giovedì 28 Novembre 2024
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Teatro. Estate a Napoli, al Cimitero delle Fontanelle “Dalle pene… All’Amor perduto”

NAPOLI. Nuovo Teatro Sanità presenta “Dalle pene… All’Amor perduto” da Pene d’amor perduto di William Shakespeare adattamento e regia Alessandro Palladino con la compagnia giovane del Nuovo Teatro Sanità I ragazzi (Mario Ascione, Ciro Burzo, Antonio della Croce, Davide Meraviglia, Enrico Pacini, Gianluca Vesce) e le ragazze (Arianna Cozzi, Roberta D’Angelo, Ilaria Di Vicino, Alessia Santalucia, Marcella Spina) disegno luci Alessandro Messina produzione Nuovo Teatro Sanità. Cimitero delle fontanelle 20 e 21 luglio ore 20.30
Ingresso libero

Venerdì 20 e sabato 21 luglio, ore 20.30, il Nuovo Teatro Sanità presenta, nel suggestivo sito del Cimitero delle Fontanele, Dalle pene… All’Amor perduto. Il lavoro teatrale, tratto da Pene d’amor perdute di William Shakespeare, è adattato e diretto da Alessandro Palladino, che porta in scena la compagnia giovane del Nuovo Teatro Sanità, formata da I ragazzi (Mario Ascione, Ciro Burzo, Antonio della Croce, Davide Meraviglia, Enrico Pacini, Gianluca Vesce) e le ragazze (Arianna Cozzi, Roberta D’Angelo, Ilaria Di Vicino, Alessia Santalucia, Marcella Spina). Lo spettacolo è la prima tappa di Circle Festival, progetto realizzato con il sostegno del MIBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”, e va in scena per il Festival delle Periferie, manifestazione Estate a Napoli 2018 “ESTATE BAMBINA – A voce d’e creature”, promossa dall’Assessorato alla cultura e turismo del Comune di Napoli. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.
Pene d’amor perdute è comunemente considerata una commedia per gli argomenti trattati e la leggerezza della storia. Una commedia d’amore, ma che sebbene abbia un lieto fine, non termina con il classico matrimonio tra personaggi. Sullo sfondo della Spagna del XVI secolo, dominata da mode temporanee e stereotipi di corte, si sviluppa la vicenda di Re Ferdinando di Navarra e del suo seguito: alla ricerca di una profondità intellettuale si legheranno ad un giuramento di castità messo a dura prova dall’arrivo a corte della Principessa di Francia e delle sue ancelle. Il contrasto della pomposità di corte con la leggerezza e libertà del popolo daranno vita al tessuto drammaturgico di questa commedia degli equivoci. «Il mio adattamento modifica in parte la struttura scespiriana, ma nel mio lavoro con i giovani attori del teatro sono partito dal linguaggio del Bardo ‑ spiega Alessandro Palladino‑, soprattutto dal verso e dalla sua leggerezza. Ed è su questa levità che ho condotto il laboratorio con gli attori della compagnia giovane del Nuovo Teatro Sanità. Una leggerezza che è la cifra dell’amore come di qualsiasi altro gioco. Ma che è anche forza in grado di scavalcare i muri della vita, quando non si perde di vista la sua dimensione giocosa. È la levità dell’amore ma anche quella dell’arte, che è forza in grado di capovolgere il mondo solo quando se ne comprende il peso specifico».
In scena una compagnia di giovani attori che ben si addice ai colori e alla freschezza dell’idea registica, realizza un lavoro che strizza l’occhio all’esercizio di stile e al gioco teatrale. La commedia diviene qui puro divertissement, che si ispira nelle narrazione ai cantastorie, ma che fa ampio uso anche degli stilemi della commedia dell’arte e della forza espressiva del corpo tipica del teatro di strada. Un andirivieni romantico, che è una rincorsa affannosa dei sentimenti e della felicità, che però non lancia alcun messaggio se non quello che l’amore è un grande gioco, spesso anche spietato e paradossale, che rende più leggera la vita.

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