OTTAVIANO. “Si era ferita alla testa, ma non credevo fosse grave, che potesse morire”. Dopo ore in cui ha cercato di cambiare la dinamica dei fatti, alla fine non ha potuto continuare a mentire ed ha raccontato ai carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata e ai colleghi della Stazione di Ottaviano come era morta Viktoriia Shovkoplias la donna che qualche volta tornava a vivere con lui nell’appartamento al terzo piano di via Alessandro Manzoni 216 ad Ottaviano.
Così è finito in manette, Mario Parente, 35 anni, sottoposto a fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura di Nola perchè ritenuto responsabile dell’omicidio preterintenzionale di Viktoriia, 54 anni, di nazionalità ucraina. Era l’ennesimo litigio, capitava spesso, ma stavolta si è concluso in tragedia. Le rapide e puntuali indagini dei militari, coordinate dalla procura nolana, attraverso “attraverso le numerose dichiarazioni testimoniali”, come conferma il procuratore capo Paolo Mancuso in una nota “ha consentito di ricostruire univocamente le responsabilità del PARENTE che, dopo l’ennesima lite con la donna, alle ore 3:00 circa del 3 novembre, all’ingresso del proprio appartamento, spintonava la straniera facendola cadere per terra, procurandole la grave lesione. La donna, dopo aver tentato di chiedere aiuto, decedeva all’interno del bagno dell’abitazione”. Secondo quanto hanno ricostruito gli inquirenti la donna e il compagno hanno litigato sull’uscio di casa (nel quartiere di San Gennarello di Ottaviano), una spinta molto forte e la donna cade rovinosamente a terra ferendosi seriamente dietro alla testa. Poi però si rialza e mentre l’uomo va a dormire lei si reca in bagno per medicarsi la ferita. Poi Parente racconta di essersi svegliato e averla trovata già morta, in un primo momento ha continuato a raccontare che avevano litigato in bagno e lei era morta lì fin quando i militari della sezioni rilievi hanno trovato le macchie di sangue all’ingresso di casa. per il quale gli sono state chieste spiegazioni e da qui la decisione della Procura di accusarlo di “omicidio preterintenzionale”. Appena trovato il corpo lui era andato anche al bar del quartiere, aveva bevuto qualcosa e poi aveva detto al barista di aver trovato morta Viktoriia e di chiamare i carabinieri. Una versione che è stata poi smentita dai militari.
L’uomo è finito nel carcere di Poggioreale, mentre la salma è stata trasferita al II Policlinico di Napoli per l’esame autoptico disposto dalla magistratura.
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