Somma Vesuviana. Condanna all’ergastolo, questa la sentenza giunta poco fa per Finnegan Lee Elder e Cristian Gabriel Natale Hjorth, i due giovani americani accusati dell’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega originario di Somma Vesuviana. A stabilirlo la sentenza della prima Corte d’Assise di Roma arrivata nella sera di oggi, 5 maggio, dopo una camera di consiglio di 13 ore. I giudici hanno avallato, dunque, l’impianto accusatorio della procura di Roma, che aveva chiesto l’ergastolo e un mese di isolamento diurno per i due imputati.
Nella sua requisitoria, a marzo scorso, la pm Maria Sabina Calabretta aveva dichiarato che Mario Cerciello Rega era “stato ucciso da due assassini. C’è stato il contributo e la consapevolezza piena di entrambi”. Secondo l’accusa, “Cerciello non ha avuto il tempo di elaborare nessuna difesa attiva. È stato ucciso con undici coltellate in meno di trenta secondi. Non c’è segno di un attacco di Cerciello o di un tentativo di strangolamento: non fu legittima difesa. E Varriale non ha potuto intervenire perché assorbito dalla colluttazione con Natale”.
Mario Cerciello Rega quando fu ucciso aveva 35 anni e si era sposato da pochissimo, era in servizio alla caserma dei Carabinieri di piazza Farnese a Roma. Fu aggredito insieme al collega Andrea Varriale nella notte fra il 25 e il 26 luglio 2019 nel centro della capitale, durante un controllo antidroga. Il vicebrigadiere fu colpito con 11 coltellate e ucciso.
I due cittadini statunitensi Hjorth e Elder che all’epoca dei fatti avevano 18 e 19 anni erano in vacanza. Quella notte provarono a comprare della cocaina, furono truffati e poi provarono a ricattare lo spacciatore, che decise di chiamare i carabinieri che intervennero e furono aggrediti. I due giovani furono rintracciati il giorno dopo in un hotel, arrestati confessarono l’omicidio.
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