SOMMA VESUVIANA. Un ristorante di lusso, con oltre 10mila follower sui social, ospiti illustri, come lo sono anche gli eventi celebrati: poco tempo fa pure il matrimonio del fratello di un importante esponente del Governo italiano. Eppure la location in questione è una “bomba ecologica” costruita su una discarica mai bonificata in Traversa Bosco a Somma Vesuviana. La cosa assurda è che il Comune se ne “accorge” soltanto adesso, dopo il blitz eseguito dai carabinieri forestali della Stazione Parco di Ottaviano e dagli agenti della polizia locale di Somma Vesuviana. Le prime verifiche a settembre, ma venerdì militari e caschi bianchi sono stati nuovamente in municipio per capire come mai nonostante gli abusi edilizi certificati e il fatto che fosse realizzata in un’area indicata “nella tavola della zonizzazione del detto Piano come Siti inquinati da attività di discarica” l’attività ristorativa restava aperta. Dopo la nuova “visita” di tre giorni fa, ieri (domenica) il dirigente del settore ha protocollato in maniera telematica l'”AVVIO DEL PROCEDIMENTO DI REVOCA AUTORIZZAZIONE” che era stata concessa (e qui bisognerebbe capire come è stato possibile) nel febbraio del 2020. Ricordiamo che la massima autorità sanitaria sul territorio è il sindaco Salvatore Di Sarno, e se anche gli uffici hanno commesso degli atti o non li hanno effettuati (e questo in particolare ha portato ad una denuncia in Procura) avrebbe dovuto vigilare (ma anche lui ha celebrato un importante evento di famiglia nella stessa location quest’anno), ma di questo ed altri aspetti si occuperà appunto la Procura di Nola che ha avviato un’inchiesta. Al momento resta l’atto firmato dal dirigente comunale in cui si certifica che “Sono venuti meno i requisiti soggettivi in capo all’impresa ed oggettivi del locale di cui
all’autorizzazione SUAP del 03/02/2020” oltre al “profilarsi di pericolo per la tutela della pubblica e privata incolumità e salute, ACCERTATA la mancanza dei titoli d’obbligo di carattere urbanistico e sanitario” da qui la decisione dell’ “IMMEDIATA SOSPENSIONE dell’attività autorizzata”. Intanto in un anno è mezzo quante migliaia di persone hanno mangiato, bevuto e soggiornato nell’ampia struttura in questione? Quante persone sono state sottoposte per ore agli effetti per la salute che comporta una discarica attiva fino agli anni ’90 nella quale i rifiuti venivano sversati senza nessun tipo di “selezione” tra pericolosi e non? Chi è responsabile per aver garantito agli imprenditori proprietari della struttura ricettiva di svolgere l’attività di ristorazione? Gli atti erano tutti regolari? Ci sono state agevolazioni, favoritismi? Chi lo ha permesso ha agito in proprio o su suggerimento di altri? In ogni caso una situazione simile non poteva durare a lungo, come anche altre situazioni su cui sta indagando la polizia di Stato, anche gli agenti erano a Palazzo Torino venerdì mattina (uffici affollatissimi di divise venerdì) e anche loro cercavano atti importanti, nello specifico certificati inerenti l’abitabilità di alcuni locali affittati da cittadini extracomunitari. Tante domande aperte cui risponderanno gli inquirenti (carabinieri forestali e polizia locale) coordinati nelle indagini dalla procura nolana.
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