Si è svolta nella parrocchia dei padri Gesuiti di via Petrarca a Napoli la presentazione del libro “La vendetta del boss. L’omicidio di Giuseppe Salvia” (Guida Editori) di Antonio Mattone.
Dopo l’introduzione del parroco padre Francesco Germano, sono intervenuti con l’autore il Prefetto di Napoli Michele di Bari, Claudio Salvia figlio di Giuseppe e il commissario straordinario del comune di Caivano Filippo Dispenza. Erano presenti anche padre Maurizio Patriciello e il Commissario straordinario per il risanamento e la riqualificazione funzionale al territorio del Comune di Caivano Fabio Ciciliano.
Il Prefetto Di Bari ha parlato di Salvia come di “una persona che ha interpretato l’articolo 54 della nostra Costituzione e soprattutto di essere stato un uomo dalla schiena dritta perché solo in questo modo saremo capaci di far progredire le comunità amministrate”.
“Dobbiamo avere la forza di umanizzare e catechizzare e di essere dentro le dinamiche di una società dove si uccide per futili motivi, seguendo l’idolatria del denaro e di tutti i simboli che nulla hanno a che fare con un tessuto etico morale” ha affermato don Patriciello”.
Al termine dell’incontro il poeta Vincenzo Russo ha recitato una poesia in dialetto napoletano dedicata a Giuseppe Salvia.
Il libro inchiesta ripercorre la storia di Giuseppe Salvia, il vicedirettore del carcere di Poggioreale ucciso nel 1981 dalla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo perché cercava di contrastare il suo potere all’interno del penitenziario. Il volume contiene anche una descrizione della vita nel carcere di quegli anni, con un collegamento ad alcuni avvenimenti che accaddero in quel periodo, come il rapimento di Ciro Cirillo e le vicende del terrorismo.
Nel volume vengono ripercorse le motivazioni e le ipotesi per cui Cutolo decise di ucciderlo, la cronaca del giorno dell’omicidio, le fasi del processo e una conclusione finale sulla figura di Salvia. Tra le testimonianze inedite raccolte, quelle di Raffaele Cutolo e di Mario Incarnato, autore dell’omicidio.
Una vicenda dimenticata che a distanza di oltre 40 anni riemerge, facendo venire alla luce omissioni, connivenze e storie di malavita, ma anche la figura di un valoroso e fedele servitore dello Stato che non si piegò davanti all’arroganza del boss di Ottaviano e che rappresenta un esempio di onestà e rettitudine per le giovani generazioni.
Sostieni la Provinciaonline
Il nostro giornale è libero da influenze commerciali e politiche e così vogliamo restare. Voi con il vostro piccolo aiuto economico ci permettete di mantenere la nostra indipendenza e libertà. Un piccolo o grande aiuto che permetterà alla Provinciaonline di continuare ad informarvi su quello che tanti non vogliono dirvi. Clicca qui e aiutaci ad informare ⬇️.