Il linguaggio si evolve e si arricchisce di termini nuovi, che si inquadrano nell’evolversi stesso della società e del costume. Prendiamo, ad esempio, la parola “semplessità”. Nasce, il termine dalla teoria del neuroscienziato Alain Berthoz, che ne ha delineato significati, funzioni e proprietà.
La sua originalità consiste nel riconoscere nell’azione umana le sofisticate e originali funzioni, parte del nostro patrimonio biologico, che permettono di gestire situazioni complesse. La semplessità non è, quindi, sinonimo di semplicità, ma valorizza il nostro potenziale per affrontare le sfide che la vita ci pone tutti i giorni e districare il groviglio di problemi che sono dinanzi a noi in ogni attività, dall’esperienza formativa all’impegno politico. Il viaggio che auspica questo testo è un cammino di interconnessione, di interazione con sé stessi, con gli altri e con il mondo, come la navigazione di una barca a vela: il vento della curiosità riempie le vele della motivazione; il timone è dato dall’azione, che utilizza come carta di navigazione il senso da noi dato a ogni cosa, e come bussola l’incontro generativo tra natura e cultura.
Di tutti questi argomenti si discuterà sabato a partire dalle 10 presso l’hotel Habitat di Pompei in occasione della presentazione del libro di Maurizio Sibilio (Edizioni Schole). L’evento è organizzato dai Lions Club Pompei Host e dal Leo Club Pompei. Dopo il saluto del governatore Tommaso di Napoli i lavori saranno introdotti da Carmela Carbone, che dialogherà con l’autore sul tema “La semplessità. Proprietà e principi per agire il cambiamento”.
Maurizio Sibilio è professore ordinario di Didattica generale e Pedagogia speciale presso il Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione (DiSUFF) dell’Università degli Studi di Salerno, di cui attualmente è Prorettore. Negli ultimi anni, attraverso una fertile collaborazione scientifica con Alain Berthoz, l’impegno si è rivolto verso una possibile declinazione pedagogico-didattica della teoria della semplessità, evidenziando la natura non lineare della ricerca educativa e la sua matrice bio-educativa.
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