martedì 26 Novembre 2024
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Saviano (Pd): “Sanitá, c’è chi usa la Pandemia come alibi”

Ottaviano. Da Michele Saviano, medico, componente del direttivo della segreteria regionale del PD, presidente del Forum regionale Sanita’ del PD , consigliere comunale di Ottaviano, riceviamo una lettera su un caso di malasanità che ha riguardato uno zio che di seguito pubblichiamo con la speranza che si possa riflettere e migliorare un settore in crisi.

Sono trascorsi ormai dieci giorni….
Sabato 9 ottobre, di buon mattino , il temuto ed inesorabile squillo di telefono proveniente dalla Unita’ di Terapia Intensiva Cardiologica (UTIC)della Federico Secondo di Napoli : ” venite appena possibile, stiamo cercando di rianimarlo, ma…..”.
E’ cosi’, con queste poche parole che le figlie hanno appreso che il loro papa’ stava andando ineluttabilmente via!
Era un bel signore di eta’ matura anzi, come si dice, dalla rispettabile eta’: avrebbe potuto essere il nonno, il padre, il fratello, il marito, lo zio, l’amico di ognuno di noi.
Una bella e discreta persona di una certa eta’, nel complesso in buone condizioni cliniche generali, avvezzo alla quotidianita’ familiare, alle cure dell’amata moglie, alle coccole dei figli e dei nipoti, alla spesa giornaliera.
Improvvisamente nel giugno di quest’anno, la quotidianita’ si interrompe bruscamente: in seguito all’insorgenza di capricci da parte del suo cuore : viene sottoposto ad un intervento di impianto di pace- maker!
Tutto sembra andare per il verso giusto ed in pochi giorni si ritorna a casa!
Dopo qualche settimana ( siamo arrivati al mese di luglio) improvvisa comparsa di episodi febbrili di natura imprecisata: Primo Ricovero presso l’ospedale Civile di Avellino dove, pur in assenza di una diagnosi precisa, viene sottoposto a terapia antibiotica ad ampio spettro, con relativo sfebbramento e nuovo ritorno a casa !
Appena 2 settimane di relativo benessere, ed ecco che si ripresenta lo stato febbrile:
Pertanto nuovo ricovero, questa volta presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Cardarelli di Napoli , dove inizia la fase finale della sua odissea….
●Tre giorni di degenza presso l’OBI ( Osservazione Breve Intensiva)

● Trasferimento presso la Gastroenterologia dello stesso Ospedale: la degenza si protrae per oltre tre settimane!
Si avanza, nel frattempo, l’ipotesi diagnostica di un’infezione delle vie biliari ( Colangite) che, pero’ , non trovera’mai conferma!
Malgrado tutto il poveretto viene tenuto per tutta la durata della degenza a dieta semiliquida e, ancora una volta, sottoposto a terapia antibiotica ad ampio spettro .
Per tutto questo interminabile periodo ai familiari , pur essendo regolarmente vaccinati contro il Covid e pur sottoponendosi a frequenti tamponi ( sempre negativi) viene drasticamente impedito l’accesso in reparto anche semplicemente per portare un volto amico ed un sorriso , una parola di conforto al povero uomo!
Solo notizie scarne, tramite bollettini giornalieri, sulla porta di ingresso, da parte di personale sanitario freddo, asettico scostante, semplicemente privo di qualsiasi forma di coinvolgimento emotivo!
Un giorno, addirittura, alle legittime e disperate richieste da parte dei familiari sulle possibili ipotesi diagnostiche, una dottoressa trova il modo di rispondere, vergognosamente: “….non so se questo e’ il reparto adeguato per affrontare e risolvere le problematiche del vostro familiare: non lo chiedete a me , rivolgetevi piuttosto alla Direzione Sanitaria !!!”.

