Pomigliano d’Arco. Sono trascorsi 18 anni da quando i killer, entrati in azione per sbaglio, uccisero tre ragazzi innocenti scambiandoli per degli ‘esattori’ di un clan rivale.
Erano tre giovani operai e furono trucidati a colpi di kalashnikov, era il 20 luglio 1998 a morire a Pomigliano D’Arco furono Alberto Vallefuoco, 24 anni, Rosario Flaminio 24 anni e Salvatore De Falco 21 anni.
Ecco come racconta di quelle vittime innocenti la Fondazione Pol.i.s.
Il 20 luglio 1998 in Via Nazionale delle Puglie a Pomigliano D’Arco, nella zona nord-est di Napoli, tre operai, Salvatore De Falco, Rosario Flaminio e Alberto Vallefuoco, sono stati assassinati, durante l’ora di spacco, davanti al bar nei pressi del pastificio Russo dove lavoravano.
I giovani stanno per entrare in macchina quando tre sicari a bordo di una “Lancia Y” con in pugno revolver e kalashnikov ed il volto coperto da cappucci, sparano circa quaranta colpi uccidendo all’istante i tre colleghi e ferendo di striscio la cassiera.
I nomi delle tre vittime non dicono nulla a Carabinieri e Polizia. Nessuna segnalazione, nessun precedente, niente di significativo dal punto di vista criminale.
Gli investigatori subito ipotizzano che si sia trattato di un clamoroso errore. Sono stati scambiati per appartenenti ad un clan rivale a quello dei killer.
Per questo triplice omicidio sono stati condannati all’ergastolo Modestino Cirella, Giovanni Musone, Pasquale Cirillo, Pasquale Pelliccia e Cuono Piccolo come mandanti ed esecutori.
La famiglia di Alberto Vallefuoco è impegnata nel Coordinamento dei familiari delle vittime innocenti della criminalità e porta la propria testimanianza ai giovani campani affinchè Alberto sia ricordato e affinchè queste tragedie non si rinnovino.
Il papà di Alberto, Bruno Vallefuoco, in un’intervista per “Storia Criminale. Camorra e bande criminali nella città di Napoli” di Aldo Zappalà, documentario promosso dalla Fondazione Pol.i.s per la trasmissione “la Storia Siamo noi” di Giovanni Minoli, afferma quanto segue: “Mio figlio e i suoi amici non si trovavano al posto sbagliato al momento sbagliato – come molti sostengono -, sono “loro”, quelli che li hanno uccisi, che si trovavano al posto sbagliato al momento sbagliato. Sono loro che se ne devono andare”.
A Casalnuovo la sezione anagrafe del Comune è dedicata alla memoria di Alberto, Rosario e Salvatore.
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