MARIGLIANO. “Il ripetitore non andava costruito a San Vito, ma nel cimitero. Chi amministrava con me e lo fa ancora oggi dimentica gli accordi presi coi cittadini”. Non le manda a dire l’ex sindaco Antonio Sodano, che ricorda bene una vicenda che oggi sta agitando, e con giusta ragione, gli animi dei residenti di via in Padre Michelangelo Longo nel quartiere di San Vito a Marigliano.
E così Antonio Sodano ricorda come è iniziato l’iter per la costruzione del ripetitore di telefonia cellulare e cosa il Comune aveva ottenuto dalle aziende. “In merito alla vicenda dell’antenna montata nelle vicinanze del convento di San Vito”, spiega Sodano, “tengo a precisare che l’Amministrazione da me guidata riunì intorno a un tavolo, per ben due volte, tutti i gestori nazionali. La premessa a questi incontri fu il ‘congelamento’ di tutte le richieste presentate sul territorio. In particolare, il mio esecutivo prese impegno con gli abitanti della località Masseria Basso, di non far realizzare l’impianto che si stava già costruendo. La vicenda come era costume dell’Amministrazione, coinvolse anche le opposizioni, ne è testimone il Consigliere Nello La Gala sempre vigile e attento su queste tematiche. A quel tavolo, presenti funzionari, consiglieri, comitato, e elementi di giunta si formulò un accordo di massima che prevedeva, nella zona di San Vito, un impianto da installarsi nel cimitero, in prossimità dell’autostrada e quindi ampiamente fuori dal centro urbano. Tale scelta avrebbe portato un reddito annuo nelle casse del comune. I termini dell’accordo furono in precedenza condivisi anche con gli assessori Coppola, Molaro e tutti i consiglieri. L’accordo, prossimo alla sottoscrizione definitiva, rallentò perché anche consiglieri del mio partito, Michele Cerciello, Michelangelo Esposito Mocerino, Emanuele Perna e Raffaele Vacca decisero di porre fine al mandato amministrativo”. E da allora cosa è accaduto?
“I successivi Commissariamenti non portarono a termine tale accordo”, conclude Sodano, “forse perché i funzionari che erano presenti a quel tavolo non ritennero opportuno o dimenticarono l’accordo. Mi dispiace che chi fu ed è ancora protagonista della cosa pubblica non rende noto la vicenda anzi gli fa comodo avere un capro espiatorio”. Una ulteriore riprova di questa versione dei fatti sta nella delibera di giunta che seguì le trattative, firmata dagli assessori citati, che bloccava ogni realizzazione di impianti in corso ed è la n° 78 del 2012.
Sostieni la Provinciaonline
Il nostro giornale è libero da influenze commerciali e politiche e così vogliamo restare. Voi con il vostro piccolo aiuto economico ci permettete di mantenere la nostra indipendenza e libertà. Un piccolo o grande aiuto che permetterà alla Provinciaonline di continuare ad informarvi su quello che tanti non vogliono dirvi. Clicca qui e aiutaci ad informare ⬇️.