San Giorgio a Cremano. Capita nella vita di un cronista di dover scrivere un “pezzo” di quelli che mai vorresti scrivere. Ma alla fine lo fai, lo fai per rispetto delle vittime della storia che stai per raccontare ed, in questo caso, per rispetto ad una collega, ad un’amica con cui hai condiviso pomeriggi a parlare di cronaca nera e serate in pizzeria.
E allora la parola camorra ti sembra così cruda e più vera che mai, più violenta e ingiusta di ogni altra cosa, non trovi un senso a quello che stai leggendo,non riesci a credere a quello che riportano le agenzie, alle decine di telefonate che si susseguono da parte di colleghi addolorati.
Quello che è successo oggi a San Giorgio a Cremano, l’agguato in cui ha perso la vita una vittima innocente, Vincenzo Liguori 57 anni, meccanico, e papà di Mary Liguori cronista de “Il Mattino”, non ha senso.
Non ha senso che un uomo che era andato a lavorare per mantenere la sua famiglia si ritrovi senza vita sull’asfalto perchè due killer spietati hanno avuto il dubbio che l’avesse riconosciuti e allora, non paghi del sangue che avevano appena versato, uccidendo il 56enne Luigi Formicola, sono tornati davanti all’officina in cui Liguori lavorava ed hanno aperto il fuoco.
Non ci sono parole per descrivere il dolore, lo sbigottimento, l’orrore, che da giornalista ho provato quando mi è stata data la notizia. Ancora di più perchè la nostra è una grande famiglia, e leggere che Mary stava andando sul luogo dell’agguato per svolgere il suo lavoro per poi scoprire l’atroce verità, ti fa stringere il cuore. Dove siamo arrivati? Dove è finita questa nostra martoriata terra? Come può un padre di famiglia, ancora giovane, non tornare a casa per la barbaria di una criminalità che non paga mai abbastanza per il male che fa?
Inutile, ogni parola questa notte mi appare inutile.
Una cosa soltanto la voglio dire a Mary, io ti sono vicina, perchè da oggi la vita sarà più difficile, non avrai più accanto a te uno degli uomini più importanti della tua vita, ma soprattutto il lavoro che fai ogni giorno, da brava cronista di nera quale sei, non ti apparirà più lo stesso.
Ti abbraccio forte, e con me la mia redazione, con la speranza che da donna caparbia che sei tu riesca a trasformare questo immenso dolore in forza.
Con fraterno affetto
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