questa sciagura. Un chiaro segno che non stai andando in una strada buona. Una saggezza che ogni essere umano, singolarmente, se lo ritrova, questo è il limite tra superstizione e fede, è un segnale per me, magari sono negativo verso me stesso, e faccio questa cose che poi ne conseguono altre. Un po’ si lo sono.
Il suo rapporto con il brigadiere Maione, interpretato da Antonio Milo, prima sul set ed ora a teatro, avevate già lavorato insieme?
Ci siamo conosciuti direttamente come Maione e Bambinella, è stato un po’ come vai al parco da bambino e incontri la personificazione del tuo eroe, vedi direttamente il personaggio e la reciprocità di quel momento ha fatto si che lavorassimo direttamente in questo clima lirico. Come sopra una nuvola. Un’affinità tra i personaggi dapprima e noi poi. Scoprirsi piano piano, quella lealtà che hanno questi personaggi, attraverso il sentimento dell’amicizia che non è il dare per aver, ma il vero senso dell’amicizia, il piacere reciproco del stare insieme.
La figura di Bambinella del femminiello napoletano, all’epoca era tollerato e rispettato? A suo parere come era visto?
Bambinella è una donna nel corpo di un uomo. Ad oggi andrebbe incontro a una trasformazione più totale, anche legalmente. All’epoca anche avendo dei soldi questa cosa non si poteva fare, eppure, era riconoscibile la femminilità in questi benedetti da Dio che avevano tutte e due le nature. Quindi la differenza secondo me ad oggi, è che il lato maschile e femminile, sta subendo, come tutto delle evoluzioni, e queste trasformazioni sono supportate anche dai mezzi tecnologici, portando a un cambiamento totale da un sesso all’altro, e quello che differisce è proprio il livello di questi due elementi dell’essere umano. Ed in ogni essere umano coesistono sempre.
Come immagina un incontro tra Bambinella e il personaggio dei Bastardi di Pizzofalcone Aragona?
Probabilmente farebbe ridere. Nascerebbe una simpatia immediata.
L’abbiamo vista sia in televisione che a teatro con “Mettici la mano”. Quale linguaggio preferisce di più?
Il teatro al di la di andare in scena, il vero lavoro consiste nelle prove. Mentre nel cinema devi farle prima, per arrivare preparato sul set. A parità di impegno il cinema ha un fascino diverso, una differenza tra una lente di ingrandimento e un microscopio. In teatro riesci a vedere le dinamiche umane della vita, mentre al cinema riesci ad entrarci proprio dentro, in ogni singolo atomo del sentimento. Sono due cose che amo.
Il suo personaggio è apparentemente marginale, ma è centrale nella soluzione dei casi…
Bambinella a un certo punto viene definito anche nei romanzi, come un’analogia tra lei e la Sibilla. Quasi come un fascio di luce, che, attraverso Banbinella si riesce a dare una soluzione, una direzione verso la verità dei fatti, quindi è una chiave drammaturgica geniale di Maurizio, che poi lui descrive con delle “apparizioni” di Maione. La magia dell’intreccio narrativo che proprio in teatro traspare quella superstizione che è proprio in bilico con la fede che c’è un personaggio in grado di far scatenare una sciagura in base a quello che fa e che non fa. Quell’esoterismo che permette al personaggio di venirti a trovare dopo lo spettacolo, e nei giorni successivi. Come Filomena Marturano, come i personaggi di Edoardo.
Mi può raccontare un aneddoto divertente durante le prove o le riprese?
Dopo le riprese, mi ricordo che io avevo delle sopracciglia posticce ricavate da una barba, che la gentilissima Barbara mi aveva fatto, che io attaccavo col mastice, Mi tocco con una mossa sanguigna il sopracciglio e Antonio mi guarda, e dice: sta cadendo il sopracciglio! È caduto poi quasi nella pizza, io imbarazzatissimo. Sul set era sempre vivere qualcos’altro non succedeva nulla, Di episodi divertentissimi in teatro ne succedono tanti.
Il prossimo lavoro in cui la vedremo?
Sto lavorando esclusivamente su un prodotto in napoletano, ho affidato la regia ad Antonio Perna, io ho già scritto prima della pandemia, debuttiamo a febbraio al teatro De Rosa a Frattamaggiore.
Il suo sogno nel cassetto?
Raccontare una storia mia con la potenza della macchina da presa e anche la competenza del poterlo fare, devo ancora studiare
Ringraziamo di cuore Adriano Falivene per la sua disponibilità.
Adriano Falivene, Formazione: Diplomato all’Accademia d’arte drammatica del Teatro Bellini di Napoli Triennio 2007/2010
I miei maestri; Alvaro Piccardi, Tato Russo, Rosa Masciopinto, Gabriele Russo, Livio Galassi, Laura Zaccaria, Michele Monetta, Francis Pardheilan, Gabriella De Carlo, Antonio Romano, Renato De Rienzo, Sergio Basile, Antonio Portolano, Giacomo Rizzo, Cristina De Miranda ,Marco Manchisi ,Marco Auggiero, Emmanuel Gallot Lavallée.
Tv: “Il commissario Ricciardi” Produzione RAI Fiction Clemart (2021-in produzione): Cinema: “Trust”di Daniel Beaufoy. Teatro: “Così parlò Bellavista” (Tournée 2019/2020), “J come Otello” (2020), “Come un uomo” (2019), Filumena Marturano” (Tournée 2017/2018), “Sogno di una notte di mezza Estate” (2018), “La Villeggiatura” (2016), Costellazioni Amleto” (2006), “La Cenerentola” di Rossini regia: Oscar Cecchi (2015), “Slava’s Snowshow” di Slava Polunin In scena al teatro Bellini di Napoli (2014),“Odissè-In assenza del padre” (2012), “Granvarietà”, “Antigone” (2013), “Romeo e Giulietta” (2010-2019), “Bizarra” (2010).
Premi
Premio della critica “PREMIO CHARLOT 2009”
In copertina foto del regista Alessandro D’Alatri. mentre Falivene è in camerino
Foto di scena Ph Anna Carmelingo (da sinistra Adriano Falivene, Antonio Milo e Elisabella Mirra)
Sostieni la Provinciaonline
Il nostro giornale è libero da influenze commerciali e politiche e così vogliamo restare. Voi con il vostro piccolo aiuto economico ci permettete di mantenere la nostra indipendenza e libertà. Un piccolo o grande aiuto che permetterà alla Provinciaonline di continuare ad informarvi su quello che tanti non vogliono dirvi. Clicca qui e aiutaci ad informare ⬇️.