Soddisfatti della decisione dei giudici della corte di assise, gli avvocati Erasmo Fuschillo e Felice Iovino, legali della famiglia Tafuro.
La terza sezione penale della corte d’assise di Napoli ha condannato alla pena dell’ergastolo con isolamento diurno per un anno Eugenio D’Atri, ritenuto essere il mandante del duplice omicidio di Francesco Tafuro e Domenico Liguori, i due gestori del centro scommesse di via San Sossio a Somma Vesuviana, barbaramente uccisi a Saviano il 15 febbraio del 2016 per aver ‘osato’ chiedere al ras D’Atri, ritenuto vicino al clan Cuccaro di Barra, di saldare alcune scommesse di gioco.
Oltre all’ergastolo, su richiesta del p.m. Scarfò, D’atri è stato interdetto dai pubblici uffici per tutta la durata dell’espiazione della pana e condannato anche al pagamento delle spese processuali, e al risarcimento dei danni in favore delle costituite parti civile: Liguori Salvatore, Liguori Aurora Assunta, D’Avino Antonietta, Meo Annunziata, Tafuro Antonio, Tafuro Giovanni, Tafuro Lucia e Tafuro Lucia, da liquidarsi in separato giudizio.
Fino alla fine Eugenio D’Atri aveva cercato in tutti i modi di scaricare le proprie responsabilità su Nicola Zucaro, l’esecutore della sentenza di morte, già condannata lo scorso luglio alla pena dell’ergastolo.
L’omicidio
Tafuro e Liguori, due bravi ragazzi, gestivano un centro scommesse a Somma Vesuviana. Le vittime hanno avuto la sfortuna di incontrare sulla loro strada Eugenio D’Atri, esponente del clan Cuccaro di Ponticelli/Barra, che viveva poco lontano dal centro scommesse. I due ragazzi avevano anticipato una somma che D’Atri aveva perduto in scommesse. Circa 25.000 euro. Incalzato da Tafuro e Liguori per la restituzione della somma di denaro, il ras – secondo la ricostruzione della tesi accusatoria – avrebbe deciso di sbarazzarsi di loro.
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