Tonino Scala, con il suo “Mo’ vene Natale”, ci offre una versione tutta sua del celebre Canto di Natale di Charles Dickens, rivisitandolo attraverso il linguaggio e la tradizione partenopea. La lingua è quella dello slang napoletano quotidiano, viva e pulsante, che rende il racconto ancora più autentico e vicino alla gente.
Come un cunto, erede della tradizione orale, il libro riprende la storia universale della redenzione e della speranza e la trasporta nei vicoli, nelle case e nei cuori di Napoli. La scrittura si fa musicale, ricca di ritmo, capace di trasmettere le atmosfere e le emozioni di una città che vive il Natale come pochi altri luoghi al mondo.
Scala non tradisce Dickens: lo interpreta, lo fa suo, arricchendolo di sfumature popolari, di ironia e calore. Il risultato è un racconto che sa far riflettere, commuovere e sorridere, portando con sé il sapore di una Napoli autentica, che abbraccia il passato per parlare al presente.
“Mo’ vene Natale” è un omaggio alla tradizione, ma anche un invito a riscoprire il Natale come momento di rinascita, con quella leggerezza e profondità che solo una penna come quella di Tonino Scala poteva regalarci.
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