MARIGLIANO. Il “Collettivo Utopia” promuove iniziative per ricordare il 40esimo anniversario del “77 l’Anno che non finì”.
A Marigliano continua la rassegna “77 l’Anno che non finì” presso la “Stazione Utopia” ex fermata della linea ferroviaria Napoli-Nola-Baiano della Circumvesuviana la cui area esterna è stata recuperata, resa accogliente e restituita a nuova vita come meeting point, centro di incontri, pubbliche riflessioni, attività interculturali, impegno politico e spazio per la crescita civile e sociale collettiva di Marigliano. Sono tante le iniziative messe in campo costantemente dal “Collettivo Utopia” per l’autogestione e l’uguaglianza, spesso insieme all’Associazione Nuova Koiné sul fronte dell’interculturalità. Su You Tube la location delle attività https://www.youtube.com/watch?v=JG8xTHmB7Eg .
Domenica scorsa si sono svolti gli incontri su “Politica e Musica” e sul linguaggio del “Denim” con il laboratorio sartoriale di ricreazione a cura di “Samaè” in serata l’emittente Radioplaza ha ospitato gli interventi di Giuseppe Aiello sulla “Musica nel ’77”, Raffaele Paura su “Movimento e autonomia” e Saverio Sodano con chitarra e voce a riprodurre cover da Johnny Cash, Nina Simone, Bob Marley a Pino Daniele. Domenica 24 Settembre, si continuerà con “Arte e comunicazione”, ore 18 “Dàzìbào”, laboratorio per manifesti; ore 21 Radioplaza incontra Valerio Minnella, voce di Radio Alice; Vincenzo Sparagna, scrittore, fumettista di Cannibale, il Male, Frigidaire; Luca Chiurchiù, autore del libro “La rivoluzione è finita abbiamo vinto”.
Domenica 1° Ottobre 2017 si chiuderà con “Teatro e sperimentazione”; ore 19 la performance del Teatro dell’Oppresso di Napoli; ore 21Radioplaza incontra Thomas Walker del Living Theatre; Lucia Fama, autrice della ricerca “Leo e Perla a Marigliano” con visioni di “Assoli ’77” di Leo De Berardinis. In contemporanea ci saranno mostre permanenti, fumetti, visioni, giornali e riviste cucina clandestina e autoproduzioni contadine naturali. Nel 40esimo Anniversario del Settembre 1977 ricordiamo brevemente alcuni momenti di quegli anni. Nel mese di dicembre 1976 il Ministro della Pubblica Istruzione Malfatti con una circolare azzera la liberalizzazione dei piani di studio ed annuncia l’abolizione degli appelli mensili e l’aumento delle tasse. È il declino delle conquiste del Sessantotto.
Nel settembre del 1977 la sinistra extraparlamentare decide di dimostrare a tutto il mondo la propria forza e convoca a Bologna, roccaforte del Pci, una grande manifestazione. Dal 22 al 24 settembre 1977 a Bologna giungono circa 100.000 giovani per il “Convegno sulla Repressione”, organizzato dal Movimento Studentesco, in risposta all’appello fatto il 5 luglio sul quotidiano “Lotta Continua” e sottoscritto anche dagli intellettuali francesi, Jean-Paul Sartre, Michel Foucault, Gilles Deleuze e FélixGuattari.
Il convegno si conclude con un corteo e uno spettacolo di Dario Fo in Piazza VIII Agosto con la partecipazione del Gruppo musicale di Pomigliano d’Arco “Nacchere Rosse”. Alla fine di quella straordinaria esperienza si prende atto della mancanza di un accordo unitario fra le varie anime del Movimento che da allora inizia la sua parabola discendente. Inizia il “riflusso” e si incrementano i numeri degli atti di violenza: nel 1977 si contano 2128 attentati terroristici, rispetto ai 1198 dell’anno precedente; vengono “gambizzate” 32 persone, assassinati poliziotti, politici, giornalisti e avvocati. Da punto di vista elettorale è nel 1976 che il PCI raggiunge il suo massimo storico, il 34%, che alimenta tante speranze nel mondo operaio e giovanile. In quegli anni il PCI si impegna nella “solidarietà nazionale” con la DC, mentre dal versante economico gli italiani imparano un nuovo termine, “Stagflazione” che sintetizza la stagnazione e l’inflazione di quel triste periodo. Il 17 febbraio 1977 gli studenti cacciano via dall’Università di Roma il leader CGIL Luciano Lama. L’anno 1978 è il più cruento di tutti, segnato dall’uccisione di Aldo Moro che nel febbraio ha annunciato l’intesa per la preparazione dell’entrata del PCI nel Governo. Nel 1979 il PCI subisce la sconfitta elettorale scendendo al 30% mentre alla sua sinistra sopravvive un’area di extraparlamentari. Nel 1979 inizia l’inesorabile calo degli iscritti al PCI.
Il sociologo e giornalista Antonio Castaldo dai suoi personali ricordi cita: “l’autostop per risalire la penisola e partecipare a quei giorni del ’77 a Bologna. Il muoversi fra l’Università e Piazza Maggiore, il Palazzo dello Sport e Piazza VIII Agosto, l’immenso coloratissimo corteo, gli slogan, anche contro lo stesso Sindaco di Bologna, Renato Zangheri, che, per la verità, fece trovare una città assai accogliente ai giovani arrivati da tutta Italia. Tre giorni di esperienza per me e Felice Ruggiero, partiti e ritornati a Brusciano in autostop, che divennero 15 giorni di libertà, di escursioni, di contatti e scambi di idee, nel tornare a casa facendo tappa a Firenze, Perugia e Roma in un vissuto che fu veramente un rito di iniziazione alla vita adulta”.
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