Era uno degli ultimi irriducibili, custode di importanti segreti, ma dopo 26 anni di prigione, la maggior parte trascorsi in regime del 41 bis, ha deciso di collaborare con la giustizia.
L’ipotesi che Francesco Schiavone potesse iniziare a collaborare con la giustizia era già stata ventilata da un po’ di tempo, ma solo ieri, 28 marzo, sarebbe giunta l’ufficialità. Come riporta Cronache di Caserta, infatti, durante la giornata di ieri le forze dell’ordine si sarebbero recate presso i familiari di “Sandokan”, a Casal di Principe, per proporre loro un programma di protezione come previsto alla maggior parte dei collaboratori di giustizia pentiti per reati di questo calibro
Francesco Schiavone venne intercettato nel suo rifugio a Casal di Principe nel 1998 per poi essere condannato all’ergastolo La sera precedente, poliziotti, carabinieri e agenti della Direzione distrettuale antimafia fecero irruzione in un appartamento in via Salerno; tuttavia, riuscirono a catturare il boss solo la mattina successiva, dopo ore di scavi, quando Schiavone, ormai circondato, emerse da un rifugio sotterraneo.
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