lunedì 25 Novembre 2024
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Napoli, inaugurazione della mostra “Trilogia Cubana” di Ernesto Bazan

Napoli – Il 13 settembre 2018 alle ore 17.00 nel salone conferenze del

PAN/Palazzo delle Arti Napoli, si terrà un incontro pubblico con il

fotografo Ernesto Bazan moderato da Giovanni Chianelli, giornalista

de Il Mattino.

Alle ore 18.00, dopo il dibattito, Ernesto Bazan accompagnerà il

pubblico nelle sale del primo piano del PAN per inaugurare la mostra

Trilogia Cubana.

 

“Sono arrivato a Cuba per la prima volta, quasi per caso, nell’autunno del 1992;

ho iniziato una relazione amorosa con l’isola, durata quattordici anni. Per le

strade dell’Avana ho ritrovato la mia infanzia siciliana. Non avrei mai immaginato

che a Cuba avrei trovato il mio destino, che li una parte molto importante della

mia esistenza, sia da uomo che da fotografo, fosse già stato determinato.

Per tanti anni avevo fortemente desiderato Cuba come si desidera una donna

che incontri e non riesci più a toglierti dalla testa. Sono quasi certo di esserci

vissuto in un’altra vita”.

 

La mostra Trilogia Cubana di Ernesto Bazan allestita nel Palazzo

delle Arti di Napoli, ubicato nello storico palazzo Carafa di Roccella in

via dei Mille, presenta 100 immagini fra le sue migliori fotografie

scattate a Cuba dal 1992 al 2006.

Fanno parte della mostra le fotografie tratte dai suoi tre libri: Bazan

Cuba (1998), Al Campo (2011) e Isla (2014). Nel percorso espositivo

i tre corpi di lavoro si mescolano fra loro creando una commistione

unica e personale. Il visitatore viene trasportato in un viaggio intimo

fra i personaggi di un’isola piena di poesia, sofferenza, gioia ed

empatia che ricorda in molti aspetti la sua Sicilia natia: le due isole

diventano una.

Nel primo libro Bazan Cuba, il fotografo coglie la quintessenza del

vivere quotidiano fotografando gente sconosciuta incontrata per

qualche secondo per le strade dell’isola; un approccio reportagistico

che si coniuga a quello più intimo e personale che si evidenzia nelle

foto che ritraggono vari momenti di vita della sua famiglia e dei suoi

amici contadini, con i quali ha condiviso lunghi periodi nelle

indimenticabili campagne cubane.

In Al Campo, il suo progetto fotografico a colori esprime le

indimenticabili esperienze condivise con i suoi amici contadini. Le

foto raccontano gli straordinari colori dell’isola e in modo particolare

della campagna cubana, con le sue straordinarie sfumature di verdi,

gialli, rossi e azzurri.

In Isla, il terzo volume della trilogia, il fotografo ha utilizzato una

macchina di formato panoramico e pellicola in bianco e nero.

 

Parlando di questa ricerca il fotografo ha affermato:

”Scattando in panoramico dovetti prendere le distanze, allontanarmi dai miei

soggetti per sfruttare meglio il formato. Sento che queste immagini sono forse fra

le più tenere, più intime, più metafisiche, più meditative: i soggetti sembrano

contemplare la propria esistenza chiedendosi che destino li aspetti, dove

condurrà la propria caducità e se la loro infinita attesa troverà tregua.”

Come ha rilevato la grande critica americana Vicki Goldberg nel suo

epilogo nel primo libro:

“Ernesto sembra essere nato cubano per il suo temperamento ed esserlo

diventato ancora di più con la famiglia e i tanti anni di permanenza sull’isola. Il

suo racconto, presentato con un linguaggio inconsueto, quasi labirintico, non è

quello di un osservatore bensì quello di un insider”.

Ben lungi dall’essere uno spettatore esterno paracadutato sull’isola

per un tempo limitato, Ernesto Bazan scelse di vivere dentro questa

esperienza di vita irripetibile, mescolandosi con i cubani, diventando

uno di loro, condividendo le loro gioie e i loro dolori.

 

Riferendosi al suo lavoro, Bazan cita Rainer Maria Rilke, uno dei suoi

mentori spirituali:

“Il tempo non si misura, un anno non importa, e dieci anni

non sono niente. Essere un artista significa non enumerare e contare, ma

maturare come l’albero che non forza la sua linfa, e si erge sereno durante gli

acquazzoni primaverili, senza preoccuparsi che poi l’estate non verrà. Viene. Ma

viene solo per coloro che sono pazienti, che stanno lì come se l’eternità giacesse

davanti a loro, così incurantemente silenziosa e vasta. Lo apprendo ogni giorno

della mia vita, lo apprendo con dolore. Ne sono grato: la pazienza è tutto.”

 

 

Ernesto Bazan nel 1979 a Palermo, ascolta una voce in sogno che

gli sussurra poche parole: “Devi fare il fotografo!”. Da quel momento

intraprende il suo destino fotografico e si trasferisce a New York per

studiare fotografia alla School of Visual Arts. Dopo la laurea entra

nell’agenzia Magnum per poi intraprendere la carriera da fotografo

freelance rappresentando le maggiori testate giornalistiche europee e

americane.

Ernesto Bazan è un maestro della fotografia italiana conosciuto in

ambito internazionale, punto di riferimento anche e soprattutto per

giovani fotografi di tutto il mondo, che da quasi vent’anni partecipano

ai suoi workshop attivi a Cuba dal 2002.

 

Quattordici anni di vita e fotografia all’interno dell’isola di Cuba hanno

cambiato totalmente la sua vita. Proprio lì incontrerà Sissy, la sua

compagna di vita, dalla cui unione unione nasceranno i loro gemelli

Pietro e Stefano.

 

 

Il suo lavoro cubano gli ha dato il privilegio di vincere alcuni fra i più

importanti riconoscimenti internazionali fra cui: il W. Eugene Smith

Memorial Fund, il Mother Jones Foundation for Photojournalism, il

Dorothea Lange-Paul Taylor Prize, il World Press Photo, due borse di

studio: una della Alicia Patterson Foundation e la seconda dalla

Guggenheim Foundation.

 

Promossa dal Comune di Napoli, dall’Assessorato alla Cultura e al

Turismo del Comune di Napoli e dal Pan/Palazzo delle Arti Napoli, la

mostra è organizzata dalla BazanPhotos e coordinata da Federica Di

Lorenzo. Graphic designer Daniele Alamia.

 

L’incontro è aperto a tutti fino a esaurimento posti.

 

La mostra è a ingresso gratuito.

 

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