Il consigliere comunale e della Città Metropolitana Giuseppe Sommese scrive una lettera aperta alla comunità di Somma Vesuviana che di seguito pubblichiamo.
Buongiorno cari cittadini, dopo aver condiviso un appello a tutta la classe politica sull’attuale e difficile momento storico che stiamo attraversando, dovuto ad un decadimento politico, istituzionale, amministrativo e di valori, avverto un’altra necessità: quella di ragionare insieme a voi sul futuro della nostra città.
In questi mesi le forze politiche che stanno governando, da minoranza, il territorio hanno mostrato il loro vero volto, il peggiore volto della politica, la peggiore amministrazione della storia, caratterizzata da un’assenza di visione, dalla totale mancanza di un’idea di città, dalla mortificazione persino della loro dignità politica, rinnegando percorsi e storia pur di accaparrarsi, in maniera subdola, un pezzo di potere in chiave personale.
Una stagione così degradata e degradante non l’abbiamo mai vissuta ma adesso è il momento di abbandonare questa ristretta oligarchia al destino che merita; sulle nostre spalle, invece, deve ricadere la responsabilità di pianificare e programmare un futuro ambizioso, in grado di valorizzare la partecipazione e le migliori potenzialità che Somma Vesuviana esprime.
Non basta più indignarsi rispetto allo spettacolo indecoroso offerto quotidianamente da chi ci governa. È nostro dovere, da cittadini e poi da classe dirigente, rimboccarci le maniche e guardare avanti per offrire un orizzonte nettamente diverso dal presente.
Incontrarci, confrontarci, discutere, partecipare, mettere idee al centro del dibattito, affrontare i problemi e capire in che modo risolverli all’interno di un disegno di città complessivo. Da questo laboratorio, da questi incontri, da questa partecipazione, deve nascere una prima bozza di programma, una piattaforma che non sia la classica “lista della spesa” delle cose da sempre promesse e mai realizzate ma un canovaccio che rappresenti il punto di partenza dal quale i partiti, le forze politiche, i movimenti civici, le associazioni, debbano poi partire per stilare un programma di governo concreto, serio e a dimensione del nostro territorio.
La mia idea, dopo le macerie che erediteremo dall’attuale esperienza, è diversa dalle impostazioni cui siamo abituati.
Prima di discutere sulle grandi opere, sui progetti faraonici che vanno programmati, finanziati, attraverso iter burocratici lunghi, e poi realizzati, è necessario partire dalle cose semplici e possibili. Restituire efficienza all’ordinario ed occuparci degli aspetti più immediati legati alla vivibilità dei cittadini, a servizi efficienti, alle necessità quotidiane delle famiglie, dei giovani, dei bambini, dei commercianti, ossia, del tessuto sano sommese. Una sorta di rivoluzione nei primi 180 giorni di amministrazione. Mettere su carta impegni, come detto, semplici e possibili, da concretizzare nei primi 180 giorni di nuovo corso. Affinché il cambio di passo sia immediatamente visibile rispetto allo sfascio di questi anni.
Sancire con la città impegni a 180 giorni significa anche offrire ai cittadini un termometro immediato sull’efficienza della nuova amministrazione. Non aspettare cinque anni prima di un giudizio definitivo ma la prima impronta, la prima tappa, il primo traguardo di un cambiamento serio e radicale deve manifestarsi nei primi 6 mesi di governo locale.
A mio avviso, il percorso da seguire dev’essere questo. Ed è chiaro che per realizzarlo, non basta una persona. È indispensabile la partecipazione popolare, è indispensabile che le migliori risorse professionali decidano di impegnarsi in questa sfida di buon governo; professionisti, associazioni, operai, impiegati, singoli cittadini, uomini e donne che vivono ogni giorno il territorio, ossia il tessuto sociale e migliore della nostra comunità, deve convincersi a scendere in campo affinché ognuno di noi, per la parte di competenza, per l’esperienza vissuta quotidianamente, per i problemi che affrontiamo, sia pronto a dare un contributo di idee e soprattutto di impegno diretto.
Insieme usciremo dalle sabbie mobili cui ci hanno obbligato, condannando questa città al totale abbandono.
Inoltre, voglio ribadire un altro aspetto: il mio ruolo in Città metropolitana è a disposizione della comunità. Al fine di chiudere questa stagione politica devastante rappresentata da Di Sarno e dalla minoranza che lo sostiene, non avrò alcun tipo di problema a dimettermi per sciogliere in anticipo ponendo fine quanto prima a questa deleteria esperienza. Rinuncerò volentieri al mio impegno in Città metropolitana pur di liberare la mia terra, la mia comunità, la mia città dalla peggiore amministrazione della storia.
Cari cittadini, scusate se mi sono dilungato troppo ma è arrivata l’ora di risvegliare le coscienze lavorando ad un futuro migliore e farlo subito, senza mai arrenderci al decadimento del presente. Abbiamo la forza, le competenze, le intelligenze, le professionalità, le energie, la voglia e l’amore verso questa terra necessarie per dimostrare ciò che siamo veramente: una grande comunità che non si sente assolutamente rappresentata da chi la vuole annichiliti sotto una montagna di interessi personali e di pochi.
Siamo ben altra roba noi sommesi ed è ora di dimostrarlo. Ce lo chiede la nostra terra, ce lo chiedono i nostri figli. A loro dobbiamo un impegno al fine di garantire un futuro migliore.
Io ci sono sempre stato, ci sono e ci sarò. Per Somma Vesuviana.
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