POLLENA TROCCHIA. Quest’anno il più giovane tra i partecipanti al quinto Motoraduno Memorial “Vincenzo Liguori” aveva soli 3 anni, Michele. Perché la legalità è un seme che va piantato presto affinché germogli e cresca solido e forte nel comportamento di ognuno.
La memoria, il ricordo, lo spirito di giustizia e della legalità sono questi i punti cardine attorno al quale ruota la manifestazione in ricordo di Vincenzo Liguori che si è svolta ieri mattina nel piazzale Esperanto. Lui, vittima innocente della criminalità organizzata, venne ucciso nella sua officina il 13 gennaio 2011. Era il papà di Mary, giornalista del “Mattino”. Da allora, per non dimenticare Vincenzo e, come lui tutte le vittime della criminalità, “Liberi Pensieri”, un’associazione locale organizza, in accordo con la famiglia Liguori, il Motoraduno Memorial per ricordare e salutare Vincenzo, meccanico, restauratore e appassionato motociclista: “In nome della legalità, quale modo migliore per ricordare Vincenzo Liguori e per non dimenticare ch’egli è stato, purtroppo, una delle tante vittime innocenti della criminalità organizzata. Oggi – conclude – siamo come una famiglia allargata, unita nel ricordo e nello spirito della legalità”, dice Giovanni Ognibene, presidente dell’associazione. E ogni anno i partecipanti giungono da ogni parte d’Italia sempre più numerosi: oltre trecento le vespe e le motociclette hanno fatto sentire ieri mattina il rombo di motori nel piazzale Esperanto, prima di partire per il corteo cittadino. Il sindaco Francesco Pinto ha elogiato lo spirito di utilizzare una passione per ricordare una tragica circostanza: “E nel ricordo di questa circostanza assumere un atteggiamento quotidiano per affermare il principio della legalità”.
Presente all’evento anche i rappresentanti del Coordinamento dei Familiari delle Vittime innocenti della criminalità, Alfredo Avella e Giacomo Lamberti. L’associazione, nata nel 2007, lotta e sostiene i familiari non solo vittime della criminalità organizzata, per le quali oggi lo Stato ha messo a disposizione dei finanziamenti: “La battaglia che da anni stiamo portando avanti – dice Giacomo Lamberti – è per tutte quelle famiglie rimaste vittime della criminalità comune: ne è un esempio la vedova Carmela Servino, moglie di Giuseppe Veroplumbo, ucciso nella sua abitazione da una pallottola vagante la notte del 31 dicembre 2007. Per queste famiglie – e sono tantissime, sottolineano Avella e Lamberti – ancora oggi lo Stato non ha messo in campo nessun tipo di sostegno o finanziamento”. Ed è per queste vittime che il Coordinamento – insieme alla Fondazione Polis, presieduta da Paolo Siani, fratello di Giancarlo – ha presentato nell’aprile 2014 una proposta di legge per istituire un Fondo di ristoro alle famiglie vittime della criminalità comune e l’iscrizione obbligatoria al collocamento finalizzata all’inserimento nel mondo del lavoro.
Il Memorial ha accolto i Vespa Club Pomigliano d’Arco, Napoli, Maddaloni, Caserta, Pozzuoli, Torre del Greco, Bacoli, Saviano, Roccapiemonte, Polvica di Nola. Rappresentanze di vespisti hanno raggiunto la località napoletana alle falde del Somma-Vesuvio anche da Foggia, da Sulmona e da San Giovanni a Piro. Non solo Vespa,ma anche il Ducati Fan Club, il Moto club costiera amalfitana e una marea di motociclisti e scooteristi amatori hanno preso parte alla manifestazione. Ad aprire il raduno il tradizionale minuto di rombo di motori e poi via al corteo che è salito in via Cappelli passando davanti all’abitazione di Liguori fino all’area geologica dei Conetti vulanici, nel Parco nazionale del Vesuvio, dove si è tenuta la premiazio
di Patrizia Panico fonte Il Mattino
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