CASTELLO DI CISTERNA. Pubblichiamo di seguito la lettera scritta, e spedita,
al Presidente della Repubblica con la quale l’imprenditore Michele Piccolo chiede al Presidente Mattarella il conferimento di una medaglia d’oro al valore civile per il gesto estremo che l’ucraino 38 enne, che viveva a Castello di Cisterna, ha compiuto lo scorso 29 agosto per sventare una rapina presso uno dei punti vendita supermercati Piccolo di cui l’imprenditore napoletano è a capo.
Pregiatissimo Presidente Mattarella, Lel vorrà scusarmi se, per un attimo, La distolgo dal Suoi gravosi impegni. Sono Michele Piccolo e il 29 settembre del 1988 volli far nascere un’azienda del settore alimentare nel quale avevo vissuto già una vita seguendo mio padre che ml volle accanto affidandomi sin dal 1960 una «bottega» di famiglia che son diventati, ad oggi, 12 punti vendita. La mia è una storia come tante di una Italia fatta di volontà, umiltà, abnegazione, impegno utile a creare lavoro, occupazione. A realizzare dei sogni in grado di avere un valore sociale. Per questo stesso valore mi impegno, ancora oggi, assieme a molti altri, ogni giorno, da quando, nel 1988, Iniziai il cammino dei supermercati Piccolo. Il motivo di questa missiva, tuttavia, non ha ovviamente, nel suo scopo, la presentazione dell’azienda che misi in piedi nel 1988 in un territorio, la provincia di Napoli, difficile almeno quando la Sua Sicilia per i motivi che tutti noi conosciamo. Un territorio dove la legalità deve vincere ogni giorno molte sfide che sono improvvise, diverse, insidiose. Lei più di tutti può capire il prezzo che si paga per stare nella legalità. Sicché, il vero motivo di questa lettera non riguarda me e nemmeno la mia azienda ma, esclusivamente, il gesto eroico ed estremo che ha compiuto, in uno dei punti vendita dei supermercati Piccolo, il cittadino ucraino Anatoly Korol il cui assassinio, come ormai il racconto della cronaca ha, In molti modi, sottolineato, è avvenuto sabato 29 agosto scorso. Una vicenda che insegna molte cose a me e al territorio nel quale noi tutti viviamo, persino l’integrazione tra italiani e stranieri ed II loro senso civico. E molte altre che, di sicuro, Lei comprende più di tutti noi. lo Le scrivo affinché Lei possa considerare, come da molti altri suggerito, il conferimento di una medaglia al valor civile per Anatoly Korol. E mi permetto di farlo nonostante la sobrietà della vita che ho scelto che si compone, da sempre, di cose semplici, di sana umiltà e della massima considerazione per tutte quelle cose (gesti, coerenze, atti civili) che possono cambiare, migliorandolo, il destino e la storia del territorio in cui sono nato e vivo. Mi appello a Lei affinché si possa dare quell’Alto riconoscimento al valore di un gesto che resta enorme, pagato con la vita. Un riconoscimento che, di certo, non può venire dalla mia disponibilità che, da subito, ho voluto dare verso la famiglia, la moglie, le figlie di Anatoly offrendo un lavoro, un supporto morale e materiale. Il debito che una comunità può avere verso un gesto di una così dirompente portata ha un solo modo, a mio modesto avviso, per essere, In parte, colmato: un modo che passa per le Sue mani e per la Sua volontà. Un abbraccio ricco di ammirazione e di stima.
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