SOMMA VESUVIANA. Il permesso a realizzare in due terreni, posti uno di fronte all’altro, un distributore di benzina e un supermercato. Due pratiche viziate da un parere chiaro e perentorio dell’Anas, e non soltanto, che desta più di una perplessità. Cominciamo col dire che il 13 agosto 2021 l’ufficio del Paesaggio del Comune ha rilasciato alla responsabile della posizione organizzativa n° 5 del Comune (che poi è la stessa dirigente del settore che dà l’autorizzazione) il permesso a “realizzare un fabbricato destinato alla vendita di prodotti alimentari e non” in via del Cenacolo a Somma Vesuviana.
Più di un anno fa, però, l’Anas si era espressa sulla possibilità di una richiesta simile nella particella di terreno opposta a questa per la “richiesta di autorizzazione alla realizzazione impianto di carburanti sottoposto alla SS 268 del Vesuvio”.
Alla richiesta del Comune il 1 aprile 2020 rispondeva il dirigente responsabile dell’area amministrativa Gestionale Anas. Facendo presente al Comune che la richiesta era stata avanzata tenendo conto una fascia di rispetto di 30 metri e non di 4 prevista per una strada di tipo b, futura riclassificazione della statale a seguito dei lavori di raddoppio. In particolare l’Anas faceva presente al Comune che questa fascia di 40 metri deve “essere valutata rispetto al confine stradale che è il limite della proprietà Anas e che nel caso specifico è quella determinata da ultimo dagli espropri da tempo completati per il progetto di raddoppio della Statale quindi per tipologia di strada extraurbana principale”. Da qui il dirigente fa notare al Comune che ha inviato la nota una serie di errori calcolati per la realizzazione del progetto, una serie di mancanze di documentazione e planimetrie catastali, la mancanza della documentazione fotografica. Insomma senza tutta una serie di documenti l’Anas non dà alcuna autorizzazione a continuare sul percorso progettuale. In merito a questi due progetti si era espressa anche la precedente dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune che, la stessa notte in cui scadeva il suo contratto con l’Ente, scrisse alcune Pec, in una di queste inviata la tarda sera del 24 febbraio scorso inviata al protocollo dell’Ente fa presente a chi la sostituirà che la dirigente che si occupa del Suap non ha avviato alcuna conferenza di servizio e che invece il parere dell’Anas è necessario.
Ora senza questo parere come può il Comune aver autorizzato i lavori?
Chi garantirà la sicurezza?
Questi lavori possono davvero cominciare senza che le forze dell’ordine verifichino la loro legittimità?
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