Giugliano. Riceviamo l’ennesima testimonianza che segnala il disagio che stanno vivendo alcune persone ammalate in questo periodo di emergenza Covid, a scriverla la figlia di un paziente che è anche una infermiera di terapia intensiva, quindi conosce bene ciò che scrive. La pubblichiamo con la speranza che chi ha il potere di cambiare la situazione intervenga.
Mio padre 5 giorni fa ha cominciato ad avere decimi di febbre.
Ha cominciato subito con il protocollo per il Covid nonostante non avessimo ancora un riscontro con un tampone (e menomale). Spinti dal medico curante che ci ha detto che non c’era speranza di avere l’ esecuzione di un tampone a breve termine (20 giorni addirittura).
Ci siamo rivolti ad un centro privato per fare un molecolare. Effettuato in maniera sommaria: appoggiato in narice e sulla lingua (è raccomandato nell’esecuzione non avere contatti con la saliva). Eseguito a lui e alla compagna per 70€ senza fattura.
Ovviamente è uscito negativo.
Da due giorni desaturava e per evitare il ricovero ho cercato, con prescrizione e senza, di procurare una bombola di ossigeno mai arrivata.
Stamattina (ieri per chi legge, ndr) la situazione è precipitata.
La saturazione era 80 (noi intubiamo con saturazione più alte). Abbiamo contattato il 118 alle 8 e 10 per questa importante insufficienza respiratoria.
L’ambulanza senza medico a bordo è arrivata a mezzogiorno passato.
Gli operatori hanno provato in tutti i modi a dissuaderlo e a fargli firmare il rifiuto del ricovero dicendo pure che in ospedale sarebbe morto.
Dopo una discussione molto accesa sono stati costretti a trasportarlo al pronto
soccorso di Giugliano.
Dove dopo 3 ore abbiamo avuto la risposta di un sierologico positivo, ovviamente.
Mio padre non ha comorbilità.
Domani compie 69 anni quindi non è neanche un grande anziano.
È scandaloso: un soggetto non supportato da una persona esperta avrebbe firmato con la conseguenza di un sicuro peggioramento.
È successa la stessa cosa ad un nostro caro amico la settimana scorsa.
È da delinquenti.
Procederò con una denuncia ai carabinieri.
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