NAPOLI. Errori tali da destabilizzare l’equilibrio finanziario, incapacità di riscossione dei crediti residui, rimodulazione del piano di riequilibrio respinta. Questo trapela dalla Delibera della Corte dei Conti 240 del 16.10.2017 in cui si evidenzia il fallimento, grave e reiterato, dell’obiettivo del piano di riequilibrio finanziario.
Con la bocciatura definitiva del piano si applicherebbe l’art. 244 del Tuel (Testo unico degli enti locali), dissesto, ed entro 20 giorni il Consiglio dovrebbe redigere una delibera consiliare di accertamento del dissesto per il comune di Napoli.
Matteo Brambilla, capo-gruppo del MoVimento 5 Stelle al comune di Napoli : “Situazione gravissima, abbiamo preparato una mozione di sfiducia. Salvare Napoli significa salvare la città ed i servizi ai cittadini, non significa salvare questa amministrazione ed il Sindaco”.
Napoli pare essere in una situazione disarmante. Cosa sta succedendo?
Napoli, come si legge dalla delibera della corte dei conti, è già in una situazione di dissesto acclarato. È solo una questione burocratica, di tempo, si dovrà aspettare i primi mesi del 2018 per acclarare il dissesto del comune. La corte dei conti ha visto che il comune di Napoli nel 2015 e nel 2016 ha sforato completamente il suo piano di riequilibrio. Per la situazione in cui versa ancora l’ente sarà impossibile ripianare il disavanzo e rispettare il piano di riequilibrio che lo stesso comune si era dato nel 2013. Dopo aver sforato il piano di riequilibrio per tre anni consecutivi si aprirebbe la strada per il dissesto. Noi consiglieri comunali avremmo 20 giorni per fare una delibera di accertamento del dissesto, su indicazione del prefetto. Questo succederebbe nei prossimi mesi a Napoli.
Quali sono le responsabilità di De Magistris e quali quelle ereditate? Se ce ne soo
De Magistris eredita una situazione di dissesto dalla giunta Iervolino. Nel 2012 vi erano 850 milioni di disavanzo e 650 milioni di passività potenziali e debiti fuori bilancio. Il Sindaco chiese, insieme ad altri comuni, una legge dal governo Monti e si giunse al pre-dissesto. Il Pre-dissesto è sostanzialmente uguale al dissesto dal punto di vista tecnico, il comune ha uno squilibrio economico talmente grave che non può essere ricondotto in termini ordinari, non riesce a risanare la mole enorme di debiti che ha. Questi 800 milioni di euro di disavanzo vennero spalmati in dieci anni con quote annue di 70-80 milioni di euro. Negli anni successivi la corte dei conti disse che il disavanzo effettivo non era di 800 milioni. Uno dei problemi era dato dal fondo di rotazione, il comune di Napoli ha avuto quasi 300 milioni di euro dal fondo di rotazione, una sorta di anticipo di liquidità da parte del governo ai comuni in pre-dissesto. Su 500 milioni di euro del fondo di rotazione, 300 milioni di euro, i tre quinti, andarono al comune di Napoli. Questa anticipazione di liquidità è una passività che il comune doveva iscrivere a bilancio secondo la corte dei conti. De Magistris, quindi, ha sicuramente ereditato una situazione non semplice ma il debito con la sua amministrazione è sicuramente aumentato.
Alla luce di tutto questo quali conseguenze si prospettano per la città di Napoli?
Blocco della spesa, ossia blocco degli investimenti del comune. Un esempio è lo stadio San Paolo ed i 25 milioni di euro di debito fatto col Coni ,un mutuo che un comune in pre-dissesto non può fare. In pre-dissesto si possono fare solo investimenti tesi a ridurre la spesa corrente. De Magistris sta bloccando la quota parte di 180 milioni di euro di un prestito flessibile per coprire i lavori “ linea 1 – linea 6 ”, da Capodichino al Centro Direzionale. Poi ovviamente blocco delle assunzioni del personale, e taglio del 30 % dell’indennità dei consiglieri comunali. Ma quest’ultimo dato, a noi del MoVimento 5 Stelle, non preoccupa, secondo me dovrebbero eliminare l’indennità dei gettoni di presenza.
Ci sarà un salva Napoli – salva comuni?
Davanti ad una pronuncia del genere della corte dei conti che acclara il dissesto del comune, abbiamo chiesto immediatamente il consiglio comunale che non si riunisce da più di un mese. Il 20 novembre, nelle commissioni bilancio di Camera e Senato, è l’ultimo giorno per discutere degli emendamenti alla finanziaria portati dall’Anci . L’Anci, di cui è vicepresidente il sindaco De Magistris , ha presentato degli emendamenti che chiamano “salva comuni”, che in particolare all’articolo 71, riguardano gli enti in pre-dissesto, in pratica si chiede un aiuto finanziario allo stato. De Magistris poteva strutturalmente stare in piedi grazie al fondo di rotazione, al decreto 35 con cui sono state pagate le ditte che dopo aver lavorato per l’ente erano creditori del comune. Ora richiedono un altro aiuto di stato che significherà finanziamenti, banche,mutui e tassi che pagheranno i cittadini napoletani. Quando si dice salva-Napoli siamo d’accordo. Ma salva-Napoli vuol dire salvare la città ed i servizi ai cittadini, non certo l’amministrazione ed il Sindaco.
Avete preparato una mozione di sfiducia?
La mozione di sfiducia, in questo momento, è una mozione di sfiducia politica. Per diventare atto formale servono due quinti dei consiglieri che la firmano. Sedici firme, che rappresenterebbero le opposizioni compatte, potrebbero permettere alla mozione di essere votata in aula. Mozione che, se approvata, determinerebbe la fine di questa amministrazione, andrebbero tutti a casa.
Sostieni la Provinciaonline
Il nostro giornale è libero da influenze commerciali e politiche e così vogliamo restare. Voi con il vostro piccolo aiuto economico ci permettete di mantenere la nostra indipendenza e libertà. Un piccolo o grande aiuto che permetterà alla Provinciaonline di continuare ad informarvi su quello che tanti non vogliono dirvi. Clicca qui e aiutaci ad informare ⬇️.