SOMMA VESUVIANA. Per due anni e mezzo ha atteso che l’incubo in cui era caduto finisse, la giustizia ora gli hanno dato ragione ed è stato prosciolto “perché il fatto non sussiste”. Si tratta del consigliere comunale di Somma Vesuviana Giovanni Bianco, 45 anni, esponente dell’Aurora che era finito nell’inchiesta “Jordanus” con altri 400 indagati (molti dei quali nel frattempo sono diventati imputati).
In questi due anni Bianco non ha preso bene il procedimento giudiziario, ha cercato in più modi di intimorire la Stampa per evitare che la sua posizione venisse raccontata, oggi come allora invece siamo qui a scrivere la verità giudiziaria.
Nel novembre 2013 era stato proprio un sommese a coinvolgere Bianco nell’inchiesta, oggi possiamo scrivere della sentenza del Gup del tribunale di Nola, Martino Aurigemma che ha deciso che il politico-avvocato non ha commesso nessun reato e non dovrà subire alcun processo.
A fare riferimento a Giovanni Bianco era stato un medico sommese (prosciolto in questo troncone dell’inchiesta Jordanus, ma coinvolto nel resto del processo): Cesare Di Palma. Nel suo studio i carabinieri e i finanziari delle Compagnie di Nola sequestrarono allora numerosi atti e le sue dichiarazioni diedero “importanti indicazioni”, riguardo gli altri nominativi e sigle emerse dalla copiosa documentazione in suo possesso. Documentazione da cui emerse che il gruppo scoperto dagli inquirenti non solo procurava certificazioni e referti ospedalieri falsi per le pratiche trattate dagli studi legali facenti parte da quella che gli inquirenti considerato l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa, ma anche ad avvocati esterni che però avevano le medesime necessità. Quest’ultimo pare essere il caso del consigliere dell’Aurora. “Gli stessi “ordinativi” rinvenuti nella disponibilità del medico sommese”, scrisse allora il Gip nell’ordinanza, “riportavano le sigle degli avvocati richiedenti o di altri faccendieri che evidentemente operavano per altri studi”. Ed in particolare su questi nomi venne ascoltato Di Palma che in un interrogatorio spiegò: “Giovanni Bianco è un avvocato di Somma Vesuviana, anch’egli rifornito di certificazioni mediche ed ecografie false nel corso del tempo” e poi aggiunge in un altro punto della vasta ordinanza: “Per quanto riguarda Giovanni Bianco posso dire che è un avvocato di Somma Vesuviana e la lista che mi avete mostrato sono tutti accompagnamenti medico-legali che ho fatto per lui e che deve ancora pagarmi. Anche a lui ho fornito false certificazioni e ecografie false nel corso del tempo”.
Ecco per il giudice queste dichiarazioni non hanno avuto fondamento e la vicenda processuale si chiude definitivamente.
I COMMENTI
L’ex vicesindaco Gaetano Di Matteo, così scrive sul suo profilo Facebook:
“Oggi, nonostante la giornata plumbea, sono molto felice per un amico, il consigliere comunale sommese Giovanni Bianco, finito ingiustamente qualche mese fa nell’orripilante tritacarne della macchina del fango cittadina, ed assolto nell’ambito dell’ inchiesta “Jordanus” . Prima o poi le verità vengono sempre a galla. Sempre”.
Il presidente della commissione Trasparenza, il consigliere Pd Crescenzo De Falco ugualmente soddisfatto:
“Saluto con gioia questa sentenza che conferma principi di etica e correttezza che non avevo mai messo in dubbio sull’amico e collega Giovanni Bianco. Mi fa piacere che la Giustizia ha ristabilito chiarezza su una situazione equivoca che si era creata su questa persona che era, e resta, un ottimo avvocato e un amico. La cui famiglia si è sempre distinta per aver sempre dato un contributo al proprio paese”.
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