lunedì 25 Novembre 2024
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Pomigliano. “Per una cultura di pace, contrari all’installazione del caccia da guerra”

POMIGLIANO D’ARCO. Il Comune di Pomigliano d’Arco ha deciso di allocare nella rotonda Alfa Romeo un caccia-bombardiere di vecchia generazione, donato dalla società V. La Gatta s.r.l., azienda aereonautica con sede a Pomigliano, che sta realizzando il progetto di riqualificazione dell’area interessata.

Poche righe su qualche quotidiano locale annunciano l’imminente trasporto del caccia-bombardiere Fiat G-91, che da domenica 20 dicembre, giornata d’inaugurazione, svetterà sulla nuova rotonda.

Esprimiamo la nostra contrarietà a questa decisione, non solo per le modalità e i tempi con cui è stata assunta e resa pubblica, impedendo un confronto aperto con la cittadinanza, ma perché riteniamo sia fortemente lesiva dell’immagine stessa della città.
La decisione di elevare un velivolo militare a “monumento cittadino” offende la cultura della pace, della convivenza pacifica, della solidarietà, della cooperazione umanitaria.

Offende i morti di Angola e Guinea Bissau, bombardati da questo caccia durante le loro lotte di emancipazione dal giogo coloniale.

Offende i cittadini pomiglianesi che in più occasioni hanno manifestato contro la sciagurata volontà del nostro Paese a prendere parte ad interventi militari.

Offende chi ogni anno si adopera per organizzare una marcia per la pace, diffondendo alle nuove generazioni un messaggio di speranza e di fiducia in nome della costruzione attiva della pace.

Offende la memoria storica di tutti noi: Pomigliano fu gravemente bombardata durante la seconda guerra mondiale e poco distante dall’area dove si vuole celebrare l’orgoglio militare era situata la fabbrica Alfa Romeo che ha avuto il triste primato di essere stata colpita sia dalle bombe dell’aviazione alleata sia da quelle tedesche. Ancora oggi, ogni anno, una messa nello stabilimento Fiat Avio commemora il ricordo delle vittime di quegli orrori.

Dopo le stragi di Parigi e l’escalation bellica che ne è conseguita, sentiamo la necessità di ribadire con più forza che la pace è un valore assoluto e deve esserlo anzitutto per coloro che ricoprono incarichi istituzionali.
Costoro probabilmente sottovalutano il valore che la simbologia rappresenta per una comunità. I monumenti sono il materiale simbolico nella quale una società si rispecchia. Noi non ci riconosciamo negli strumenti che veicolano una cultura di morte, di guerra, di violenza e di sopraffazione. Ed è indegno che una città li esponga con orgoglio e fierezza, attribuendo loro un valore civico e monumentale.

È importante ricordare che la rotonda interessata dal progetto di riqualificazione è la via d’accesso principale alle grandi industrie presenti in città. Negli anni di crisi abbiamo visto aumentare il disinvestimento sulle politiche per il lavoro, per il reddito, per la casa e per tutti i servizi essenziali.

A Pomigliano e in tutto il Sud la disoccupazione ha raggiunto livelli senza precedenti negli ultimi 50 anni; migliaia di operai delle grandi industrie della nostra città sono da anni in regime di cassaintegrazione o lavorano pochi giorni al mese, altri sono stati completamente esclusi dal ciclo produttivo, mancano prospettive e piani occupazionali. È il più grande disinvestimento sul futuro dei nostri territori che abbiamo mai conosciuto. Su questo vuoto le organizzazioni criminali invece investono e costruiscono la fitta rete di affari, violenza e sopraffazione. La mancanza di lavoro e l’emarginazione sociale hanno effetti drammatici, comportano un costo umano e sociale che non è più sostenibile. Eppure questo rigore economico non ha mai toccato le spese militari, che anzi crescono a livello globale e sono il riflesso di una società fondata sulla disuguaglianza, con sacche di povertà in continua espansione.

Tutto questo orrore che si auto-riproduce comporta dei costi economici enormi: miliardi di euro che vengono sottratti a scuola, lavoro, reddito, sanità, trasporti, cultura e tutela del territorio. Esserne consapevoli significa opporsi con fermezza a tutto ciò che produce e alimenta una cultura di odio, di terrore e di violenza. Significa opporsi alle ragioni sempre deboli di chi professa la necessità della guerra per arrivare alla pace, significa fermare a tutti i livelli la produzione anche simbolica di ciò che contribuisce ad alimentare queste ragioni.
Chiediamo pertanto all’Amministrazione di Pomigliano di rivedere questa deprecabile quanto inopportuna scelta, chiediamo che sulla nuova rotonda dell’area industriale si espongano simboli di pace, che ci parlino di convivenza pacifica tra popoli, di fratellanza e solidarietà. Questi sono i simboli e i valori che fanno progredire l’Umanità.

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