«Dedichiamo questa notte di Natale ai popoli oppressi». Aveva dichiarato il regista del presepe vivente di Sant’ Anastasia Luigi De Simone e, infatti, una scena nel centro storico la notte scorsa rappresentava l’orrore della guerra dove erano presenti ben in evidenza nel Presepe tre bandiere: quella Ucraina, quella Israeliana e quella Palestinese.
La rappresentazione che vive da 43 anni nel centro storico grazie a tanti volontari e all’ impegno dei Jocundi, ha tornato ad emozionare ed attirare tante persone. In una edizione speciale a 800 anni dalla prima rappresentazione del presepe a Greccio da parte di San Francesco. È andato avanti fino ad oltre l’una di notte, culminando con la scena della Natività e, come sempre, il bambino sarà uno dei nuovi nati della comunità. Come ogni anno Luigi De Simone, anima del Presepe, ha studiato nuove scene ed ecco che stavolta sarà proiettata sui muri del borgo, all’ingresso, la casa di Erode. «Il potere contrapposto al servizio, il potere politico e autoreferenziale, questo rappresenta la casa di Erode – spiega De Simone – ci sono i magi in rappresentanza del potere intellettuale e la vista del quartiere dall’alto girata con i droni e proiettata all’inizio del percorso».
Il Presepe Vivente dei Jocundi è stato rappresentato negli anni a Positano, Furore, Casoria, Napoli, Portici, Pomigliano d’Arco, Torre del Greco, Monteruscello, Palma Campania, Sarno, Marigliano solo per fare qualche esempio e poi…Nazareth e Betlemme, l’anno in cui i Jocundi portarono il Presepe in Terra Santa. Una magia che continua a conquistare.
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