«La norma approvata oggi che definisce le modalità e i requisiti per l’accesso alla dirigenza del Consiglio regionale rappresenta un vero e proprio schiaffo a tanti giovani super qualificati che si ritroveranno, così, con le porte sbattute in faccia alla loro legittima aspirazione di occupare ruoli apicali in questo ente pubblico – dichiara Valeria Ciarambino, Vicepresidente del Consiglio regionale e componente del Gruppo Misto – Si rivedono al ribasso i requisiti previsti dalla norma nazionale e dalla stessa Giunta regionale, per la partecipazione a tutti i futuri concorsi a dirigente banditi dal Consiglio, dove basterà un generico diploma di laurea e un’esperienza quinquennale maturata non più solo nella pubblica amministrazione, ma anche in aziende private, magari un’azienda di famiglia. A ciò si aggiunge una condizione di assoluto vantaggio prevista per i dipendenti del Consiglio. Il 50% dei posti da dirigente sarà infatti riservato ai soli dipendenti interni, che usufruiranno dell’ulteriore privilegio di accedere direttamente al concorso senza superare alcuna preselezione, venendo così assimilati ai candidati con disabilità, una vergogna senza fine – precisa Ciarambino – Ma ancora non basta. Il 30% dei posti residui verrà assegnato sempre ai dipendenti interni attraverso progressioni verticali, ossia procedure selettive molto semplificate. In pratica ci troviamo di fronte alla creazione di una vera e propria casta dei dirigenti del Consiglio regionale. Ho provato a migliorare un testo tanto critico, ma tutti i miei emendamenti sono stati respinti. Ritengo quanto accaduto un pessimo segnale ai giovani della nostra regione e un’azione che calpesta i principi della meritocrazia, condannando per legge un Ente così importante per la vita dei cittadini ad avere personale meno qualificato della stessa Giunta regionale e delle altre pubbliche amministrazioni» ha concluso Ciarambino.
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