lunedì 25 Novembre 2024
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Piano Protezione civile e il rischio della falda acquifera tra Volla e Casalnuovo

VOLLA. Protezione Civile. Il rischio maggiore del territorio di Volla è quello idrogeologico, in particolare idraulico dovuto ad una grossa risalita della falda acquifera che negli ultimi venti anni ha accelerato la sua corsa verso la superficie.

Il dato, importante e sul quale vi è uno studio in corso del fenomeno, è stato posto in evidenza nel corso della presentazione del nuovo Piano di Protezione Civile. La città del Napoletano è tra la poche attualmente dotate di un nuovo piano reso necessario per l’entrata in vigore della legge 100 del 2012. Novità anche dal punto di vista digitale: il piano si avvarrà di una App scaricabile sui dispositivi mobili per poter essere sempre al corrente delle novità in merito e per porre allo stesso tempo dei quesiti alle parti interessate. Il nuovo Piano è stato messo a punto tenendo conto delle esigenze del territorio corrispondenti alle tipologie di rischio idrogeologico ed in particolare quello idraulico. Un tallone d’Achille tutto vollese. Peccato però che i residenti fossero per la maggior parte assenti all’evento – al quale hanno preso parte solo alcune scolaresche – e nel quale le parti interessate – il commissario prefettizio Maria De Angelis, il comandante della municipale Giuseppe Formisano, Vincenzo Viola presidente del gruppo locale Protezione civile e i tecnici- hanno spiegato i punti deboli e le criticità del territorio vollese.

I redattori del Piano, l’ingegnere Andrea Della Pietra con il co-redattore, il geologo Antonio Iorio hanno posto l’attenzione sul rischio idraulico circoscritto nell’area di via Casa dell’Acqua, ai confini con il Comune di Casalnuovo, la cui risalita della falda causa le stesse problematiche di allagamento. L’area, un tempo solo agricola si è urbanizzata. A partire dagli inizi degli anni Novanta si è verificato l’abbandono delle aree agricole causando la diminuzione dei pompaggi sia agricoli che industriali – chiuso anche il campo-pozzi Arin,in via Lufrano per l’inquinamento della falda: “Questi eventi cui si unisce la pressione delle grandi opere infrastrutturali (Tav e altre), esistenti nella zona oltre alle frequenti piogge hanno causato il crescente fenomeno della risalita della falda – spiega il geologo – oggetto di un progetto di ricerca con il Dipartimento di Geologia Applicata, dell’Università Federico II di Napoli, condotta con il professore Pantaleone De Vita, grazie ad una convenzione con il Comune di Volla”. La zona è scrupolosamente attenzionata: “Il fenomeno della risalita della falda è dovuto ad una concatenazione di fattori naturali e non. Nell’ambito del progetto di ricerca – spiega Della Pietra – è stata acquistata una centralina per il monitoraggio del livello del corso d’acqua su via Lufrano e stazione meteo con pluviometro, anemometro, sensori umidità e temperatura. Chi vive in quella zona purtroppo conosce i disagi di questo fenomeno della risalita della falda – conclude Della Pietra – con garage e scantinati quasi sempre allagati”.

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di Patrizia Panico

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