● Si arriva cosi nell’ultima settimana di settembre:
E’ stata ormai esclusa la patologia gastrointestinale e nel frattempo si e’ fatta strada l’ipotesi di una possibile Endocardite consequenziale all’ infezione del pace- maker precedentemente impiantato nel mese di giugno……
SI procede al trasferimento, pertanto, presso il Reparto di Cardiologia Riabilitativa dello stesso Ospedale Cardarelli..
Ho il permesso di entrare in reparto: trovo una persona estremamente debilitata, indebolita dalla lunga degenza, stanca….
Si cerca, tutt’uno con i familiari preoccupati, di attivarsi in tutti i modi possibili per velocizzare le indagini e per arrivare il prima possibile ad una diagnosi definitiva!
Si chiede, inutilmente,, che venga avviato un trattamento riabilitativo:
Paradossalmente ci viene risposto che nel Reparto di Cardiologia Riabilitativa non viene fatta Riabilitazione…..!
Alla fine, la pressione costante esercitata ed il nostro fare sentire il fiato sul collo, spinge i responsabili del Reparto a fare il possibile e l’impossibile per trasferire il poveretto…….ed e’ così che nella prima settimana di ottobre si arriva all’ultimo capitolo, al triste epilogo…..

● Trasferimento presso l’UTIC ( Unita’ di Terapia Intensiva Cardiologica) della Federico Secondo di Napoli con la sospetta diagnosi di ” Endocardite ” e l’indicazione alla rimozione del presunto pace- maker infetto……!
L’ambiente e’ senza alcun dubbio di ben altro livello , altamente qualificato e professionale, con personale competente e ben predisposto anche e soprattutto sotto il profilo umano..
.Ma ormai e’ tardi! Si e’ perso tanto tempo , troppo tempo :
Si sarebbe potuto e dovuto fare qualcosa , ma molto prima !
Tanto , troppo tempo sprecato tra inettudine, inefficacia, inefficienza , colposa incompetenza !
Vengono comunque espletate rapidamente le ultime indagini:
Servono , comunque ad escludere la presenza di una Endocardite che in realtà non c’ e’ mai stata!!!
La diagnosi definitiva e’ quella di una” Polmonite massiva diffusa” :
Il paziente e’ ormai in uno stato di ” Shock settico” con il corpo offeso da piaghe da decubito…..
Ed e’ cosi che va via, all’alba di un triste sabato di ottobre, con il solo conforto di un giovane medico di guardia a cui andra’, per sempre, il ringraziamento dei familiari.
E’ vero!: Sta nell’ordine naturale delle cose che una persona possa arrivare all’exitus, soprattutto se di una certa eta’ e con una patologia seria!
In questo caso ritengo di potere dire che non si sia trattato di un esempio di Buona Sanita’….tutt’altro…..!
A .mio parere ci sono, nella nostra Regione, pezzi ( non so dire quanto marginali!)di Sanita’, pubblica e territoriale, che hanno utilizzato e continuano ad utilizzare la Pandemia come un vero e proprio alibi di cui farsi scudo per trincerarsi e barricarsi e fare il bello e cattivo tempo, a scapito dei diritti sacrosanti alla tutela della salute di tanti poveri cristi, ai quali viene negata addirittura la pietas umana di un volto familiare in un momento estremamente delicato della propria vita.
Negare questa evidenza e continuare a non denunciarla solo per spirito di corporativismo , puo’ contribuire ad arrecare danni irreparabili non solo alla salute di tanta povera gente, ma anche al buon nome , ai sacrifici ed al lavoro della gran parte dei sanitari e delle tantissime strutture pubbliche e territoriali che hanno sempre fatto( in piena Pandemia) e continuano a fare il proprio dovere !.

Con questo racconto reale, triste, ai limiti dell’inverosimile, ho ritenuto doveroso ricordare gli ultimi due mesi di vita di zio Gerardo , fratello di mio padre, al quale va il forte abbraccio ed il commosso saluto di noi familiari e di tutti coloro che gli hanno voluto e continuano a volergli bene.

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