La competizione elettorale A Torre Annunziata a poche ore dal voto, come spesso accade, ha assunto toni accesi e dinamiche complesse. I candidati principali, Carmine Alfano e Corrado Cuccurullo, si stanno contendendo il ruolo di sindaco con una forza e una determinazione che lasciano poco spazio a dubbi: sarà una lotta serrata fino all’ultimo voto. A sostenerli, ben otto liste ciascuno e quasi 200 candidati consiglieri comunali. In politica, la forza dei numeri, non da adito a speranze per gli altri candidati sindaco in lizza.
Dall’altra parte ci sono outsider, Mariateresa Zeppetella e Lucio D’Avino, sostenuti ciascuno da una sola lista: rispettivamente dal Movimento 5 Stelle e Oplonti Futura. Questi ultimi due, con meno risorse e un supporto ridotto, sperano di poter rappresentare la vera alternativa, i “terzi” in questa contesa politica che, però, raramente vede il terzo godere in politica.
Da un parte quindi c’è il professor Carmine Alfano, che cerca con la sua candidatura di far dimenticare gli anni di malgoverno del centrosinistra nonostante anch’egli si fosse candidato alle primarie del PD 7 anni fa. Inoltre, la sua vicinanza con il governatore Vincenzo De Luca e il coinvolgimento di alcuni candidati consiglieri comunali associati ai precedenti scandali di infiltrazioni camorristiche del Comune, gettano ombre sulla sua proposta politica. Chissà se i modi di Alfano decisi e senza fronzoli che stanno già provocando malumori tra i suoi alleati riusciranno a tener compatti un “Alleanza” che essendo “Straordinaria” tiene dentro liste di destra e di sinistra e interessi diversi.
Corrado Cuccurullo, dal canto suo, rappresenta la carta giocata dal centrosinistra per riunire le varie anime della diaspora socialista. La sua candidatura ha anche raccolto il sostegno di figure critiche del passato come Vincenzo Sica e che poteva serbare del rancore nei confronti degli ex compagni di percorso come Vincenzo Ascione; entrambi hanno lasciato Alfano per unirsi al candidato di centrosinistra. Cuccurullo è percepito come un vero rinnovamento, ma dovrà affrontare il problema dei voti disgiunti, una pratica comune che potrebbe riservare sorprese per entrambi i candidati.
Mariantonietta Zeppetella, sostenuta dal Movimento 5 Stelle, deve fare i conti con il presenzialismo del senatore Orfeo Mazzella, le cui dichiarazioni sul sostegno parlamentare alla sola propria candidata hanno suscitato polemiche, mentre non ha mai risposto alle domande scomode riguardanti l’affidamento dei lavori di ristrutturazione dello stadio “Giraud”.
Lucio D’Avino, invece, rappresenta la speranza giovanile, il rinnovamento, la boccata d’ossigeno. Con il suo sorriso disarmante e la voglia di cambiare, D’Avino è visto come il volto fresco della politica locale. Anche in questo caso i numeri non sono dalla sua parte (gli elettori “giovani” sono circa 10mila, la metà di quelli over 40), ma la sua determinazione e il sostegno dei ragazzi potrebbero riservare sorprese. Da piccolo, mentre altri sognavano di diventare astronauta o pompiere, lui voleva fare il sindaco; chissà se come Jannik Sinner che a 17 anni voleva diventare numero uno del tennis, Torre Annunziata avrà il suo giovane campione in politica.
Mentre chi teme per una destra che non ha mai governato a Torre Annunziata guarda a Cuccurullo e chi vuole un cambiamento si rivolge ad Alfano, il M5s punta al poco realizzabile al reddito di cittadinanza cittadino, i giovani sperano in D’Avino, avaro di promesse ma forte di contenuti, seppur fossero solo quelli anagrafici. In un panorama politico in cui i numeri e le liste sembrano dominare, la vera sfida sarà convincere gli elettori a credere in una nuova idea di città.
Come elettore, sono consapevole degli errori del passato compiuti dalla nostra generazione e dell’importanza di lasciare spazio ai ragazzi. Chiederò a mia figlia Claudia, alla sua prima volta nella cabina elettorale, per chi voterà, e seguirò il suo esempio. È tempo di lasciare che i nostri figli si liberino dei nostri sbagli e ci indichino quale sarà il futuro della nostra città.
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