“La Napoli della Bella Époque”, il fervore intellettuale e culturale raccontato fra musica e poesia.
La magia della “Napoli Nobilissima” di quegli anni sarà raccontata, in una veste completamente inedita, attraverso le musiche e le parole dei protagonisti dell’arte dell’epoca, Un viaggio tra mito e leggenda, storia e passione realizzato grazie alle ricerche storiche di Antonella Santoro e la partecipazione degli artisti Lalla Esposito, Carmine De Domenico, e Matteo Mauriello, e dei musicisti Antonio Ottaviano, Arcangelo Michele Caso, Carmine Terracciano, Domenico Monda, Peppe Renella. Un appuntamento assolutamente da non perdere per gli appassionati della storia della “capitale del Sud”, promosso dall’Associazione Onlus Parthenope.
Mercoledì 12 dicembre, alle ore 20,30, l’ Associazione Onlus Parthenope sarà in scena con “La Napoli della Bella Époque”.
Lo spettacolo, curato e diretto dallo stesso presidente dell’associazione, Vincenzo De Maria, di cui sarà anche interprete di alcuni brani, nasce dalla volontà di spiegare agli spettatori come le scelte storiche, politiche e culturali di quel periodo, della Napoli di fine ‘800 ed inizi ‘900, hanno inficiato sull’attuale situazione di Napoli. Il “risanamento”, avviato dopo la terribile epidemia del colera del 1835 che ha investito la Capitale dell’ex Regno delle Due Sicilie, non è stato compiuto. Napoli non è riuscita a diventare quella città borghese e nobilissima profetizzata dagli scritti di Benedetto Croce, a causa di scelte strategiche, politiche e culturali alquanto discutibili.
Vincenzo De Maria in questo spettacolo ha fornito una panoramica della Napoli di quel periodo storico individuando gli eventi più significativi e caratterizzanti da portare in scena.
Una scelta tanto ambiziosa quanto ardua se si considera che nessuno fino ad ora, si è cimentato nella rappresentazione teatrale della Napoli di quell’epoca. Minuziose e ricercate sono state anche le musiche e i brani che accompagneranno lo spettacolo. La scelta è ricaduta su canzoni che riflettono il fermento culturale ed il momento storico ad esse collegate. Basti pensare a “Funiculì funiculà”, ispirata dall’inaugurazione della prima funicolare del Vesuvio, costruita nel 1879, per raggiungere la cima del Vesuvio, dove dal testo riecheggia l’atmosfera di allegria e brio che animava i visitatori durante il tragitto. O ancora ” ‘E Spingule francese”, canzone nata nelle campagne di Pomigliano e poi musicata da Salvatore Di Giacomo.
La “Napoli della Bella Époque”, vuole far trasparire la grande vena creativa e pulsante che animava tutto il popolo napoletano di fine ‘800 ed inizi ‘900.
Basti pensare che molte canzoni, poi rese famose in tutto il mondo, sono state scritte da semplici cittadini che non avevano il passaporto di scrittori o poeti. A titolo di esempio possiamo nominare E. A. Mario, pseudonimo di Giovanni Ermete Gaeta, che da semplice postino è divenuto uno dei massimi esponenti della canzone napoletana della prima metà del Novecento. Nella commedia non mancheranno riferimenti a personaggi illustri di quel periodo come Serao, Scarpetta, Viviani, Scarfoglio, Croce, Depretis, Giolitti, Nitti, Capuano, Schilizzi, Vico. Tutti luminari che hanno concorso con le loro arti a rendere Napoli la Capitale intellettualmente e culturalmente più florida del Mondo. Ufficio stampa: Vincenzo Iovinelli
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