Il Comune si affida ad Agrorinasce, già al centro di numerose polemiche, mentre la comunità e le associazioni locali chiedono maggiore coinvolgimento
Nella suggestiva cornice della Sala degli Specchi di Palazzo Criscuolo, ha avuto luogo il primo dei tre seminari dedicati al riutilizzo dei beni confiscati, un progetto intrapreso dal Comune di Torre Annunziata in collaborazione con Agrorinasce, una società consortile la cui sede legale è a San Cipriano d’Aversa che è anche la città natale dell’ex commissario straordinario Enrico Caterino.
L’evento ha visto la partecipazione, oltre che il sindaco Corrado Cuccurullo, del dott. Giovanni Allucci, amministratore delegato di Agrorinasce, che ha illustrato le linee guida e le intenzioni progettuali per i prossimi anni; al tavolo erano presenti anche il dott. Nicola Anaclerio, dirigente dell’area welfare e il capo dell’ufficio tecnico del Comune, l’ingegnere Valentino Ferrara.
Agrorinasce ha tra i suoi soci i comuni casertani di San Cipriano d’Aversa, Casapesenna, S. Marcellino, S. Maria la Fossa, Villa Literno e la Regione Campania; il recente ingresso del Comune di Torre Annunziata, il solo della provincia di Napoli, è stato approvato dalla Corte dei Conti che di solito è più severa quando c’è da alienare propri beni e costituire nuove partecipazioni in house. Alcuni comuni invece, come quello di Casal di Principe guidato allora dal sindaco anticamorra Renato Natale, hanno scelto di ritirarsi dalla compagine sociale.
La società specializzata nella gestione immobiliare – da poco diventata anche stazione appaltante, suscitando non poche polemiche per gli interessi economici che provengono dalla gestione dei bandi comunali – si occuperà quindi della gestione diretta e della progettazione di interventi di recupero per i beni confiscati individuando i finanziamenti per la ristrutturazione e il riutilizzo degli immobili. L’obiettivo è quello di assegnare successivamente questi beni a terzi, favorendo iniziative di finalità sociali che possano garantire una autonoma sostenibilità economica. Proprio per questa ragione, Libera – la rete di coordinamento anticamorra – ha criticato la gestione del dott. Allucci volta a concedere l’uso dei beni in maniera poco accorta, come è accaduto nella lottizzazione della tenuta agricola “la Balzana” appartenuta a Francesco Schiavone detto Sandokan.
Il dott. Giovanni Allucci, nel 2022 presidente di Agrorinasce, aveva proposto insieme al sindaco di San Cipriano d’Aversa di conferire la cittadinanza onoraria all’allora prefetto di Ravenna, Enrico Caterino. Quest’ultimo, diventato successivamente commissario straordinario di Torre Annunziata, ha facilitato l’ingresso del Comune nella società. E’ bene ricordare che durante il proprio mandato, la commissione straordinaria non ha mai intrapreso azioni dirette per l’affidamento dei beni confiscati. Precedentemente, con a capo Vincenzo Ascione, il Comune era riuscito a destinare un bene confiscato alla camorra, Villa Cesarano, a uso sociale grazie all’allora sottodimensionato personale dell’ufficio tecnico.
Una scelta, quella di rivolgersi ad Agrorinasce che ha sollevato dubbi sulle reali ragioni dell’affidamento esterno e sull’opportunità relativa ai costi che bisognerà sostenere nei prossimi anni. Il Comune di Torre Annunziata ha già stanziato 20mila euro nella quota societaria iniziale, a questi si dovranno aggiungere i costi di gestione che, come evidenziato nel Bilancio 2023 di Agrorinasce, risultano essere pari a circa 70mila euro annui.
Il sindaco Corrado Cuccurullo ha espresso la speranza che questa collaborazione possa portare benefici concreti, assicurando l’intervento decisionale del Comune nell’indicazione delle priorità per il riutilizzo dei beni confiscati. Le associazioni locali, intervenute al seminario hanno richiesto spazi per attività sportive, culturali e incubatori sociali, piuttosto che edifici destinati a uso privato o ad indirizzo speculativo. È bene precisare che gli utili che Agririnasce riceverà dall’affidamento dei beni dovranno – come prescrive la legge – essere reinvestiti in attività con finalità sociali.
Il prossimo seminario affronterà la controversa questione del riutilizzo di Palazzo Fienga, un edificio ottocentesco per cui erano stati stanziati 40 milioni euro dall’ex ministro Matteo Salvini, dimora – prima di essere confiscato – del Boss della camorra oplontino, Valentino Gionta. La proposta attuale di demolire l’edificio per creare una piazza di cemento ha sollevato dubbi sull’efficacia delle politiche di rigenerazione urbana e sociale, che dovrebbero invece puntare sulla valorizzazione e riconversione dei beni esistenti.
I beni confiscati a Torre Annunziata continuano a essere al centro di un intenso dibattito La comunità è preoccupata che sia Agrorinasce, per quanto riguarda i beni confiscati, sia il Ministero dell’Interno, nel caso di Palazzo Fienga, possano prendere decisioni senza adeguata consultazione pubblica. Inoltre, c’è il concreto rischio che il Comune di Torre Annunziata possa essere escluso dalle politiche di gestione dei beni immobili e dalle decisioni sugli interventi urbanistici, contravvenendo ai dettami costituzionali sulle autonomie locali.
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