Vissuta una serata di intenso spessore culturale ed artistico. La Napoli di fine ottocento ed inizio Novecento raccontata con sobrietà ed eleganza. Perchè non proporlo alle scuole? Tra gli ospiti presenti in sala la console della Repubblica di Tunisia a Napoli, Beya Abdellaki, l’ing. Salvatore Iovieno, governatore Distretto Rotary 2010, Luciano Campanile, presidente di zona Lions Club e Rosario Ragosta, assessore città metropolita di Napoli
“La Napoli della Bella Époque”: poesia, musica, storia e cultura
Questi gli ingredienti miscelati nella serata magica di ieri al teatro “Italia” dove è andata in scena lo spettacolo “La Napoli della Belle Epoque“, promosso dall’Associazione Onlus Parthenope. Vincenzo De Maria, presidente dell’associazione, è riuscito nell’affascinante ed ardua impresa, inedita nel suo genere, di raccontare e rappresentare uno squarcio di storia della Napoli di fine Ottocento e di inizio Novecento.
Un periodo storico in cui la ex capitale del Regno delle Due Sicilia si trovava nel limbo fra il desiderio impellente di rialzarsi dove aver subito il tremendo colpo dell’epidemia del colera e l’ambizione di riprendere il ruolo di capitale culturale d’Europa.
De Maria, curatore della regia ma anche interprete di alcuni brani, coadiuvato da musicisti e artisti di acclamato richiamo nazionale, ha sciorinato una pièce fruibile, brillante e di grande spessore culturale, suscitando un sincero interesse verso il numeroso pubblico accorso al teatro Italia. Uno spettacolo che dovrebbe essere proposto e visto dai ragazzi della scuola dell’obbligo.
“La Napoli della Belle Epoque” rivisitando quel periodo storico, ha esaltato tutti quei personaggi che hanno concorso, ognuno nel campo delle proprie arti, a dare il proprio contributo per rendere Napoli un terreno fertile in cui germogliava il seme della cultura e della bellezza.
Tra famosissime canzoni come “Funiculì funiculà, “”O Surdat Nnamurat“, “Spingule francese“, molto toccante è stato l’omaggio a Raffaele Viviani, con la poesia “Primitivamente“, in cui elogiava la quieta e la bellezza delle campagne acerrane.
L’ottima riuscita dello spettacolo è stato possibile anche grazie alla ricerche storiche di Antonella Santoro, della collaborazione del dirigente scolastico Michelangelo Riemma e di Raffaele Tagliamonte.
Il tutto condito dalla bravura disarmante degli attori Lalla Esposito, Carmine De Domenico, e Matteo Mauriello e dai musicisti, Arcangelo Michele Caso, Carmine Terracciano, Domenico Monda, Peppe Renella e Antonio Ottaviano, quest’ultimo curatore anche degli arrangiamenti. L’allegra chiusura finale con “La Rumba re Scugnizz” è stato l’ultimo approdo ad un viaggio che ha attraverso, arte, musica, cultura e divertimento.
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