Napoli. Un intellettuale acuto, raffinato, ironico e mai banale. Di Ernesto Paolozzi, tra i più importanti studiosi italiani del pensiero liberale e del pensiero crociano in particolare, scomparso oggi improvvisamente a 67 anni, c’è un ricordo chiaro, nitido ma soprattutto unanime tra i docenti dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. La più antica libera Università italiana era da oltre 30 anni la ‘casa’ privilegiata dei suoi studi, delle sue ricerche e delle sue docenze di Storia della filosofia. Insieme con l’Istituto Italiano degli Studi Filosofici di cui è stato per lunghi anni membro e del comitato scientifico e pilastro della Scuola estiva di Alta Formazione “Ottavio Colecchi”. “Non esistono principii assoluti, tranne il principio di libertà che, per sua natura, non ammette assoluti”. Uno dei suoi tanti aforismi, raccolti anche sul suo sito www.ernestopaolozzi.it, è stato scelto proprio dall’Università Suor Orsola Benincasa per ricordare attraverso i canali social dell’Ateneo l’essenza del suo pensiero liberale. “Il pensiero crociano per lui non è stato soltanto una missione di studio e di ricerca ma anche e soprattutto una bussola operativa nel suo grande impegno nella vita civile e sociale”. Nel ricordo tracciato da Lucio d’Alessandro, Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa, dell’impegno intellettuale militante di Ernesto Paolozzi c’è anche il suo ruolo di presidente della Commissione toponomastica del Comune di Napoli, lo stesso ruolo che aveva ricoperto proprio Benedetto Croce. Un ruolo nel quale Paolozzi, come sottolinea d’Alessandro, “si era impegnato particolarmente per il mantenimento dell’identità storica della città di Napoli anche attraverso la toponomastica”. “Ernesto era un liberale antidogmatico. A differenza di tanti sedicenti liberali la cui fede non è mai sfiorata da dubbi”. Nel ricordo commosso del filosofo Gennaro Carillo, professore ordinario di Storia del pensiero politico e filosofico del Suor Orsola, c’è proprio uno dei tratti dominanti dell’uomo Paolozzi prima ancora dello studioso. Uno dei tratti del “filosofo alieno da tutti quei tic che troppo spesso rendono la filosofia una posa e il filosofo un pavone che fa la ruota”, come evidenzia Carillo. Al Suor Orsola lo ricordano con commozione anche tutti i dipendenti dell’Ateneo. Era un rito immancabile del lunedì la chiacchierata sul calcio con il ‘filosofo’. Quella discussioni appassionate sulle sorti del Napoli calcio erano diventate negli anni un appuntamento quasi fisso della rubrica sportiva radiofonica “Albalunga” del lunedì di Run Radio, la web radio del Suor Orsola. “I suoi interventi sul calcio – ricorda il direttore artistico di Run Radio, Antonio D’Amore – diventavano lezioni d’amore verso la nostra città, spesso bistrattata ma non per questo seconda a nessuno come ci teneva sempre a ribadire”. “L’incertezza è sul piano psicologico l’equivalente della libertà sul terreno filosofico ed etico politico. Imparare a vivere nell’incertezza significa imparare a vivere nella libertà”. Lo avrebbe ricordato oggi Ernesto se qualcuno gli avesse comunicato all’improvviso la scomparsa di un caro amico ancora giovane con il quale fino a due giorni prima si sognava di ritornare presto sui campi di calcetto. Sul rettangolo verde faceva il centravanti Ernesto Paolozzi. Di pensiero e di manovra anche in campo. Spesso in squadra con i più giovani. Perché le migliori lezioni si trasmettono in azione.
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