Acerra. “Non si impara il latino e il greco per parlare queste lingue, per fare i camerieri o gli interpreti o che so io. Si imparano per conoscere la civiltà dei due popoli, la cui vita si pone come base della cultura mondiale” (Gramsci, Quaderni dal carcere).
L’essenza della nostra storia è la tradizione. Forti di questa consapevolezza un gruppo di docenti del Liceo “Alfonso Maria de’ Liguori” di Acerra, coordinato dal Prof. Alessandro Varavallo, con la collaborazione delle prof.sse Ida Albonico, Annamaria De Martino, Maddalena Venuso e del Prof. Antonio Tuccillo, incoraggiati e sostenuti dal D.S. Carmine De Rosa, un matematico sensibile alla cultura umanistica, tre anni fa ha dato vita al Certamen Acerranum, un agone in lingua latina che vede studenti provenienti dai Licei di diverse regioni
d’Italia misurarsi in una “sfida all’ultimo verso” di un brano tratto dalle “Georgiche “ di Virgilio.
Anticipato quest’anno da una serie di conferenze e due Certamina interni al Liceo, Parvum, per le classi II, e Juvenilia, per le classi III, e inserito nei Certamina accreditati dal MIUR, l’Acerranum ospiterà quest’anno 130 studenti, di cui 16 del “de’ Liguori” e gli altri provenienti da Licei della Campania, del Lazio, della Basilicata, della Puglia e della Calabria, che venerdì 17 marzo affronteranno il brano scelto dalla Commissione esaminatrice, presieduta dal prof. Crescenzo Formicola, ordinario di Letteratura Latina all’Università Federico II di Napoli, e composta dai Prof.ri Lazzaro Alfano, Antonio Alvino, Ferdinando Cavezza, già Dirigenti Scolastici, e dai giovani Prof.ri e cultori della materia Anna Lucia Iroso, Rita Giuntoli e Antonio Sena. Del brano assegnato gli studenti stileranno una traduzione personale ed originale, accompagnata da un commento non solo stilistico, ma anche attualizzato interpretando il passo alla luce della questione ambientale che interessa l’agro Acerrano, noto alle cronache con l’infausto appellativo di Terra dei Fuochi. Le “Georgiche” Virgiliane, con la loro entusiastica celebrazione del labor agricolae, appaiono il testo latino più adatto ad imprimere il sigillo dell’auctoritas culturale classica alla volontà del territorio acerrano di attuare una riconversione ambientale e produttiva che riscopra il rapporto tra antico e moderno in un’ottica di continuità.
Il Certamen, grazie all’incontro di svariate realtà scolastiche, favorisce l’interazione e lo scambio culturale fra i giovanissimi, che condivideranno, insieme agli accompagnatori, anche un ricco programma collaterale, che prevede, fra l’altro, la visita al Complesso Basilicale di Cimitile e al Museo Archeologico nolano.
Per dirla con Nicola Gardini, latinista, docente a Oxford e autore dell’ affascinante saggio “Viva il Latino – storie e bellezza di una lingua inutile”, il Certamen “incoraggia gli studenti a dialogare con una civiltà che giunge fino a noi senza soluzione di continuità e della quale siamo parte anche quando non lo sappiamo”.
Che sia necessario guardare al passato per acquisire la capacità di progettare il futuro?
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