BRUSCIANO. I carabinieri al Comune di Brusciano per sequestrare tutti gli atti relativi al piano urbanistico comunale (Puc).
A firmare il provvedimento il procuratore capo di Nola, Paolo Mancuso nell’ambito di un’inchiesta che va avanti dal 2012 e che riguarda la vecchia amministrazione dell’ex sindaco Angelo Antonio Romano. I militari della Compagnia di Castello di Cisterna e della locale Stazione sono rimasti in municipio per diverse ore per poi andare via con tutti i faldoni dello strumento urbanistico da tempo oggetto di gravi provvedimenti. Ultimo, in ordine di tempo, quello della prefettura che ha adottato un provvedimento di sospensione delle richieste edilizie relative agli ex amministratori ed ex consiglieri comunali e dei loro parenti ed affini fino al quarto grado. Cui è seguita la decisione del consiglio comunale di sospendere l’efficacia di alcune parti del piano urbanistico comunale.
A rendere noto il provvedimento della Procura anche il sito web del Comune, aprendo l’home page campeggiava un avviso chiarissimo “Si comunica che la sessione “Amministrazione Trasparente” alla voce – Pianificazione e Governo del Territorio – non contiene gli atti relativi al P.U.C. in quanto la Procura della Repubblica di Nola, con decreto, in data 05.05.2014 ne ha disposto il sequestro preventivo, ai sensi degli artt. 321 comma 3 bis c.p.p. 104 D.lgs 271/1989”.
Alla base delle verifiche conflitti di interesse legati ad alcuni lotti per i quali sarebbe cambiata la destinazione d’uso, lotti di proprietà di alcuni parenti degli ex amministratori. Le incompatibilità più eclatanti riscontrate dagli inquirenti riguarderebbero i terreni di congiunti dell’ex sindaco Angelo Antonio Romano, e con lui parenti dell’ex vicesindaco Carmine Guarino, degli assessori Francesco Maione e Domenico Esposito, dell’ex assessore Carmine Sposito.
L’argomento è sempre stato oggetto di verifiche e polemiche fin dalla sua approvazione. Ne seguirono episodi strani come l’attentato, nel novembre del 2012, che coinvolse il dirigente dell’ufficio Urbanistica del Comune l’architetto Gaetano D’Amore. Sotto il palazzo dove c’era lo studio del professionista fu ritrovato un carrellino, di quelli usati per la spesa, con all’interno un congegno con alcuni pulsanti ad intermittenza, pieno di polvere esplosiva ed attivato da una resistenza a riscaldamento pronto ad esplodere. In quello stesso palazzo viveva però anche il vicesindaco, di allora, Carmine Guarino, fattori che spinsero gli inquirenti a valutare l’attività amministrativa della giunta Romano.
DA METROPOLIS DELL’8 MAGGIO
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