venerdì 22 Novembre 2024
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Al teatro di Forcella Toni Servillo legge Napoli e incanta il pubblico

di Emilia Ferrara

Napoli, ieri venerdì 23 febbraio, al Trianon Viviani, grande successo per la prima rappresentazione di Toni Servillo legge Napoli il teatro era pieno nonostante le condizioni climatiche sfavorevoli. Dopo il san Carlo, l’attore della “Grande bellezza” continua a ritrarre la fascinosa complessità della città.

Servillo è entrato in scena annunciando l’ordine inverso della lettura del suo viaggio “dantesco” a Napoli, attraverso la lettura dei grandi attori, registi e scrittori del passato e contemporanei. Partendo da Lassamme fa’ a Dio di Salvatore di Giacomo fino ad arrivare all’inferno.

Un pubblico attento, il Maestro ha saputo, come sempre, tenere alta l’attenzione alternando momenti di forti emozioni a momenti di puro divertimento.

Servillo ha scelto il Trianon Viviani, il teatro pubblico di Forcella, per continuare il suo viaggio tra «i mille volti e le mille contraddizioni di Napoli». Sul palcoscenico del teatro del popolo, diretto da Nino D’Angelo, Lo spettacolo, prodotto da Teatri uniti replicherà sabato 24, alle ore 21 e domenica 25, alle ore 18.

In questo spettacolo dedicato alla cultura partenopea, l’attore si immerge nella sostanza verbale di poeti e scrittori che di Napoli hanno conosciuto bene la carne e il cuore. Tra pulsioni e pratiche, carne e sangue, Servillo sostiene la necessità perentoria di non rinunciare a una identità sedimentata da quattro secoli di letteratura. Accanto a poemetti ormai considerati fra i grandi classici del Novecento come Lassamme fa’ a Dio di Salvatore di Giacomo e Vincenzo De Pretore di Eduardo De Filippo, ci sono due liriche di Ferdinando Russo, ‘A Madonna d’‘e mandarine e  ‘E sfogliatelle, nonché l’attualissima Fravecature di Raffaele Viviani. Servillo dà poi voce alla sanguigna e veemente invettiva de ‘A sciaveca di Mimmo Borrelli e alla lingua contemporanea, colta e allusiva di Litoranea di Enzo Moscato, tagliente riflessione sulle contraddizioni e sul degrado di Napoli, che, nel 1991, costituiva il finale di Rasoi, spettacolo-manifesto di Teatri uniti. Composte per la circostanza sono ‘O vecchio sott’‘o ponte di Maurizio de Giovanni, a raccontare l’inumano dolore per la perdita di un figlio, e Sogno napoletano di Giuseppe Montesano, in cui, dichiarata la dimensione onirica, l’apocalisse lascia il passo a un salvifico, auspicato, risveglio delle coscienze. Entrambe si infrangono nella successiva sequenza, aspra e feroce, di Napule, crudo ritratto della città scritto da Mimmo Borrelli.

«I testi che ho scelto – spiega Servillo – fanno emergere una lingua viva nel tempo, materna ed esperienziale, che fa diventare le battute espressione, gesto, corpo. Poeti e scrittori, testimoni della città nel passato e nel presente, offrono attraverso emblematici scritti il quadro sintetico di una realtà impietosa ai limiti del paradosso… Oltre la lingua il filo rosso che attraversa e unisce la serata è il rapporto speciale, caratteristico di tantissima letteratura napoletana, con la morte e con l’aldilà, il commercio intenso e frequente con le anime dei defunti, i santi del paradiso e Dio stesso».

Servillo, prima della lettura di Viviani, ha voluto omaggiare il grande Totò con la lettura de “A Livella”.  Un bel viaggio attraverso i vari volti e le altrettante contraddizioni di Napoli, vitalità e disperazione, convivono dove spesso l’una prevarica sull’altra, ma che da sempre il popolo ha imparato l’arte di arrangiarsi e sopravvivere.

 

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