Napoli – Il 13 settembre 2018 alle ore 17.00 nel salone conferenze del
PAN/Palazzo delle Arti Napoli, si terrà un incontro pubblico con il
fotografo Ernesto Bazan moderato da Giovanni Chianelli, giornalista
de Il Mattino.
Alle ore 18.00, dopo il dibattito, Ernesto Bazan accompagnerà il
pubblico nelle sale del primo piano del PAN per inaugurare la mostra
Trilogia Cubana.
“Sono arrivato a Cuba per la prima volta, quasi per caso, nell’autunno del 1992;
ho iniziato una relazione amorosa con l’isola, durata quattordici anni. Per le
strade dell’Avana ho ritrovato la mia infanzia siciliana. Non avrei mai immaginato
che a Cuba avrei trovato il mio destino, che li una parte molto importante della
mia esistenza, sia da uomo che da fotografo, fosse già stato determinato.
Per tanti anni avevo fortemente desiderato Cuba come si desidera una donna
che incontri e non riesci più a toglierti dalla testa. Sono quasi certo di esserci
vissuto in un’altra vita”.
La mostra Trilogia Cubana di Ernesto Bazan allestita nel Palazzo
delle Arti di Napoli, ubicato nello storico palazzo Carafa di Roccella in
via dei Mille, presenta 100 immagini fra le sue migliori fotografie
scattate a Cuba dal 1992 al 2006.
Fanno parte della mostra le fotografie tratte dai suoi tre libri: Bazan
Cuba (1998), Al Campo (2011) e Isla (2014). Nel percorso espositivo
i tre corpi di lavoro si mescolano fra loro creando una commistione
unica e personale. Il visitatore viene trasportato in un viaggio intimo
fra i personaggi di un’isola piena di poesia, sofferenza, gioia ed
empatia che ricorda in molti aspetti la sua Sicilia natia: le due isole
diventano una.
Nel primo libro Bazan Cuba, il fotografo coglie la quintessenza del
vivere quotidiano fotografando gente sconosciuta incontrata per
qualche secondo per le strade dell’isola; un approccio reportagistico
che si coniuga a quello più intimo e personale che si evidenzia nelle
foto che ritraggono vari momenti di vita della sua famiglia e dei suoi
amici contadini, con i quali ha condiviso lunghi periodi nelle
indimenticabili campagne cubane.
In Al Campo, il suo progetto fotografico a colori esprime le
indimenticabili esperienze condivise con i suoi amici contadini. Le
foto raccontano gli straordinari colori dell’isola e in modo particolare
della campagna cubana, con le sue straordinarie sfumature di verdi,
gialli, rossi e azzurri.
In Isla, il terzo volume della trilogia, il fotografo ha utilizzato una
macchina di formato panoramico e pellicola in bianco e nero.
Parlando di questa ricerca il fotografo ha affermato:
”Scattando in panoramico dovetti prendere le distanze, allontanarmi dai miei
soggetti per sfruttare meglio il formato. Sento che queste immagini sono forse fra
le più tenere, più intime, più metafisiche, più meditative: i soggetti sembrano
contemplare la propria esistenza chiedendosi che destino li aspetti, dove
condurrà la propria caducità e se la loro infinita attesa troverà tregua.”
Come ha rilevato la grande critica americana Vicki Goldberg nel suo
epilogo nel primo libro:
“Ernesto sembra essere nato cubano per il suo temperamento ed esserlo
diventato ancora di più con la famiglia e i tanti anni di permanenza sull’isola. Il
suo racconto, presentato con un linguaggio inconsueto, quasi labirintico, non è
quello di un osservatore bensì quello di un insider”.
Ben lungi dall’essere uno spettatore esterno paracadutato sull’isola
per un tempo limitato, Ernesto Bazan scelse di vivere dentro questa
esperienza di vita irripetibile, mescolandosi con i cubani, diventando
uno di loro, condividendo le loro gioie e i loro dolori.
Riferendosi al suo lavoro, Bazan cita Rainer Maria Rilke, uno dei suoi
mentori spirituali:
“Il tempo non si misura, un anno non importa, e dieci anni
non sono niente. Essere un artista significa non enumerare e contare, ma
maturare come l’albero che non forza la sua linfa, e si erge sereno durante gli
acquazzoni primaverili, senza preoccuparsi che poi l’estate non verrà. Viene. Ma
viene solo per coloro che sono pazienti, che stanno lì come se l’eternità giacesse
davanti a loro, così incurantemente silenziosa e vasta. Lo apprendo ogni giorno
della mia vita, lo apprendo con dolore. Ne sono grato: la pazienza è tutto.”
Ernesto Bazan nel 1979 a Palermo, ascolta una voce in sogno che
gli sussurra poche parole: “Devi fare il fotografo!”. Da quel momento
intraprende il suo destino fotografico e si trasferisce a New York per
studiare fotografia alla School of Visual Arts. Dopo la laurea entra
nell’agenzia Magnum per poi intraprendere la carriera da fotografo
freelance rappresentando le maggiori testate giornalistiche europee e
americane.
Ernesto Bazan è un maestro della fotografia italiana conosciuto in
ambito internazionale, punto di riferimento anche e soprattutto per
giovani fotografi di tutto il mondo, che da quasi vent’anni partecipano
ai suoi workshop attivi a Cuba dal 2002.
Quattordici anni di vita e fotografia all’interno dell’isola di Cuba hanno
cambiato totalmente la sua vita. Proprio lì incontrerà Sissy, la sua
compagna di vita, dalla cui unione unione nasceranno i loro gemelli
Pietro e Stefano.
Il suo lavoro cubano gli ha dato il privilegio di vincere alcuni fra i più
importanti riconoscimenti internazionali fra cui: il W. Eugene Smith
Memorial Fund, il Mother Jones Foundation for Photojournalism, il
Dorothea Lange-Paul Taylor Prize, il World Press Photo, due borse di
studio: una della Alicia Patterson Foundation e la seconda dalla
Guggenheim Foundation.
Promossa dal Comune di Napoli, dall’Assessorato alla Cultura e al
Turismo del Comune di Napoli e dal Pan/Palazzo delle Arti Napoli, la
mostra è organizzata dalla BazanPhotos e coordinata da Federica Di
Lorenzo. Graphic designer Daniele Alamia.
L’incontro è aperto a tutti fino a esaurimento posti.
La mostra è a ingresso gratuito.
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