“Sbloccare la paralisi edilizia e realizzare un’area industriale a San Giuseppe Vesuviano per fermare la fuga di imprenditori e il progressivo impoverimento economico del nostro territorio, ora si può! Con l’approvazione del PUC da parte della Commissione Prefettizia, tracciamo un percorso per lo sviluppo urbano sostenibile e per favorire, in tempi celeri, la promozione dell’attività economica” – è quanto dichiara Michele Sepe, candidato sindaco del Comune di San Giuseppe Vesuviano che il prossimo 8 e 9 giugno rinnoverà il consiglio comunale locale.
“I tempi sono maturi per un’attenta valutazione delle circa 6mila le pratiche di condono e per il rilascio, finalmente, delle concessioni in sanatoria. E’ la volta buona per porre fine alla triste pagina della paralisi dell’edilizia sul territorio di San Giuseppe Vesuviano. Conferiremo ai nostri immobili, frutto di tanti sacrifici, il giusto valore che meritano, permettendo ad una giovane coppia di poter avere accesso ad un mutuo. Finisce così l’epoca dell’immobilismo, inizia l’era delle opportunità” – continua il candidato sindaco sostenuto da PD, CDU, M5S, Libera San Giuseppe, Noi Scalesi per San Giuseppe Vesuviano e Noi per San Giuseppe Vesuviano.
Sblocco dell’edilizia, ma anche “far diventare una realtà tangibile l’area industriale per dare risposte al tessuto produttivo e imprenditoriale locale che in questi anni, a causa di una visione miope dello sviluppo del territorio, sono stati costretti a trasferirsi altrove alla ricerca di spazi industriali adeguati e servizi efficienti – spiega Sepe – per questo dobbiamo lavorare fin da subito per realizzare sul territorio di San Giuseppe Vesuviano, in una zona a confine con Terzigno e Poggiomarino, un’area PIP ben strutturata e dotata delle risorse necessarie”.
Per Michele Sepe: “La realizzazione di un’area industriale non solo favorirà la diversificazione economica, ma anche la creazione di nuovi posti di lavoro. Un’area che non sarà solo un centro di produzione, ma anche un polo di ricerca e sviluppo, che promuoverà la collaborazione tra le imprese e le istituzioni accademiche, spingendo così i confini dell’innovazione e preparando il terreno per un futuro prospero e sostenibile, questa è davvero la volta buona”.
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