Dall’associazione NeAnastasis riceviamo questa lettera che pubblichiamo.
A Sant’Anastasia una pista ciclabile inutile e pericolosa,
250.000 € SPRECATI
Un indecente scarico di responsabilità
a danno dei cittadini che la utilizzeranno
Come molti Comuni vesuviani anche Sant’Anastasia è stata gratificata con l’approvazione di un importante finanziamento P.N.R.R.: 5.000.000 di euro per la rigenerazione urbana del parco Tortora Brajda.
Parte di questo finanziamento è stato destinato alla realizzazione di una pista ciclabile contestata dalla associazione neAnastasis con un manifesto in città (vedi allegato).
La necessaria sintesi nel testo del manifesto mette in evidenza gli aspetti per cui quella pista è inutile e pericolosa. Ma non dice tutto.
Quella pista è uno spreco di risorse del PNRR, perché inutile e pericolosa.
Spreca 250.000 euro (il 5% del finanziamento) per realizzare una pista di soli 700 metri su un percorso ad anello intorno ad un isolato, fuori dal parco Tortora Brajda, oggetto del finanziamento.
La pista che si sta realizzando (i lavori sono gia cominciati), utilizza l’intera larghezza dei marciapiedi e si snoda tutta intorno alla recinsione del parco.
Si interrompe 6 volte per attraversare i varchi carrabili e pedonali dei cittadini che abitano nel parco, 116 famiglie, che dovranno assumersi la responsabilità di evitare i ciclisti che attraverseranno i varchi carrabili.
Si snoda su un percorso con ben 11 curve strette, e per proteggere l’intero circuito sul lato prospiciente la strada sarà protetta da ben 350 paletti alti 40 cm su cui si appoggia una catena lungo tutto il tracciato.
Elimina il marciapiedi destinandolo a pista ciclabile a senso unico; i cittadini che abitano nel parco non potranno utilizzare il marciapiedi se non assumendosi il rischio di trovarsi investiti da una bicicletta, semmai con pedalata assistita, che si muove in senso contrario.
L’indecenza sta nel fatto che la pista per rispondere ai requisiti richiesti dalle normative per le piste ciclabili verrà corredata di ben 22 cartelli stradali:
ad ogni interruzione: fine pista e inizio pista ai passaggi pedonali e carrabili. Indicazione di pista ciclabile e segnaletica orizzontale sulla pista per il senso di percorrenza e strisce per segnalare ogni attraversamento.
La segnaletica orizzontale e verticale sposterà la responsabilità, in caso di incidente, da chi ha concepito quella realizzazione di pista inutile ai cittadini che la utilizzeranno, ciclisti, pedoni e automobilisti.
Vi starete domando a cosa serve una pista ciclabile così concepita?
L’assessore Ciro Pavone rispondendo in chat alle numerose contestazioni ha risposto che quella pista non si poteva non realizzare perché “imposta” dalle regole del PNRR e che non c’era nessuna alternativa.
La necessità di dover realizzare una pista ciclabile è in effetti auspicata nei progetti PNRR che prevedono l’utilizzo di una quota finanziata per il “rafforzamento mobilità ciclistica” (M2C2) diversa dai fondi destinati alla “rigenerazione urbana” misura (M5C2) per la realizzazione di ulteriori 365 km di piste ciclabili, in tutta Italia, nelle città metropolitane sedi di università.
Per questa tipologia di interventi il decreto 509, del 15/12/2021 all’Art.1 testualmente recita:
Le risorse sono destinate al rafforzamento della mobilità ciclistica e in particolare alla costruzione di km aggiuntivi di piste ciclabili urbane e metropolitane, da realizzare nelle città che ospitano le principali università, da collegare a nodi ferroviari o metropolitani, ad opera dei comuni.
E ancor piu esplicitamente all’Art. 3 comma 2
Nell’ambito del sistema di interventi realizzati dai comuni beneficiari deve comunque essere previsto un collegamento, per mezzo di pista ciclabile, tra la sede o più sedi delle università presenti sul territorio dei comuni beneficiari e uno o più nodi ferroviari o metropolitani a servizio del medesimo territorio. A tal fine i comuni individuano i percorsi più idonei tenendo conto della rilevanza delle sedi universitarie, in termini di maggiore accesso dell’utenza per attività didattiche o amministrative o comunque connesse all’utilizzo delle strutture universitarie, nonché del più efficace collegamento, sotto il profilo tecnico, con i nodi ferroviari o metropolitani, intesi come nodi di interscambio modale.
Che centra allora quella indecente realizzazione in atto?
Non è una pista ciclabile, non collega parti della città a nodi ferroviari, è solo inutile, pericolosa e indecente.
Gli amministratori comunali e i responsabili tecnici, potevano scegliere di rinunziare a quella quota di finanziamento, evitando lo speco, o semmai richiedere una maggiore quota per realizzare piste ciclabili che unissero le periferie con i nodi ferroviari di interscambio.
quelle si sarebbero state benedette.
Allegato manifesto pdf
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