NAPOLI. Una parte del porto molto periferica, ben lontana dalla frenesia delle quotidiane attività lavorative e forse, per questo, era diventata da tempo una “discarica” di rifiuti speciali. Almeno 500 tonnellate quelle conteggiate dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli che hanno sottoposto a sequestro i rifiuti speciali stoccati all’interno del porto senza alcuna autorizzazione. Ma non è da escludere che a verifiche ultimate siano molti di più, si tratta di un’area vasta e almeno 3300 sono i metri cubi sequestrati. I finanzieri del II Gruppo Napoli (guidati dal Tenente Colonnello Dario Marano), nel contesto di specifiche attività di analisi di rischio e di osservazione del territorio, hanno individuato nel sedime portuale di Napoli un’area di circa 500 metri quadri in cui erano ammassate tonnellate di rifiuti speciali, parte dei quali classificabili quali “pericolosi” per la salute. Le Fiamme Gialle hanno rinvenuto tra l’altro, cinque container contenenti rifiuti speciali e non (materiali ferrosi e in legno, lattine di vernice ancora piene), una betoniera, una gru mobile per sollevamento, due automezzi e numerosi motori per camion. All’interno di cassoni e autocarri, invece, erano poi stivati pneumatici usati, materiali ferrosi, tegole e scarti di lavorazione di varia natura.
Al termine delle verifiche l’intera area è stata sottoposta a sequestro e il responsabile (un 68enne di Pozzuoli, l’amministratore della società cui era affidata in concessione la zona demaniale dove sono stati effettuati i controlli) è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per attività di gestione, deposito e stoccaggio di rifiuti senza le previste autorizzazioni.
E’ importante ricordare che le aree demaniali date in concessione servono per svolgere la quotidiana lavorazione dei container, carico e scarico merci, ma la legge consente di formare aree di rifiuti momentanee che devo essere poste in depositi, non devono superare i 30 metri cubi e non devono essere allestiti per un periodo che va oltre un anno. Certo non quello che accadeva nell’area sequestrata dai militari del comandante Marano e situata ai confini con il quartiere di San Giovanni a Teduccio in una parte del porto non facilmente raggiungibile.
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