Cercola. Producevano detersivi e li spacciavano per igienizzanti utili in questo periodo di pandemia. Ma altissimonera il rischio di inquinare anche il suolo in cui questo materiale veniva “stoccato”. Un’operazione importante per la salute pubblica quella effettuata dai militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata che a Cercola hanno sottoposto a
sequestro una discarica abusiva, un capannone aziendale e
prodotti detergenti riconducibili a due società attive nella produzione e
distribuzione di detersivi.
In particolare, le Fiamme Gialle della Compagnia di Casalnuovo (alla guida del capitamo Giuliano Delle Donne) hanno
scoperto un sito di stoccaggio di rifiuti speciali in un’area aperta, senza autorizzazione, in assenza di protezione del suolo, con grave rischio di inquinamento dell’ambiente e delle falde sottostanti.
Una delle due aziende effettuava abusivamente attività di imbottigliamento di detersivi in locali inidonei scaricando gli scarti della lavorazione direttamente
all’interno della fognatura.
Ulteriori verifiche hanno poi permesso di accertare che le aziende, attraverso
l’impiego di lavoratori “in nero”, commercializzavano detergenti e gel
“igienizzanti” che, oltre a non essere autorizzati dal Ministero della Salute,
riportavano sull’etichetta un pittogramma a forma di Croce Rossa e frasi in grado di ingenerare confusione nei consumatori relativamente al possesso di proprietà disinfettanti.
Al termine, sono stati sequestrati una discarica abusiva di circa 500mq
contenente oltre 750 kg di rifiuti speciali, numerosi “cubotti” contenenti gli scarti della lavorazione dei detergenti, un complesso aziendale di circa 1000mq ed oltre 1000 litri di prodotti in gel.
Denunciati i rappresentanti legali delle due società coinvolte per violazioni al
Testo Unico dell’Ambiente, un 64 enne di Portici e un 65enne di Melito di
Napoli.
L’attività rientra nell’ambito dell’attività di controllo economico del territorio disposta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli nell’area vesuviana anche nella “fase 2” dell’emergenza sanitaria.
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