SOMMA VESUVIANA. Da una nuova collaborazione tra la Società Sportiva Busen Club Marino e la Croce Rossa, si è tenuto il primo di una serie di incontri dedicati alle manovre salvavita, alla prevenzione e al benessere della persona.
Fare sport significa allenare il proprio corpo e la propria mente, tenersi in forma, sviluppare capacità psicomotorie, tonificarsi. Ma significa anche prendersi cura di se stessi, imparare a rispettare gli altri, conoscere il proprio corpo e prevenire le situazioni di disagio e di pericolo che possono, in alcuni momenti della propria vita, mettere a repentaglio il proprio benessere.
Con questo spirito, per promuovere concretamente stili di vita sani e soprattutto sicuri è nata la collaborazione tra la Società Sportiva Dilettantistica Busen Club Marino di Somma Vesuviana e la Croce Rossa, al fine di far prendere coscienza di quanto sia importante essere consapevoli di ciò che nella vita può rivelarsi dannoso e prevenire tali situazioni o intervenire con coscienza e cognizione nei casi in cui si presentino tali emergenze. “Salvare vite, cambiare mentalità”: è questo lo slogan della strategia 2020 della Croce Rossa Italiana, ben sposato dai membri del Busen Marino.
Sabato 13 febbraio ha avuto luogo il primo di questa serie di incontri, durante il quale si è parlato delle manovre di disostruzione pediatrica ed adulta e del sonno sicuro, con un accenno al BLS.
I volontari della Croce Rossa Cinzia Feola, Antonio Feola e Marianna Nocerino hanno illustrato le situazioni di pericolo in cui ci si può trovare e il modo per tentare, se e quando possibile, di evitarle e, grazie ad una dimostrazione pratica, hanno spiegato le modalità di intervento nei casi di soffocamento di lattanti, bambini ed adulti.
«Siamo davvero felici di questa collaborazione con la Croce Rossa – è intervenuto soddisfatto a fine lezione il Maestro Salvatore Iovine, amministratore del Busen – Con il nostro lavoro cerchiamo di diffondere non solo la cultura sportiva, ma anche l’amore per se stessi e gli altri e riteniamo di importanza fondamentale il concetto di prevenzione. Bisogna intervenire prima che si crei la situazione di disagio, cambiando la nostra mentalità: dobbiamo esserci prima che si diventi obesi, che si assumano sostanze dopanti o che si diventi bulli. Non dobbiamo “curare”, ma “prevenire”. Solo così possiamo dire davvero di aver compiuto il nostro compito di educatori. Ecco il perché di questi incontri e questo è solo il primo di una lunga serie. Questa volta abbiamo pensato di affrontare una tematica che può rivelarsi estremamente utile nella vita di una persona, quando da un solo gesto può dipendere la vita di un uomo».
I partecipanti alla lezione, soprattutto genitori di bambini iscritti in palestra, ma anche molti giovani atleti, con coraggio hanno affrontato una tematica cui spesso si preferisce non pensare per paura o mancanza di supporti adeguati. «Io sono una mamma di due bambini e anche se già solo l’idea di un soffocamento mi spaventa credo che tutti i genitori debbano conoscere tali manovre – ha spiegato una signora presente al pomeriggio informativo – Sono situazioni in cui noi tutti speriamo di non trovarci mai ma di cui bisogna discutere per non trovarsi mai impreparati. Ringrazio il Busen per l’opportunità che ci ha dato e tutti i volontari che impiegano il loro tempo per diffondere tali conoscenze».
Manovre salvavita che tutti dovrebbero saper effettuare perché da un attimo, da una azione può cambiare la propria vita e quella degli altri.
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