Pomigliano d’Arco. Operai senza pausa pranzo alla Stellantis di Pomigliano d’Arco, ecco la decisione che ha suscitato non poche polemiche. Barricata innalzata dai sindacati, ecco le loro lettere: “In relazione alla illegittima pretesa aziendale di abolizione della pausa pranzo – per effettuare
lavoro straordinario – per gli addetti ai reparti di Lastratura, Verniciatura, Stampaggio, Plastica,
Qualità di prove su rulli, convergenze, TDF, movimentazione vetture verso le prove statiche
dinamiche e il piazzale prodotto finito, bollino verde Tonale/Hornet e Panda, aree rework dello
Stabilimento G. B. Vico di Pomigliano d’Arco e per i lavoratori ivi trasferiti dalle Vs. unità
produttiva di Melfi, Cassino e Sevel, nel significarVi che in relazione alle vigenti normative di legge, di evidente rango gerarchico superiore a quelle contrattuali, il lavoratore non è tenuto alla rinuncia della richiamata pausa, la scrivente organizzazione sindacale invita la Direzioni Aziendali in indirizzo a desistere dal mettere in atto comportamenti e/o iniziative disciplinari intimidatori e lesive dei citati diritti dei lavoratori in quanto ciò potrebbe inoltre configurare, a giudizio di Slai cobas, evidenti e gravi ipotesi di reato.
“Lavoratrici e lavoratori,
La Rsa della Fiom esprime parere negativo in merito all’accordo siglato oggi, tra i firmatari e la direzione
aziendale.
Nel corso dell’incontro, Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Azienda hanno stabilito (riportiamo testualmente):
” _che a far data dal 22 Gennaio 2024 e fino al 30 Aprile 2024 per le attività di Lastratura, Verniciatura,
Stampaggio, Plastica, Qualità di prove su rulli e convergenze, TDF, movimentazione vetture verso le prove
statiche, dinamiche e il piazzale prodotto finito, bollino verde Tonale/Hornet e Panda, aree rework dello
Stabilimento viene ripristinata, l’attività lavorativa anche nella mezz’ora prevista per la refezione.
In sostituzione del pasto non fruito coloro che hanno lavorato nella mezz’ora di intervallo per refezione,
sarà riconosciuto un buono ticket restaurant dell’importo di € 7,00, spendibile all’esterno presso gli esercizi
accreditati, fermo restando la quota a carico del lavoratore per il ticket restaurant di € 1,24, trattenuta in
busta paga.
Inoltre, dal 01 Febbaraio 2024, per le lavoratrici e i lavoratori che svolgono l’attività lavorativa sul turno
centrale ( 8-17), così come previsto dal CCSL, l’intervallo di un’ora non retribuito sarà ridotto a 45 minuti,
prevedendo l’uscita alle ore 16:45.
Anche per coloro ( quadri e impiegati) che fruiscono di un sistema di flessibilità
dell’ orario di lavoro, la riduzione dell’ora di intervallo, si riduce a 45 minuti._”
Come Fiom non possiamo acconsentire ad un accordo che aumenta di altri trenta minuti l’orario di lavoro e
che di conseguenza non dà più la possibilità di usufruire di un diritto sacrosanto, quale quello della mensa.
Tutto questo non fa altro che peggiorare ancora una volta le condizioni di lavoro delle Lavoratrici e dei Lavoratori, tra l’altro scegliendo di procedere senza un preventivo confronto in assemblea dando l’ultima
parola alle lavoratrici e ai lavoratori.
Sappiamo che avere 5,80 euro in più al giorno in busta paga è un elemento retributivo utile per tutti, ma
pensiamo che non possiamo dare un valore economico a tutto.
La mensa è un diritto fondamentale conquistato con anni di lotta e pertanto è compito di un sindacato
serio porre dei limiti e preservare un aspetto contrattuale fondamentale, come quello della mensa.
La mercificazione dei diritti non è accettabile e avremmo sicuramente accettato un impostazione di questo
tipo, solo se si fosse garantito l’aspetto della volontarietà.
Rsa Fiom 19 gennaio 2024
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